L'Istituto del Nastro Azzurro - Centro Studi sul Valore Militare CESVAM
studentiecultori
BLOG DI RIFERIMENTO DELLE ATTIVITA' DEL GRUPPO "STUDENTI E CULTORI DELLA MATERIA" CHE SI E'AGGREGATO PER STUDIARE LE TEMATICHE INERENTI I VARI PERCORSI DI FORMAZIONE PERSONALE. IL GRUPPO NASCE NEL 2009 E DOPO L'APRILE 2013 SI E' APERTA ANCHE ALLA RICERCA ED APPROFONDIMENTO UNIVERSITARIO E POST DOTTORALE.SUSSIDIO DIDATTICO AI MASTER ATTIVATI. Spazio esterno del CESVAM per le relazione esterne (Curatore. Massimo Coltrinari. Info:didattica.cesvam@istitutonastroazzurro.org)
Traduzione
giovedì 4 aprile 2024
CONFERENZA. "Le Centurie del Genio nella Grande Guerra". Roma, Piazza Galeno 1, Venerdi 12 aprile 2024 ore 16,30 INVITO
domenica 31 marzo 2024
martedì 19 marzo 2024
Sergio Benedetto Sabetta. Essere Nazione
ESSERE
NAZIONE
To
apeiron, ovvero l’essere “indefinito”
Riflessi
sull’identità nazionale
Te. Cpl. Art. Pe. Sergio Benedetto Sabetta
“ Il termine ellenico to apeiron non
significa solo infinitamente lungo/grande, ma anche indefinibile, complesso al
di là di ogni ragionevolezza, ciò-che-non-può-essere-gestito” ( David Foster Wallace – 39- Tutto di più, Codice ed.)
Osserva Cardini che nella cultura vi è un trend con una “concentrazione qualitativa ma forte diminuzione
qualitativa di chi detiene una preparazione medio – alta, proletarizzazione
culturale in fortissimo aumento, crescita dell’analfabetismo di ritorno e della
demobilitazione intellettuale” (109), che si accompagna ad una “generale tendenza alla sparizione dei ceti
medi e alla proletarizzazione delle “moltitudini”.
In questa mancanza di un’idea di
Occidente vi è il disperdersi senza indirizzo, privi di una “cultura del limite” che ne costituisca il contenitore, se, come sottolinea Edward O. Wilson, “all’interno dei gruppi gli individui egoisti vincono sugli altruisti”, ma “gruppi
quelli che contengono altruisti vincono su quelli formati da egoisti” ( 79).
Vi è pertanto la necessità di un equilibrio fondato su
un’idea riconosciuta di Occidente con i suoi valori identitari.
Bauman
parla di una “decostruzione della
morte” e di una parallela “decostruzione
dell’immortalità”, in cui ad uno spostare l’attenzione sulle cause della
morte, che diventano comunque evitabili e razionalmente aggredibili, si
contrappone un annullamento dell’idea di eternità, in un presente fatto di
momenti, dove non vi è più distinzione fra transitorio e duraturo, dove la
storia e l’eterno, il prima e il dopo vengono a volatilizzarsi.
Viene annullata la distinzione tra il
presente dell’uomo e l’infinito di Dio, nella confusione che si crea cessa il
concetto di futuro, il ponte tra presente e infinito luogo d’incontro tra la
finitezza umana e la sua coscienza della divinità, nel volere ridurre tutto al
presente, al futuro prossimo, si vuole negare la probabilità di un infinito
immanente e causale sui destini umani, trasformandosi l’insieme in un “indefinito” privo di freccia temporale.
La scissione che è avvenuta tra mente e
corpo a partire da Descartes ha
favorito le “decostruzioni” indicate
da Bauman, la distinzione fra proprietà
attribuite ai soli eventi mentali e quelle proprie degli eventi fisici ha fatto
sì che il corpo, privo e staccato dalle manifestazioni di intenzionalità
mentali, è stato visto come una macchina da riparare i cui guasti sono
razionalmente aggredibili, fino a giungere ad un “naturalismo eliminazionalista” che superando la stessa “teoria dell’identità” ha negato
l’esistenza dei fenomeni mentali autonomi dai concetti fisici ( Feigl – Place – Feyerabend), invertendo
l’antico prevalere della mente sul corpo.
Il rapporto tra mente e corpo è stato,
altresì, visto in termini esterni al sistema, nei quali impulsi provenienti da
differenti ambienti danno luogo a interpretazioni differenti del sistema
stesso, il tutto, quindi, manovrabile completamente dal e mediante il contesto
ambientale ( Putnam).
L’intrinseca capacità della natura di
elaborare informazioni comporta una complessità del sistema con una conseguente
ridotta capacità di prevedibilità delle future informazioni, lo stesso vuoto
tra un’informazione e l’altra modifica e
interpreta l’informazione trasmessa, ma nell’uomo vi è l’ulteriore complessità
determinata dalla moltitudine di linguaggi come mezzi di trasmissione
dell’informazione.
Osserva Lloyd
che è più semplice quantificare l’informazione, come energia o denaro, che
qualificarla e definirla correttamente, d’altronde l’ambiguità del linguaggio
umano da elemento di disturbo del sistema diventa di per sé stesso un ulteriore
mezzo espressivo, che arricchisce le possibilità di trasmissione a fronte della
non conoscenza dei modi di elaborazione delle informazioni da parte della mente
umana.
Molta informazione è invisibile senza la necessità di alcun
intervento umano, se a questo aggiungiamo la logica e una certa
autoreferenzialità si ottiene l’imprevedibilità delle azioni umane.
Il sogno della certezza, della prevedibilità solo
presente e quindi del tutto controllabile delle nostre vite ci fornisce la
certezza economica per una totalità dei consumi, in cui l’accumulo mediante
risparmio per un arco di tempo incerto perde le caratteristiche della virtù
invertendo i valori, d’altronde la stessa finanza ha provveduto a sbriciolare
le certezze future.
Il nostro finito costeggia senza posa
l’infinito, l’unità uomo è inscatolata in infinite strutture sommariamente
identiche che tuttavia variano la “risoluzione” dell’immagine su scale
differenti in una proiezione indefinita del tempo, quello che può anche
definirsi un “ideale a infinito interno”
(Luminet - Lachiéze - Rey), in questa
lotta perenne tra finito e intuizione dobbiamo occuparci non solo e tanto dell’esistenza
quanto di quello che Russell definisce
una “possibilità di esistenza”, frutto di una composizione infinita di
trasformazioni infinitesimali.
Il tempo risultato del continuo
cambiamento della configurazione del sistema viene da noi percepito in funzione
della nostra posizione nel sistema che ci comprende, la somma dei nostri
diverso “Adesso” in cui la nostra
esperienza è immersa crea le varie probabilità che possiamo percepire (Barbour), ma noi tendiamo a vivere nel
qui ed ora quale risultato di una causalità orizzontale della totalità delle
cose, così che per noi le cose non diventano ma sono.
Viene, pertanto, negata la probabilità
degli eventi per un immanentismo totale senza futuro, ma anche senza la
possibilità del rischio della morte e dell’impotenza che diventa antieconomica
e quindi da negare, ogni azione umana viene così imperniata nella negazione
della possibilità del cessare, nell’ esistere di un continuo presente che
rinasce quale idea ad ogni costruzione dell’uomo, da quella economica a quella
giuridico – sociale e quindi politica.
Vi è pertanto uno scollamento sul
sentimento di identità nazionale, la Nazione quale società degli antenati
legata ad un territorio tra passato e futuro, questa viene a sciogliersi in una
globalità indefinita, nell’interstatualità di un internazionalismo obliquo e
indeterminato, nella cui generale incertezza rientra anche il problema
demografico, ridotto anch’esso in gran parte ad un puro aspetto economico
individuale, non come investimento collettivo.
In questo sciogliersi dell’identità
dell’individuo nell’indefinito, utile ad un determinato modello economico,
nasce inaspettatamente lo scontro, il conflitto con le diverse realtà culturali
esistenti e il loro riaffermarsi anche in termini bellici.
Bibliografia
·
AA.VV.,
Popolazione e potere, Aspenia, 2023;
·
Z. Bauman,
Mortalità, immortalità e altre strategie di vita, Il Mulino, 1995;
·
J. Barbour, La
fine del tempo, Einaudi, 2003;
·
F. Cardini, La
deriva dell’Occidente, Laterza, 2023;
·
L. Geymonat,
storia del pensiero filosofico e scientifico, Garzanti,1996;
·
S. Lloyd, Il
programma dell’universo, Einaudi, 2006;
·
J.P. Luminet, M.
Lachiéze-Rey, Finito o infinito?, Cortina ed., 2006;
·
Edward O. Wilson,
Le origini profonde delle società umane, Raffaello Cortina Ed., 2020.
domenica 10 marzo 2024
CESVAM PAPERS Indici del 2019
CESVAM PAPERS.
Si pubblicano i titoli della CESVAM Papers per l’anno 2019
1
CESVAM Papers N. 1 – Anno I, n. 1, Gennaio-Febbraio 2019
Il Metodo per
la risoluzione dei problemi militari.
2. CESVAM Papers N. 2 – Anno I, N. 2, Marzo-Aprile 2019
Massimo
Squillaci – Padre Minozzi e Le “Case del Soldato” alla Fronte
3. CESVAM Papers N. 3 – Anno I, n.3, Maggio-Giugno
2019
Comitato
Antifascista a Tambov. 1944- 1946 Relazione
della Attività
4. CESVAM Papers N. 4 – Anno I, N4, Luglio-Agosto
2019
Mario
Pietrangeli - Le Ferrovie nella prima Guerra Mondiale
5. CESVAM Papers N. 5 –Anno I, N5,
Settembre-Ottobre 2019
Vincenzo Caniglia -Per una Storia del Genio Militare nella Campagna di Russia 1941-1943
6. CESVAM Papers N. 6 – Anno I, N. 6 Novembre-Dicembre 2019
Alessio Pecce (a cura di) In morte dell’Aspirante Giulio Morresi.
Ricordi e condoglianze
mercoledì 28 febbraio 2024
Albo d'Oro Nazionale dei Decorati al Valor Militare Progetto. Situazione al 29 febbraio 2024
ANNESSO
A:
BOLLETTINO
NOTIZIE DEL CENTRO STUDI SUL VALORE MILITARE
Situazione
bimestrale dello stato di sviluppo, approntamento e finalizzazione de:
ALBO
D’ORO NAZIONALE DEI DECORATI ITALIANI E STRANIERI DAL 1793 AD OGGI
Email:
albodoro@istitutonastroazzurro.org
ANNO
II, N. 2, Febbraio - 2024, 1 Marzo 2024
II/2/151. La
decodificazione di questi numeri è la seguente: I anno di edizione dell’annesso,
1 il mese di edizione di INFOCESVAM –ANNESSO ALBO D’ORO, 01, il numero della
comunicazione dal numero 1 ad oggi, riferita ad ogni Federazione/Provincia
citata o altra notizia. Il presente Bollettino svolge anche la funzione di
informazione “erga omnes” dello stato, sviluppo e realizzazione del ALBO D’ORO
NAZIONALE DEI DECORATI ITALIANI E STRANIERI DAL 1793 AD OGGI”. Questo ANNESSO
trova come naturale complemento la piattaforma www.cesvam.org.
1I/2/152. Provincia di Bolzano. Alla data odierna
è estato realizzato l’export su programma exelles dei dati inseriti per
l’iniziale controllo. Utente Claudio Fiori
II/2/153. Provincia di Padova Albo d’Oro del
Veneto Preso contatto con il Presidente della Federazione nel 2023, che ha mostrato disponibilità. Nel
mese di Febbraio si prenderà contatto per avviare le prime procedure di
esecuzione
II/2/154 Provincia di Parma (49). La Sig.ra
Bottoni ha completato l’inserimento dei Decorati. Predisposto la export di
arma. Controllo ed utilizzo dei dati disponibile
II/2/155 Decorati di Casa
Savoia. Sono Stati inseriti i componenti di Casa Savoia fino al 1933. Fonte
Albo d’Oro Torino. Progetto di predisporre la procedura export per il
successivo controllo
II/2/156 Alla data del 29
febbraio 2024 gli inserimenti totali per Utente, le principali variazioni sono.
R. Bottoni (2672), M. Brutti (472), C.M. Magnani (4521), S. Marsili (206), C.
Mastrantonio (1446), R Quintili (11155), P. Tomasini (3206), W. Vignola (492)
II/2/157 Provincia di Macerata. Alla data
odierna è estato realizzato l’export su programma exelles dei dati inseriti per
l’iniziale controllo. Utente Mario Brutti
II/2/158 Provincia di Pavia (50) Albo d’Oro
della Lombardia. Salvo nuovi elementi acquisti questa provincia sarà presa in
esame per le fonti e l’inserimento dati nel 2025
II/2/159 Provincia di Frosinone (86). Tramite
Presidente Sezione di Formia. Il Sig. Maddalena ha dato la raccolta dei
Decorati della provincia su supporto exelles. Inviato Homepage.
II/2/160 Provincia di Fermo Alla data odierna è
estato realizzato l’export su programma exelles dei dati inseriti per
l’iniziale controllo. Utente Massimo Coltrinari
II/2/161 Provincia di Savona (83). Albo d’Oro
della Liguria. Utente Dott. Niccolò Paganelli. Inserimenti alla data odierna
32.
II/2/162 Alla data del 29 marzo 2024 gli
inserimenti totali per Utente, le principali variazioni sono. Monica Apostoli
((763), Giovanni Riccardo Baldelli (173), Alessia Biasiolo (1055), Osvaldo
Biribicchi (8), Massimo Coltrinari (322), Claudio Fiori (256), Fabio
Lombardelli (60), Giorgio Madeddu (254)
II/2/163 Provincia di Udine (77). Albo d’Oro
del Veneto Salvo nuovi elementi acquisti questa provincia sarà presa in esame
per le fonti e l’inserimento dati nel 2025
II/2/164 Roberto Orioli
sta predisponendo la maschera per il sito dell’Albo d’Oro nazionale dei
decorati al valor militare italiani e stranieri dal 1793 ad oggi. Alla data
odierna il titolo del sito in forma sintetica risulta essere
“www.albodorocombattenti@istitutonastroazzurro.org”
II/2/165 II/2/166 Guida all’inserimento dati.
Periodo Storico. Paola Tomasini suggerisce di inserire accanto alla dizione della guerra anche l’anno di
svolgimento. Esempio Guerra di Libia 1911-1912; Guerra d’Etiopia 1936-1937,
Guerra di Spagna (1936-1939). Si provvede.
II/2/167-Provincia di Cuneo (84). Albo d’Oro del
Piemonte Non vi sono fonti
disponibili. Nell’orbita di Asti. Utente Marco Montagnani. Inserimento dati
eventuale nel 2025
II/2/168 Paola Tomasini e
Laura Monteverde nel periodo di febbraio sono state impegnate ad inserire i
dati sulla base dell’Albo d’Oro di Milano. Mario brutti sul albo d0ro
disponibile della provincia di Macerata, Claudio Fiori sull’Albo d’oro della Federazione di Bolzano e Merano
II/2/169 Provincia di Pistoia. Alla data
odierna è estato realizzato l’export su programma exelles dei dati inseriti per
l’iniziale controllo. Utente Paola Tomasini
II/2/171 Provincia di Piacenza.(54) Albo d’Oro
dell’Emilia Romagna Salvo nuovi elementi acquisti questa provincia sarà presa
in esame per le fonti e l’inserimento dati nel 2025
II/2/172 Guida
all’inserimento dati. Aggiornamento. Laura Monteverde suggerisce di inserire
nel campo “Riferimento di Legge” la dizione “non disponibile. Si provvede
II/2/173 Albo d’Oro della
Sicilia. Salvo nuovi elementi acquisti questa provincia sarà presa in esame per
le fonti e l’inserimento dati nel 2025
II/2/174 Alla data del 1
novembre 2023 gli inserimenti per assegnazioni totali sono stati 14.483, alla
data del 1 dicembre 2023 16168, alla data del 1 gennaio 2024 sono 18180, alla
data del 1 febbraio 2024 sono 20123 , alla data del 1 marzo 2024 21847 per un totale di 18106 Decorati
II/2/175 - – Prossimo
INFOCESVAM – ANNESSO PER ALBO D’ORO sarà pubblicato il 1 marzo 2024. precedenti numeri di Infocesvam (dal gennaio
2023) ANNESSO sono, pubblicati su www.cesvam.org e sul sito
dell’Istituto del Nastro Azzurro/ comparto CESVAM e sui blog: www.associazionismomilitare
e su www.valoremilitare.org.
Dal gennaio 2024 L’ANNESSO al Bollettino
Infocesvam ha cadenza mensile ed uscirà in modo autonomo. Prossima edizione
di INFOCEVAM – ANNESSO II/3 Marzo 2024 1
Aprile 2024
(a cura di massimo
coltrinari)
venerdì 9 febbraio 2024
mercoledì 31 gennaio 2024
ALBO D’ORO NAZIONALE DEI DECORATI ITALIANI E STRANIERI DAL 1793 AD OGGI ANNO I, N. 6, Novembre – Dicembre 2023, 1 Gennaio 2024
INFOCESVAM
BOLLETTINO
NOTIZIE DEL CENTRO STUDI SUL VALORE MILITARE
centrostudicesvam@istitutonastroazzurro.org
__________________________________________________________________
ANNO X, 47/48 N. 6, Novembre -
Dicembre 2023, 1 Gennaio 2024
ANNESSO
A:
BOLLETTINO
NOTIZIE DEL CENTRO STUDI SUL VALORE MILITARE
Situazione
bimestrale dello stato di sviluppo, approntamento e finalizzazione de:
ALBO
D’ORO NAZIONALE DEI DECORATI ITALIANI E STRANIERI DAL 1793 AD OGGI
Email:
albodoro@istitutonastroazzurro.org
ANNO
I, N. 6, Novembre – Dicembre 2023, 1
Gennaio 2024
I/6/101. La
decodificazione di questi numeri è la seguente: I anno di edizione dell’annesso,
1 il mese di edizione di INFOCESVAM –ANNESSO ALBO D’ORO, 01, il numero della
comunicazione dal numero 1 ad oggi, riferita ad ogni Federazione/Provincia
citata o altra notizia. Il presente Bollettino svolge anche la funzione di
informazione “erga omnes” dello stato, sviluppo e realizzazione del ALBO D’ORO
NAZIONALE DEI DECORATI ITALIANI E STRANIERI DAL 1793 AD OGGI”. Questo ANNESSO
trova come naturale complemento la piattaforma www.cesvam.org.
I/6/102 Dal 2024 la
emissione dell’Annesso al Bollettino
INFOCESVAM dedicato all’Albo d’oro nazionale dei decorati italiani e stranieri
dal 1793 ad oggi avrà cadenza mensile. Pertanto al Bollettino Notizie del
Centro Studi sul Valore Militare saranno allegati i rispettivi Annessi riferiti
ai mesi di edizione.
1/6/103. Elenco delle
fonti. 1.Albo d’Oro a Stampa disponibile, 2. Bibliografia di pertinenza, 3.
Archivio di Stato Foglio matricolare o Stato di Servizio, 4.Bollettino
Ufficiale dello Stato, 5. Gazzetta Ufficiale.
I/6/104. Provincia di Firenze.(23) L’Albo d’Oro
di Firenze a stampa (oltre 5000
Decorati) è terminato. Provveduto alla estrazione dei dati per il
controllo e ulteriore inserimenti (Export
Firenze)
I/6/105. Provincia di Torino.(73) Carlo Maria Magnani ha inserito
3081 Decorati appartenenti alla Lettera dalla A alla M. per un totale di 3081.
Lavoro prosegue per completamento lettere da N a Z.
I/6/106. Provincia di Iglesias (30) Albo d’Oro Sardegna. Provincia di
Iglesias Alla data Odierna sono stati inseriti 254 Decorati. Acquisito il
volume di E. Sau Medaglie d’Oro della Provincia di Nuoro che riporta anche la
situazione statistica.
I/6/107. Procedura
Correzione dati inseriti. Acquisita dal Dott Orioli la procedura per la
correzione dati ineriti Costo in abbonamento. Abilitati R. Orioli e M
Coltrinari. Password e User Name definiti. Applicata alla Provincia di Ancona
la procedura risulta accessibile ed efficace
I/6/108 Provincia di Catania (17) Il Dott.
Davide Truscello ha assunto l’onere di inserimento. Precedentemente erano stati
inseriti 203 Decorati Alla data odierna sono stati inseriti 675 Decorati.
I/6/109. Utenti già
indicati Sig. Coltrinari e Orioli e le Sig.re, Bottoni, Tomassini, Monteverde,
Mastrantonio. Le predette persone svolgeranno attività di tutoraggio per i
nuovi Utenti. Questi hanno iniziato la loro attività sono CM Magnani, G
Baldelli, M. Vignola, A, Biasiolo, O Biribicchi, F. Lombardelli, R Olevano. M
Montagnani, G. Madeddu, A. Trogu, L Marsibilio, M.L. Suprani, C. Ciocca, F. Atanasio,
A. Vido, S. Pirolozzi, N. Paganelli, A. Mattioli, D. Truscello, R. Meloni, S
Bodini. Nel periodo considerato sono stati iscritti i seguenti: Mario Brutti,
Sauro Marsili, Anconetani Claudio, Monica Apostoli, Bosio Paola, Claudio Fiori,
Stefano Mangiavacchi, Manuel Vignola, Davide Corona
I/6/110. Provincia
di Pesaro-Urbino.(52) Albo d’Oro Marche. Testo base “Decorati al Valor Militare della
Provincia di Pesaro Urbino. Edizione 1984. Inserimento a partire da marzo 2023.
Utente Dott. Roberto Olevano. L’inserimento è stato completato. Inseriti 456 Decorati
I/6/111. Provincia di Salerno.(66) Albo d’Oro della Campania. Studio ed analisi dei decorati di questa
provincia. Esiste un Annuario. Sarà incaricato per l’inserimento il Dott.
Sergio Pirolozzi. Da ottobre l’inserimento è demandato a Coltrinari o altri per
attività di lavoro di Pirolozzi. Alla data odierna inseriti 248 Decorati
I/6/112. Provincia di Imperia.(31) Albo d’Oro
Liguria. Utente Dott. Manuel Vignola, Fonte ulteriore II Volume Decorati della
Provincia di Imperia. Alla data odierna inseriti 344 Decorati
I/6/113. Provincia
di Terni (72). Albo d’Oro dell’Umbria. Da utente G. R Baldelli. inseriti
260 Decorati. Nel mese di maggio 2023 passato incarico al Sig Quintili Roberto.
Decorati inseriti 987
I/6/114. Esposizione
grafica dell’Albo Nazionale dei Decorati. Il Dott. Orioli predisporrà nel mese
di Gennaio un quadro di presentazione in cui si avranno una arera di accesso
libera per la conoscenza anagrafica del decorato ed un area di accesso
riservata, in cui saranno disponibili tutti i dati concernenti le Decorazioni
1/6/115 Nel periodo di gennaio-
dicembre 2023 gli inserimenti sono stati: Tomasini (2846), Mastrantonio (1309),
Monteverde (2103) Coltrinari (322), Bottoni (2291). Coltrinari (222) Decorati
Collettivi. .
I/6/116. Provincia di Forlì(25). Albo d’Oro
Emilia Romagna Utente la Dott.ssa Maria Luisa Suprani Quezioli. Alla data
odierna sono stati inseriti 508 Decorati. Attivata la procedura Export-Forlì.
1/6/117.Il Dott Roberto
Orioli ha fornito la procedura export, utile per estrarre i dati per provincia.
E’ stata applicati per le provincia di Biella, Firenze, Pesaro-Urbino, Ancona,
Forlì
1/6/118 Provincia di Ancona.(2) Albo d’oro delle Marche Utente
Dott. Massimo Coltrinari. Sono stati inseriti 784. Trovata una ulteriore fronte.
G Santini “Valore Marchigiano” Incompleta nella pubblicazione ma completa nel
Fondo Santini della Biblioteca “Benincasa “ di Ancona. Progetto di
consultazione appena disponibile (febbraio 2024) Fonti Ulteriori. Albo d’Oro di
Jesi. Albo d’oro dei Decorati di Senigallia.
1/6/119 Provincia di Pisa(55). Albo d’Oro della
Toscana. Utente il Sig. Alessio Matteini. Dal mese di Gennaio 2024. inizierà
inserimento dati per questa provincia.
1/6/120 Provincia di Pordenone.(57) Albo d’Oro
del Veneto. Utente Dott.ssa Monica Apostoli. Base ’Albo d’Oro della Provincia
esistente presso la Federazione di Pordenone. Alla data odierna inseriti 444
Decorati
1/6/121 Provincia di Macerata.(38) Albo d’Oro delle Marche. Utente
Mario Brutti Base: l’Albo d’Oro dei decorati della provincia di Macerata.
Predisposto dal Sig. Borroni Barbera di Potenza Picena Alla data odierna sono stati inseriti 40
Decorati.
1/6/121 Provincia di Catania(17). Albo d’Oro
della Sicilia Utente Dott Davide Truscello, Inseriti alla data odierna 675
Decorati
1/6/122. Provincia di Cremona(21). Albo d’Oro della
Lombardia. Utente la Dott.ssa Paola Bosio Inizio inserimenti gennaio 2024
1/6/123 – Provincia di Perugia (51) Albo d’Oro
dell’Umbria. Il Sig. Quintili ha contattato Il Sig. Sauro Marsili. Marsili ha
inserito nel data base oltre 200 decorati della Provincia di Perugia
1/6/124 Alla data del 1
novembre 2023 gli inserimenti totali sono stati 14.483, alla data del 1
dicembre 2023 16168, alla data del 1 gennaio 2024 sono 18180
I/6/125 - – Prossimo
INFOCESVAM – ANNESSO PER ALBO D’ORO sarà pubblicato il 1 marzo 2024. I
precedenti numeri di Infocesvam (dal gennaio 2023) ANNESSO sono,
pubblicati su www.cesvam.org e sul sito dell’Istituto del Nastro
Azzurro/ comparto CESVAM e sui blog: www.associazionismomilitare
e su www.valoremilitare.org.
(redattore: massimo
coltrinari)
venerdì 19 gennaio 2024
Istituto del Nastro Azzurro. La Medaglia del centenario 1923 -2023
La Medaglia presenta nel dritto
una composizione che vuole immolare quei caratteri e simboli celebrativi e
risorgimentali sottolineando il senso del Valore Militare. In esso si racconta
il momento epico per un militare, La Medaglia ricevuta per il valore militare
dimostrato, che viene compiuto con l’intervento della Dea Roma che gli porge la
Medaglia stessa. Il militare premiato
rappresenta simbolicamente l’Ardito, facendo riferimento ad Ettore Viola, uno
dei fondatori dell’Istituto del Nastro Azzurro. Questa scena scultorea viene
racchiusa in una cornice simbolica i cui particolari inquadrano il luogo della
scena della città di Roma, con i suoi monumenti: Vittoriano, Campidoglio,
Colonna Traiana. In alto lo stemma araldico dell’Istituto del Nastro Azzurro
ripetuti nella parte inferiore ove troviamo in esergo la scritta “Centenario
dell’Istituto del Nastro Azzurro” Il Dritto termina con la scritta al centro in
caratteri romani “Roma 1923 -2023”
Il rovescio sinteticamente rappresenta l’immagine
della Medaglia al Valore Militare, oggi in uso.
Realizzata in Bronzo dallo
scultore-incisore Michele-Monaco ha un diametro di 8 centimetri, realizzata in
300 copie, in cofanetto. Può essere chiesta a: segreteriagenerale@istitutonastroazzurro.org Cellulare 351 796 8406
martedì 9 gennaio 2024
Tema di Tesi. Prigionia e Crisi armistiziale del settembre 1943
L’ 8 settembre visto da
un allievo del’Accademia Navale di Livorno
Sergio Benedetto
Sabetta
Quanto
riportato di seguito è tratto dalla lettera spedita nel 1944 dall’allievo di
ruolo del II anno Giuseppe Andreatta al padre Comandante Ernani Antonio,
internato in Tailandia con l’equipaggio della motonave “Sumatra”,
autoaffondatasi nel 1941.
Dal testo
emerge chiaramente la sorpresa, lo smarrimento sia degli allievi che dei loro
ufficiali istruttori alla improvvisa notizia dell’armistizio all’alba dell’8
settembre 1943, con le conseguenti indecisioni, ma nonostante tutto si cerca di
riorganizzarsi con la decisione dell’Alto Comando della Regia Accademia Navale
di continuare i corsi nonostante la perplessità degli allievi:
“… Spuntava l’alba dell’8 settembre e le due
navi (“Vespucci” e “Colombo”) si preparavano ad una delle solite uscite della
durata di 12 ore nel Golfo di Trieste, per dare modo a noi allievi di imparare
qualcosa sull’arte del veleggiare, quando improvvisamente giunse l’ordine di
sospendere ogni movimento. Le domande più disparate si incrociavano alle più
impensate risposte, le opinioni più strambe si alternavano alle discussioni più
assurde. Verso le 14, giunse l’ordine di salpare per destinazione ignota. Alle
16 lentamente e maestosamente le due navi una dietro l’altra lasciavano il
porto e dirigevano su Pola. La velocità non era molto elevata, sei nodi, il
mare e il tempo magnifici: una tonda Luna illuminava le acque e dava a tutto il
paesaggio un aspetto meraviglioso.
Tutte le navi che si trovavano nel porto al più presto
cercarono di salpare e di dirigere verso sud. Ci passarono dinanzi il
“Saturnia” e il “Giulio Cesare” e altri mercantili. Alle 2, il Comandante della
nave diede a tutti la notizia dell’armistizio accolto dai marinai con segni di
giubilo, da noi con un senso di penoso scoramento. Mi trovavo di vedetta sulla
“coffa di trinchetto” e la notizia mi fece una impressione enorme: la guerra
inevitabilmente perduta, tutte le nostre aspirazioni, i nostri sogni, il nostro
futuro distrutto.
La vita cominciava a darmi i primi colpi: fulminea,
istantanea sorse in me l’idea che ormai non c’era più niente da fare, che la
mia carriera era distrutta e impossibile: non mi restava che dare le dimissioni
non appena fossimo giunti a destinazione. Ma le cose non erano così semplici:
il destino ci attendeva al varco per divertirsi. E così fu. Da allora tutta la
mia vita non è stata che una beffa ironica.
Giungemmo a Pola alle 2 di notte del 9 settembre ed ivi
restammo sino alla mattina per far viveri. Verso le 9, un aereo tedesco ci
sorvolò senza dar segno di aggressione, la corazzata “Giulio Cesare” si
preparava a partire. Interrompemmo i rifornimenti e salpammo alla volta di
Lussino. La nostra odissea che doveva durare sei giorni era cominciata: le
condizioni atmosferiche erano sempre ottime e tutti noi presi dalla bellezza
della navigazione tra quelle isole di sogno vivevamo inconsci del pericolo che
da ogni parte ci poteva sovrastare.
Intanto la radio annunciava le prime notizie: i tedeschi
si impadronivano dell’Italia, i soldati italiani si consegnavano spontaneamente
credendo che presto sarebbero andati a casa, altri se ne andavano direttamente,
la disorganizzazione più completa regnava ovunque. Peggio di così un armistizio
non si poteva fare. Gli alleati di ieri sono i nemici di oggi: abbiamo tradito
i tedeschi e non ci restava che consegnarci agli ex
nemici. Così pensavano gli alti comandi e così
tentarono di fare: gran parte di noi allievi non la pensava così: le
discussioni si accendevano, i partiti si formavano, gli equipaggi borbottavano.
A bordo del “Vespucci” sorse qualche disordine, sul “Colombo” la calma era
relativa. Tutta l’Italia era in fiamme.
A Lussino non c’è acqua, non ci si può fermare e dopo
lunghi giri dinanzi all’isola si prende l’alto mare e si dirige per sud. Sono
in plancia, al brogliaccio intercetto per caso una cifratura di un
dispaccio ricevuto in quel momento
“Dirigere su Cattaro alt – rotta d’altura – alt”: così diceva il cifrato si
avvista una motovedetta tedesca che fortunatamente scompare quanto prima
all’orizzonte. La sagoma di un sommergibile ci fa rabbrividire tutti per un
istante ma anche questa scompare. La fortuna ci assiste e ci assisterà in un
modo sfacciato. Credo che le uniche armi a bordo fossero stati i moschetti del
picchetto. La magnifica alberatura della quale le due navi andavano fiere
diventava ora immensamente pericolosa. “Scroccammo” i “controvelacci” e
disalberammo gli alberetti per diminuire un poco la visibilità. Il mare era
sempre calmissimo ed il tempo stupendo.
All’altezza di Cattaro, ricevemmo una comunicazione la
quale diceva che in quella località si trovavano i tedeschi: aggiungeva tra
l’altro di non comunicare più con nessuno e di non fare affidamento su alcuna
trasmissione. Eravamo dunque soli in mezzo all’Adriatico nell’impossibilità di
comunicare: radio Roma aveva cessato di trasmettere. I viveri non erano molto
abbondanti ma più che sufficienti, l’acqua scarsa, il combustibile abbondante,
le macchine erano una incognita. Si inverte la rotta, poi si accosta di 90° e
si dirige per Ovest, indi si decide, o meglio, i Comandanti decidono
inconsciamente di ritornare verso Nord a Venezia, dato che hanno saputo che
quella città è ancora libera e resiste ai tedeschi. Ma di preciso non si sa
niente, soltanto che queste due “antiche caravelle” cariche di allievi si
trovano in completa balia del destino. E questo fu fin troppo benevolo dato che
ne abusammo più di quello che non fosse necessario.
All’altezza del Po, incontrammo un peschereccio che
scappava da Venezia poiché la città stava per essere presa dai tedeschi: “Invertite
la rotta! I tedeschi hanno già preso il porto e l’idroscalo; la motonave
“Saturnia” dopo aver preso a bordo gli allievi (erano questi gli allievi o
meglio i concorrenti del primo corso che si trovavano a Venezia per sostenere
gli esami di concorso) è partita verso il Sud!” così dicevano i pescatori.
E per l’ennesima volta cambiammo rotta: la calma
incomincia a mancare, i nervi si tendono sempre più, la paura che la fortuna ci
abbandoni diventa sempre maggiore; basterebbe un aereo con due bombe per
spacciarci. Decidono allora di puntare su Ancona per vedere s quella zona era
ancora libera ma ben presto si ritorna sopra su quella decisione per invertire
la rotta ancora una volta allo scopo di dirigere alle foci del Po: quivi le
navi sarebbero andate in secca e ognuno sarebbe andato per i fatti suoi:
l’incoscienza del comando era massima.
Poco più sopra di Ancona, il grido di una vedetta ci fa
sussultare: “ Sommergibile a dritta!” Infatti una torretta, coronata da due
poderosi baffi bianchi a prora, veniva verso di noi con rotta di collisione.
Per un momento la sensazione che tutto era finito, che la nostra odissea sarebbe
terminata tragicamente aleggiò su tutti noi; se non che, le precisazioni del
Comandante che assicurò, dopo aver scrutato attraverso il cannocchiale, che la
bandiera risultava nazionale, risollevò d’un colpo gli spiriti. Si trattava
infatti del sommergibile “Ametiste” che
anch’esso come noi girovagava per l’Adriatico in cerca di un asilo sicuro.
Breve intervista tra i comandanti e, per un’ ultima volta, si inverte la rotta: la meta è
rappresentata dalle isole Tremiti, sotto il Gargano, dove sembra che non ci
siano tedeschi. Considerando però che queste isole erano sotto la diretta
minaccia degli aerei di base a Foggia, poco distante per via aria, decidono
alla fine di dirigere su Brindisi. All’altezza di questa località due corvette
italiane ci vengono a prendere; ansimando le due navi si accingono all’ultima
fatica, ma la macchina del “Colombo” non resiste e con un profondo sospiro
seguito da uno schianto metallico si arresta.
Per
fortuna, ci sono i motori ausiliari che permettono di continuare. Dopo sei giorni
di vicissitudini, di cielo e di mare, di timori e di speranze, di notti passate
in coperta, finalmente un poco di riposo e di quiete.
A Brindisi troviamo sia gli allievi della 1° e 3° classe
che erano fuggiti da Venezia sulla motonave “Saturnia” assieme a tutti
professori e al personale dell’Accademia. … “
Da : Memorie
di guerra e di naufragi, 53 -55, in E. Andreatta, C. Gatti, B. Malatesta, B.
Sacella, P. Schiaffino, Le storie nella scia. Tutti hanno il loro mare,
Tipografia Meca, Recco, 2022.
domenica 31 dicembre 2023
LE FORZE PER OPERAZIONI SPECIALI ITALIANE: TRA GLOBAL SOF NETWORK E NATO
MICHELE TAUFER
INTRODUZIONE
Negli ultimi 15 anni le Forze Armate nazionali hanno
visto un sempre maggiore impiego, sia in ambito nazionale che soprattutto in un
contesto multinazionale, di una particolare categoria di reparti: quello delle
Forze per Operazioni Speciali. Il primo dicembre 2004 ha visto la nascita del
Comando Operativo Forze Speciali: comando con lo status di Reparto Incursori
paracadutisti interforze. Questa struttura, voluta dall’allora Capo di Stato
Maggiore Amm. Di Paola è alle dirette dipendenze dello Stato Maggiore della
Difesa con la funzione di Comando di Pianificazione per la condotta delle
Operazioni Speciali. Il baricentro delle attività è costituito da 4 Forze definite
Speciali:
·
Il 9° Reggimento
d’Assalto paracadutisti “Col Moschin” dell’Esercito Italiano;
·
Il Gruppo Operativo
Incursori GOI della Marina Militare Italiana;
·
Il 17° Stormo
dell’Aeronautica Militare Italiana;
·
Il Gruppo Intervento
Speciale GIS dell’Arma dei Carabinieri.
L’azione di questi reparti è coadiuvata da quella di
alcune unità definite di Supporto Operativo:
·
Il 26° Reparto
Elicotteri per le Operazioni Speciali REOS dell’Esercito Italiano;
·
Il 4° Reggimento
Alpini Paracadutisti dell’Esercito Italiano;
·
Il 185° Reggimento
paracadutisti Ricognizione Acquisizione Obiettivi “Folgore” dell’Esercito
Italiano;
·
L’11° Reggimento
Trasmissioni dell’Esercito Italiano;
·
Il 28° Reggimento
“Pavia” dell’Esercito Italiano.
Se in ambito interforze ed operativo il comando e la
direzione spetta al COFS, l’approntamento, l’addestramento e l’allocazione dei
fondi destinati ai reparti summenzionati spetta alle singole Forze Armate
d’appartenenza.[1]
Fondi che potrebbero però in un prossimo futuro venire messi a rischio;
infatti, contestualmente al sempre maggiore impiego di queste Forze si è
assistito ad una continua diminuzione delle risorse economiche assegnate al
Bilancio della Difesa attraverso sempre più numerosi tagli lineari. Un trend
che fino ad ora non ha intaccato le Forze Speciali ma che potrebbe però mutare
subendo un’accelerazione con la diminuzione degli impegni fuori area del Paese,
quali ad esempio la fine della missione in Afghanistan. Questo breve studio si
propone di aprire un dibattito, all’interno del sistema politico istituzionale-accademico
italiano, sulle Operazioni Speciali, i reparti militari deputati a condurle e
sul ruolo che queste debbano avere nella Strategia Nazionale.
Nella stesura dello studio è stato seguito un approccio
analitico di tipo qualitativo basato sull’utilizzo della letteratura
disponibile in materia, la quale peraltro non sempre è di facile reperibilità
vista la delicatezza di alcuni temi trattati. Letteratura quest’ultima quasi
totalmente di origine anglosassone e che fa perno sui filoni statunitense e
britannico. Una delicatezza ed una segretezza in merito alle Operazioni
Speciali che, se ampiamente giustificata nei confronti del «Chi» (quindi mi
riferisco a composizioni numeriche, rintracciabilità dei reparti ecc.) e del «Come»
debba svolgere questo tipo di operazioni potrebbe forse essere, almeno in parte
attenuata nei confronti del «Cosa» siano queste operazioni. Il rischio è quello
di mantenere e di far rimanere queste particolari operazioni avvolte ed
imprigionate in una serie di miti e stereotipi che ne pregiudicano la reale
comprensione da parte dei non addetti ai lavori inficiandone l’impiego al
massimo delle potenzialità. Una comprensione e conoscenza dell’argomento che
costituisce una precondizione essenziale per colui che in ultima analisi è
chiamato ad usarle in maniera efficace: il decisore politico.
COMPRENDERE
PER MEGLIO DEFINIRE
Ma cosa sono le Operazioni Speciali? Sicuramente queste
operazioni sono state da sempre avvicinate, nel pensiero militare Occidentale,
a qualcosa di irregolare, di “insolito”, tendenti quasi a minare le regole di
quella che è la forma più nota di violenza politica: la guerra. Queste
operazioni sono sempre state circoscritte, condotte da forze autonome ed
indipendenti, operanti all’interno del territorio, o meglio nello spazio difeso
dal nemico. In particolare con il Secondo Conflitto Mondiale queste azioni
hanno assunto la denominazione di “commando” e si sono concretizzate attraverso
ricognizioni, sabotaggi, raid d’assalto, missioni coperte a livello divisionale
ecc.[2] Durante il conflitto tutte
le maggiori nazioni coinvolte hanno sviluppato e creato reparti in grado di
condurre queste azioni: il caso italiano ha visto ad esempio l’impiego della
figura degli Arditi per il Regio Esercito, gli ADRA per la Regia Aeronautica ed
in particolare quello della Regia Marina con la X MAS, almeno fino al 1943.[3] Infatti, l’utilizzo di
queste unità non si è dimostrato efficace in operazioni prolungate nel tempo,
cioè in quella che è stata definita la guerra di resistenza-partigiana. Le
operazioni di tipo commando, caratterizzate da una spiccata capacità offensiva
mal si adattano a difendere e in un contesto come quello della guerra
irregolare hanno dimostrato la loro bontà principalmente e limitatamente alla
conduzione di missioni di ricognizione e di intelligence su terreni non
permissivi, svolti però ad un livello tattico.[4]
Sicuramente quindi le Operazioni Speciali, lo dice anche
il nome, sono caratterizzate da una serie di attributi in grado di
differenziarle da quelle che invece sono operazioni convenzionali. Un primo
passo verso una maggior chiarezza sull’argomento potrebbe essere tentare di
definirle come: operazioni condotte da forze addestrate, equipaggiate e
supportate nei confronti di un particolare obiettivo, la cui distruzione,
eliminazione o liberazione nel caso trattasi d’ostaggi, costituisca un
imperativo militare o politico.[5] Lasciata così però la
definizione implicherebbe che qualsiasi forza possa condurre un’Operazione
Speciale. Per limitare il bacino di «Chi» possa condurre queste operazioni è
proficuo spostare lievemente il punto d’osservazione e pensare ad esse in
termini di “approccio mentale all’operazione”. Queste operazioni verrebbero
condotte da unità in grado di ragionare ed operare in maniera non ortodossa per
il raggiungimento dell’obiettivo: una non ortodossia nell’approccio, non
necessariamente nel metodo. Operazioni queste che costituirebbero quindi, una
via alternativa a quelle convenzionali, a pari effetto desiderato.
Ecco qui un’importantissima caratteristica: le
conseguenze di queste operazioni devono avere un effetto strategico. Ecco
perché queste operazioni costituiscono un vero e proprio strumento in mano al decisore,
sia che vengano svolte in supporto alla diplomazia, a complemento delle forze
regolari o in maniera singola: sono una delle opzioni da poter utilizzare in
politica estera. Le Operazioni Speciali e coloro i quali sono chiamati a
condurle sono altresì una delle branche del potere militare di una Nazione, al
pari del potere aereo, navale, spaziale, nucleare ecc.[6]
L’Ammiraglio William H. McRaven pone però enfasi su
un’altra caratteristica delle Operazioni Speciali: esse sono offensive. Queste
sono sempre effettuate nei confronti di posizioni fortificate, in altri termini
il nemico in un’Operazione Speciale mantiene un approccio difensivo e dato che
la forma difensiva è intrinsecamente più forte di quella offensiva in uno
scontro, si apre la strada a quello che è stato definito il “paradosso
dell’Operazione Speciale”: attaccare e vincere in inferiorità numerica contro
un nemico sulla difensiva. La chiave del successo in un’operazione sta nel
raggiungere e nel mantenere la superiorità relativa, soprattutto durante le
fasi iniziali. Più l’operazione si protrae nel tempo, più il rischio che questa
fallisca aumenta esponenzialmente.
Per McRaven la superiorità relativa può essere raggiunta
mediante l’applicazione di 6 principi sinergici ed interdipendenti:
·
Semplicità: Limitando
gli obiettivi a quelli essenziali, l’intelligence svolge un ruolo vitale nel
determinare e nel limitare le variabili indipendenti;
·
Sicurezza: Negare al
nemico le tempistiche dell’operazione;
·
Ripetizione: Durante
la pianificazione l’operazione deve essere provata e riprovata;
·
Sorpresa: Viene
raggiunta attraverso una deception,
ed in generale attraverso una massimizzazione delle debolezze dell’avversario;
·
Velocità: Essenziale
al fine di limitare la propria vulnerabilità;
·
Dedizione: Gli
obiettivi sono noti a tutti i componenti, i quali sono votati alla missione.
Le Operazioni Speciali potrebbero quindi venire definite
come operazioni condotte su piccola scala, clandestine, caratterizzate da un
approccio di missione non ortodosso e caratterizzate da un elevato rischio, le
unità operano all’interno del territorio nemico, svolte con lo scopo di
conseguire significativi obiettivi militari o politici a supporto della
Politica Estera di una Nazione.[7]
L’arma principale di questi reparti, le forze chiamate a
condurre le Operazioni Speciali così definite, sta nell’eccellenza raggiunta nel loro livello
d’addestramento (le cui tattiche si basano sempre e sono mutuate su metodi di
guerra convenzionale), nella pianificazione e nell’improvvisazione.
Non tutte le operazioni svolte da forze adibite ad
operazioni che non sono convenzionali diventano però Operazioni Speciali.
Sempre all’interno di queste azioni militari fuori dal convenzionale ricadono
quelle che sono le attività di resistenza e le guerriglie. Sono operazioni
protratte nel tempo caratterizzate da circospezione e pazienza nell’approccio
di missione, nella maggior parte delle volte queste operazioni richiedono il
supporto della popolazione locale e l’impiego di forze armate
militari/paramilitari per il raggiungimento degli obiettivi. Cosa forse più
importante gli operatori chiamati a condurle devono possedere differenti
qualità ed abilità rispetto a quelli chiamati a condurre Operazioni Speciali,
così come una maggior comprensione e conoscenza del contesto socio-culturale
del proprio avversario, o meglio: dell’ambiente umano nel quale opera
l’avversario. Lo scopo ultimo è infatti quello di negare o di creare un
ambiente non favorevole al nemico: in particolare in un contesto di insorgenza.
Si potrebbe quasi giungere ad una macro-divisione di
questo grande insieme di operazioni basata su: operazioni dirette,
quelle cioè condotte senza l’intervento o il supporto di terzi; e operazioni indirette,
che prevedono invece l’intervento di terzi nel loro svolgimento, con le forze
qui esaminate in funzione di direzione, o in altri termini di mentori.
Il problema di coordinamento tra queste forze è stato
affrontato in maniera diversa da Paese a Paese: ad esempio gli Stati Uniti
hanno incorporato le capacità indirette e le relative forze chiamate ad
esercitarle all’interno della definizione stessa di Forze per Operazioni
Speciali, mentre altri non definiscono nulla al di fuori delle unità chiamate
ad eseguire le Operazioni Speciali propriamente dette.[8] In estrema sintesi, le
“forze non convenzionali”, quelle che negli Stati Uniti vengono definite SOF,
sono a loro volta caratterizzate da diverse peculiarità che le
contraddistinguono e diverse abilità, competenze e approccio mentale necessari
per poter portare a termine la loro particolare missione.
Questi insiemi o famiglie potrebbero pertanto venire
rappresentati in questo modo:
DUE DOTTRINE A CONFRONTO
Le Forze Armate degli Stati Uniti d’America identificano
le Operazioni Speciali come operazioni che:
“richiedo metodi,
tattiche, procedure, equipaggiamenti e modo di approccio unici. Sono spesso
condotte in ambiente ostile, non permissivo ed in generale caratterizzato da un
alto grado di ripercussioni politico-diplomatiche. Queste operazioni sono
contrassegnate da una o da più delle seguenti peculiarità: volatilità, natura
clandestina o coperta, bassa visibilità, necessità di operare a fianco o
attraverso forze locali, specializzazione e conoscenza a carattere regionale-culturale
dell’area di riferimento….”
Durante gli anni hanno sviluppato le capacità e le
risorse per condurre tutto lo spettro di queste operazioni, sia dirette che
indirette, e nello specifico esse sono:
·
Direct Action (DA): attacchi
o colpi di mano di breve durata con lo scopo di distruggere eliminare,
catturare, danneggiare obiettivi designati in un ambiente ad alto rischio
politico-militare e non permissivo.
·
Special Reconnaissance (SR): azioni di ricognizione e di sorveglianza normalmente
coperte o clandestine, al fine di ottenere informazioni di rilevanza strategica
su un avversario effettivo o potenziale e non eseguibili da forze convenzionali.
·
Countering Weapons of Mass Destruction: supporto nel contrasto, messa in sicurezza e cattura di
materiali, tecnologia volti alla proliferazione non controllata delle WMD.
·
Counterterrorism (CT): operazioni ed attività volte a smantellare e neutralizzare gruppi o
network terroristici.
·
Unconventional Warfare (UW): operazioni ed attività condotte in supporto ad un
insorgenza al fine di rovesciare, mediante azioni di guerriglia ed ausiliarie,
un regime politico.
·
Foreign Internal Defense (FID): supporto ed assistenza alle forze armate e/o di
sicurezza di un Paese al fine di aumentarne le capacità di contrasto a minacce
interne quali guerriglia, terrorismo o in generale minacce alla stabilità.
·
Security Force Assistance: assistenza e supporto alle autorità governative, soprattutto
nella fase di ricostruzione di forze di difesa/sicurezza del Paese ospitante.
·
Hostage Rescue and Recovery: operazioni in risposta ad incidenti derivanti da azioni
terroristiche. Possono includere anche la ricattura di materiale o
installazioni ritenute sensibili.
·
Counterinsurgency (COIN): è un insieme di azioni civili/militari svolte con lo
scopo di contenere e porre rimedio alle cause alla base di un’insorgenza.
·
Foreign Humanitarian Assistance: l’insieme delle azioni di assistenza umanitaria svolte
al di fuori degli Stati Uniti con lo scopo di mitigare ed alleviare le
sofferenze di una popolazione.
·
Military Information Support Operations (MISO): hanno lo scopo di convogliare, di guidare, di
indirizzare particolari informazioni al fine di cambiare la percezione su un
determinato argomento da parte dell’opinione pubblica di un Paese, di un
gruppo, di un governo verso una posizione più favorevole nei confronti di chi
le attua.
·
Civil Affairs Operations (CA): Operazioni pianificate, eseguite e valutate in concorso
con componenti civili con lo scopo di mitigare le ragioni e le cause di
instabilità all’interno della società civile o di porre in essere azioni
tipicamente rientranti nella responsabilità di funzionari civili.[9]
Per la dottrina NATO le Operazioni Speciali sono:
“attività militari
condotte da forze specificamente designate, organizzate, addestrate ed
equipaggiate e costituite da personale particolarmente selezionato. Queste
forze si approcciano attraverso l’utilizzo di metodi, tattiche di tipo non
convenzionale. Le attività possono essere condotte lungo tutto lo spettro delle
operazioni militari, indipendentemente o in concorso con le forze
convenzionali, al fine di raggiungere lo scopo desiderato. Considerazioni di
tipo politico-militare possono spingere verso l’esecuzione di tali operazioni
in maniera clandestina o coperta così come l’assunzione di rischi di carattere
politico-militare normalmente non accettabili nell’esecuzione di operazioni
convenzionali. Le Operazioni Speciali portano al conseguimento di risultati di
tipo strategico o di alto livello operativo.”
Principalmente in ambito NATO vengo divise in tre grandi
tipologie:
·
Special Reconnaissance and Surveillance: è principalmente un’azione legata al fattore umano,
queste forze sono in grado di fornire un’analisi ed un’interpretazione dei
fatti direttamente sul campo in una maniera che altri assetti tecnici non sono
in grado. Questo tipo di operazioni assumono la loro rilevanza massima in un
contesto ad alto rischio politico, dove il fattore umano risulta essere il
centro di gravità e dove la discrezione e la sensibilità politica risultano
essenziali. Alcuni compiti specifici possono pertanto includere:
§ La raccolta di informazioni di tipo ambientale: meteo,
geologiche ecc.
§ La verifica delle effettive capacità dell’avversario:
cioè il threat assessment.
§ L’analisi e la discrimina degli ipotetici obiettivi
valutando in particolare il rischio di danni collaterali e vittime civili.
§ Ricognizioni post-stike
svolte con lo scopo di verificare il raggiungimento dello scopo dell’attacco.
·
Direct Action:
Azione offensiva svolta da piccole unità contro obiettivi limitati e di alto
valore strategico-operativo. Le azioni possono essere svolte indipendentemente,
con il supporto di forze convenzionali o in supporto ad esse. Attività
rientranti nelle azioni Dirette includono:
§ Imboscate e colpi di mano contro obiettivi volatili
(time-sensitive), e contro i quali la rapidità d’esecuzione e la precisione
sono fondamentali; gli attacchi sono condotti quasi esclusivamente contro
obiettivi di importanza decisiva.
§ Guida terminale di ordigni. Operazioni in grado di
massimizzare l’efficacia di tali armamenti e di minimizzare il rischio di danni
collaterali.
§ Salvataggio e ricattura di personale o materiale
sensibile da aree controllate dall’avversario o no n permissive. Quando si
tratta di personale civile queste azioni sono anche note come Non-combatant Evacuation Operations (NEO).
§ Operazioni di demolizione, con lo scopo di neutralizzare
obiettivi contro i quali altri sistemi d’arma risultino essere inadeguati.
§ Cattura e presa di vascelli o imbarcazioni.
§ Ricognizioni armate le quali implicano la localizzazione
e l’ingaggio di bersagli d’opportunità in aree predeterminate.
·
Military Assistance: vengono intese come un ampio spettro di operazioni volte al supporto di
forze amiche sia in tempo di pace che durante un periodo di escalation o
conflitto. Queste possono variare dall’addestramento e/o capacity building fino ad arrivare all’impiego e alla direzione di
forze locali nella condotta di operazioni maggiori (nella nomenclatura
statunitense vengono definite Foreign
Internal Defense). Possono consistere in:
§ Addestramento: sia di individui che di unità militari al
fine consentire ad una Nazione l’autosufficienza nella propria politica di
difesa.
§ Ruolo di consiglieri: svolgendo operazioni a fianco e
nell’organico di unità militari locali in contrasto a movimenti di insorti,
smantellandone i network, separandoli dal contatto con la popolazione civile e
contribuendo a garantirne una cornice di sicurezza.
Accanto a queste tre famiglie possono essere incluse
operazioni:
·
Support to Counter-Irregular Threat Activities: in supporto al contrasto di minacce asimmetriche.
·
Countering WMD: in
contrasto alla proliferazione di armi di distruzione di massa WMD.
·
Hostage Release Operations: operazioni di liberazione ostaggi.
·
Faction Liaison: di
collegamento tra diverse fazioni politiche.
·
Irregular Warfare:
spesso le operazioni svolte nell’ambito della Military Assistance vengono effettuate a supporto di un’autorità di
governo, ma in questo caso l’aiuto viene dato ad un movimento d’insorti (nella
nomenclatura statunitense sarebbero Unconventional
Warfare).
·
Facilitation of political processes in hostile or
unpredictable environments: sostegno
nell’implementazione di misure economiche , diplomatiche e d’informazione in
ambienti ostili o non permissivi.[10]
In base però alla teoria e alle caratteristiche delineate
nel capitolo precedente possiamo quindi affermare come prima cosa che:
·
Le Operazioni
Speciali, quelle pure e originarie, quindi quelle dirette sono: Direct Action, Special Reconnaissance o Special
Reconnaissance and Surveillance e forse Hostage Release Operations sempre che quest’ultima categoria non
possa essere fatta rientrare all’interno di quella che è una Direct Action.
·
Le operazioni di tipo
non convenzionale, quindi quelle indirette, dovrebbero comprendere tutte le
altre tipologie di operazioni possibili ed inserite nelle due dottrine prese
qui in esame.
Successivamente, possiamo altresì notare come le Forze
Armate statunitensi tendano ad orientarsi verso una capacità operativa ad ampio
spettro incorporando specialità indirette mentre la dottrina NATO tende a
limitare il campo delle operazioni a tre grandi tipologie: due delle quali
rientranti nella visione “pura” di Operazione Speciale, quindi diretta, ed una
terza costituita da Military Assistance,
quindi indiretta. E’ però in quest’ultimo campo che la NATO potrebbe trarre i
maggiori benefici, un approccio di questo tipo porterebbe all’eliminazione o
alla neutralizzazione delle minacce alla sicurezza dell’Alleanza prima che
queste possano manifestarsi in maniera significativa. D’altro canto è però da
notare come quest’approccio sia estremamente meno tangibile in termini di
risultati ed in effetti misurabili, mostrando i suoi frutti solo sul medio-lungo
termine. Approccio, questo, in antitesi con la postura a lungo seguita dal Pentagono
e dalla quale tutti gli Stati, per ovvie ragioni politiche, sono attratti: la
conduzione di azioni rapide, identificabili e facilmente valutabili, ad alto
impatto per i mass media e l’opinione pubblica.
Sembrerebbe però che qualcosa stia cambiando soprattutto
da parte statunitense con l’implementazione del progetto Global SOF Network.
IL GLOBAL SOF NETWORK
Nel gennaio 2012 il Dipartimento della Difesa
statunitense DoD pubblicò il Defense
Strategic Guidance (DSG) al quale il Comitato degli Stati Maggiori
presieduti dal Generale Dempsey fece seguire il Capstone Concept for Joint Operations (CCJO) elencando le linee
guida per la conduzione delle operazioni militari nel mutato scenario
geopolitico identificato dalle linee guida della difesa. Le Forze Armate del
futuro vennero e sono tuttora intese da parte statunitense come intrinsecamente
interforze, capaci di colpire su scala globale ed in grado di trarre il massimo
profitto da una delle caratteristiche principali dell’attuale sistema
internazionale: l’interdipendenza.[11] Negli ultimi lustri però,
un’altra caratteristica marca sempre più la violenza politica: la guerra o più
correttamente i conflitti sono indissolubilmente legati alla dimensione umana
più che quella tecnologica. O meglio: è all’interno di questa dimensione che,
in ultima analisi, i conflitti si risolvono. Tutte le istituzioni o espressioni
politiche: Stati, corporazioni, NGOs ecc. sono formate, dirette e controllate
da aggregazioni di esseri umani; influenzare nuclei, rappresentanti o interi
gruppi politici e/o popolazioni viene visto da parte americana come essenziale
per il conseguimento dei propri obiettivi strategici. In altre parole le Forze
Armate statunitensi devono considerare maggiormente l’ambiente fisico,
culturale, sociale, geopolitico verrebbe da dire, nel dare concretezza alle
linee e agli obiettivi della Defense
Strategic Guidance: il successo delle iniziative strategiche dipende dalla
capacità di comprendere, influenzare ed esercitare il controllo su quello che è
stato definito lo Human Domain.
Accettare l’importanza del fatto che prevenire il conflitto è della stessa
importanza di combatterlo porta a comprendere come l’utilizzo dello strumento
militare in concerto con le altre forme di potere dello Stato possa portare ad
un aumento della sicurezza complessiva del Paese. Non solo, per poter dominare
questo scenario è necessario che la forza joint riesca a contrastare i network
di attori-soggetti soprattutto destrutturati che si contrappongono agli Stati
Uniti. Ad aumentare la complessità vi è anche il continuo aumento della
velocità dell’interazione umana amplificata dalla sempre maggiore vicinanza
fisica da parte dei soggetti ostili dettata dall’urbanizzazione.[12] Ecco quindi una delle
principali caratteristiche delle minacce degli attuali e dei futuri scenari:
quello di essere interconnessi, correlati, dinamici, trasversali ed
estremamente fluidi, di essere una rete con vari nodi più o meno importanti nei
confronti dei quali una singola Nazione, anche la più potente, non può sperare
di contrapporsi da sola.[13] A tutto ciò si aggiunge
anche la maturata consapevolezza che la prevenzione di una situazione di crisi
o la limitazione di un’escalation come sempre risulta essere più conveniente
rispetto ad una risposta alla stessa.[14] E’ pertanto necessario
costruire una rete contrapposta per opporsi a queste minacce: le SOF sono in
questi termini lo strumento ideale date le loro caratteristiche di adattabilità,
velocità, basso profilo ed orientamento regionale-culturale. L’obiettivo delle
SOF in quanto forma di potere militare è quello di condurre operazioni in grado
di produrre gli effetti desiderati all’interno dello Human Domain. Le attività e le funzioni abbracciano principalmente
la protezione della popolazione, l’indirizzamento dei gruppi sociali verso il
conseguimento delle proprie aspirazioni politiche e la dimensione umanitaria
attraverso il contrasto delle cause scatenanti di un conflitto. Gli strumenti,
o meglio le parole chiave sono abbastanza diversi dalla norma: legittimità,
sovranità, sicurezza umana, politica, ideologia ecc. Gli altri strumenti del
potere militare mal si adatterebbero al conseguimento di questi obiettivi, al
contrario le SOF grazie alla capacità di condurre operazioni di tipo indiretto sono
in grado di adattarsi meglio alla sfida.[15] Allo United States
Special Operations Command (USSOCOM) il compito di tramutare in realtà i
principi della dottrina sviluppando un piano per permettere alle proprie forze,
già presenti su scala globale, di creare la rete: sia verso gli stessi Stati
Uniti stabilendo contatti con le Agenzie Federali, sia su scala planetaria con
i propri alleati e partner internazionali. Il network sarebbe in grado di
adempiere alla sua missione proprio privilegiando tutta quella serie di
operazioni di tipo indiretto permettendo e abilitando le forze locali alla
conduzione di operazioni di tipo non convenzionale in contrasto a gruppi estremisti
violenti, insorgenze e guerriglie e narco-terrorismo. Un coinvolgimento
episodico e sporadico, condotto solamente attraverso le Operazioni Speciali
classiche, porterebbe secondo Washington ad un alienamento e ad una
disaffezione da parte dei governi e delle popolazioni partner. Questo
sembrerebbe essere emerso dagli insegnamenti della campagna afghana ed anche
irakena dove la comunità delle SOF avrebbe fatto notare uno sbilanciamento nei
confronti di operazioni di controterrorismo caratterizzate da Direct Action ed in genere operazioni
cinetiche anziché l’adozione di un approccio partner-centrico.[16]
Dal punto di vista organizzativo i perni del network, o i
nodi, saranno i singoli Theater Special Operations Commands TSOCs ai quali
spetterà il compito di condurre le operazioni lungo tutto l’arco possibile
all’interno della propria area di competenza. Per facilitare l’interscambio e
la sincronizzazione delle attività tra le SOF del network e quelle statunitensi
all’interno delle varie regioni dove operano i singoli TSOCs lo USSOCOM ha
istituito la figura degli Special Operations Liaison Officers SOLOs presso
alcune ambasciate chiave. L’elenco di queste ambasciate comprende: Australia,
Canada, Regno Unito, Giordania, Polonia, Colombia, Francia, Turchia e Italia.[17] Lo scopo ultimo della
comunità SOF statunitense è quello di raggiungere una conoscenza ed una
consapevolezza culturale, politica, sociale, economica ecc. non solo a livello
regionale ma bensì a livello di singolo Paese, in particolare attraverso le
seguenti funzioni:
·
Svolgendo un ruolo di
consulenza sia a beneficio di altre SOF che più in generale di forze di
sicurezza, quindi attraverso operazioni di tipo FID.
·
Svolgendo funzioni di
collegamento in rappresentanza dello stesso USSOCOM e di coordinamento con le
attività di altre agenzie.
·
Plasmando l’ambiente
attraverso operazioni CA e MISO (quelle che in ambito NATO prendono il nome di PsyOps).
·
Preparando l’ambiente
per le future operazioni attraverso l’instaurazione di relazioni di tipo
politico o in generale attraverso il miglioramento della situational awarness in aree non permissive o ad alto rischio.[18]
Come si evince tutti e quattro i punti ricadono
all’interno di operazioni indirette ed in particolare rientranti appieno nello Human Domain.
Gli Stati Uniti nella più recente evoluzione della loro
dottrina sembrano orientarsi verso una maggiore distinzione tra quelle che
nella terminologia americana vengono definite come due differenti ma mutue
supportate forme di operazioni speciali: ciò che è Special Warfare e ciò che è Surgical
Strike. La prima tipologia comprende sostanzialmente le operazioni
indirette, mentre la seconda si concentra sulla conduzione di azioni dirette e
principalmente unilaterali.[19] La Special Warfare consiste quindi nella:
“Esecuzione di
attività implicanti sia azioni letali che non, effettuate da forze
specificatamente addestrate ed in possesso di una significativa conoscenza
linguistica e comprensione culturale, un’elevata abilità nell’operare in
piccoli gruppi ed in grado di formare e combattere a fianco di formazioni
indigene in un contesto permissivo, incerto o ostile”.[20]
La Special Warfare
si pone come collegamento tra due diversi gradi di intensità nell’impiego dello
strumento militare statunitense: tra le operazioni dirette ed unilaterali,
caratterizzanti il CT svolto dalle unità del Joint Special Operation Command (JSOC),
e l’impiego su larga scala di forze convenzionali. Una Special Warfare, raggruppante le unità specializzate nell’Unconventional Warfare si presta
particolarmente nell’affrontare una serie di problematiche quali insorgenze,
network criminali, organizzazioni estremiste, criminalità legata al traffico di
droga o di esseri umani, crisi umanitarie e derivanti da disastri naturali. In
altre parole da tutte quelle attività rientranti nel concetto di Human Domain.
LE LINEE GUIDA PER IL FUTURO STRUMENTO MILITARE ITALIANO
Il 20 giugno 2014 il ministero della Difesa rilasciò il
documento intitolato “Linee guida per il
libro Bianco per la Sicurezza Internazionale e la Difesa”: consistente in
un’analisi preliminare finalizzata alla raccolta e alla valutazione degli
elementi necessari alla stesura del “Libro
Bianco” vero e proprio. Dal documento, così come da quanto emerso dal “Convegno Nazionale sulla Sicurezza e la
Difesa”, si evincono gli attuali trend dello scenario internazionale: uno
scenario caratterizzato da continui cambiamenti e da una serie di minacce alla
sicurezza di tipo multidimensionale in grado di trascendere quindi i confini
nazionali. Occorre quindi sviluppare un approccio complessivo ed altrettanto
multidimensionale per poter fronteggiare efficacemente le sfide alla sicurezza
poste dal sistema. Inoltre viene altresì notato come risulti fondamentale
comprendere anche la particolare natura politica degli attuali conflitti
caratterizzanti la dimensione transnazionale.[21] Lo strumento militare che
verrà delineato dal Libro Bianco dovrà quindi essere Interforze,
Internazionale, Interoperabile, Efficace, Efficiente ed Economico (I3E3) così
da poter affrontare sia ostilità di tipo asimmetrico che le più tradizionali
forme simmetriche di conflitto, anche ad alta intensità. Riguardo alle forze
opponenti è da attendersi che in futuro queste ricorreranno a forme di contrasto
non convenzionali anche sfruttando domini nuovi o tentando di coinvolgere sia
in maniera attiva che in maniera passiva le stesse popolazioni civili. Un
ambiente all’interno del quale le Forze Armate nazionali dovranno essere pronte
ad operare garantendo la protezione delle stesse e l’affermazione delle realtà
locali supportate. Gli obiettivi operativi delle Forze Armate diventeranno
sempre più complessi e sofisticati andando ben oltre la semplice
neutralizzazione cinetica della minaccia. La protezione e la tutela delle
popolazioni, lo sviluppo ed il sostegno delle realtà politiche locali saranno
svolte in concerto con le altre Istituzioni repubblicane e tendenzialmente in
un’ottica di partnership internazionale/sovranazionale: il mantenimento di un network
relazionale con queste entità amiche ed alleate risulterà fondamentale per il
conseguimento degli obiettivi strategici nazionali. Accanto a queste forme
“ibride” non verrà altresì tralasciata la possibilità di una minaccia militare
di tipo convenzionale il cui contrasto è in linea con l’assolvimento degli
impegni derivanti dalla difesa della Patria, della difesa comune europea e
quella integrata della NATO. Lo strumento derivante dovrà quindi assicurare:
·
L’integrità
territoriale e gli interessi vitali nazionali;
·
Il successo delle
operazioni in corso e le eventuali future esigenze di partecipazione
internazionale;
·
Una funzione di
deterrenza e di prevenzione di futuri conflitti in seno alle alleanze
costituite;
·
Un contributo al
concetto di risposta multidimensionale alle emergenze nazionali ed alle crisi
internazionali.[22]
E’ proprio attraverso la lente offerta da questi quattro output
auspicati dalle “Linee Guida del Libro
Bianco della Difesa” che si può provare ad osservare la dottrina nazionale
riguardante le operazioni affidate al COFS.
LE OPERAZIONI SPECIALI ITALIANE
Nella dottrina militare nazionale le Operazioni Speciali
vengono definite come:
“Operazioni
dirette a conseguire obiettivi di natura militare, politica, economica o
informativa in aree ostili di difficile accessibilità, o sensibili, spesso
attraverso l’uso di tecniche e mezzi non convenzionali e in modalità occulta o
clandestina. Le operazioni speciali si distinguono da quelle convenzionali per
il grado di rischio fisico e politico, per le tecniche impiegate e per
l’indipendenza da qualsiasi tipo di supporto amico, mentre presuppongono
un’accurata intelligence operativa.”
Nella categoria delle Forze Speciali rientrano tutte quelle
unità militari o paramilitari specificatamente organizzate, addestrate ed
equipaggiate per poter effettuare le Operazioni Speciali.[23] Queste operazioni si
svolgono in contesti non permissivi anche a grande distanza dalle unità amiche.
Materialmente un’unità dalla limitata consistenza organica si infiltra in
un’area obiettivo consegue nella stessa risultati di rilevanza strategica e
rientra alla propria base attraverso un complesso di movimenti e di
trasferimenti intermodali, multi-ambientali sovente non palesi e discreti. Data
la loro particolarità, queste operazioni presuppongono sempre la disponibilità
di unità di volo dedicate, sia ad ala fissa che rotante, così come di
specifiche risorse per il comando e controllo e per le comunicazioni. Inoltre le
Forze Speciali possono avvalersi del supporto di altre forze, selezionate tra
quelle più affini in termini di addestramento, mentalità e tipologia d’azione
come ad esempio le unità paracadutiste (rangers, esploratori o acquisitori
obiettivi) o anfibie.[24]
Ecco quindi che le Operazioni Speciali italiane non si
discostano dalla definizione NATO, e nel corso degli anni hanno continuamente
esercitato l’intero spettro di operazioni previste in seno all’Alleanza
Atlantica e rientranti nelle macro aree:
·
Ricognizioni Speciali;
·
Azioni Dirette;
·
Assistenza Militare.
Da notare inoltre come in tempi recenti un particolare
reparto si sia aggiunto a questa famiglia di unità: trattasi del 28° Reggimento
Pavia dell’Esercito Italiano, il quale risulta dipendere dal Comando Forze
Speciali dell’Esercito (COMFOSE), Comando istituito nel settembre 2013 e
diventato pienamente operativo nel febbraio 2014.[25] L’unità in questione è
l’unica delle Forze Armate deputata alle comunicazioni operative: un complesso
di azioni finalizzate a creare, consolidare o incrementare il consenso della
popolazione locale nei confronti dei contingenti militari in missione.
Operazioni che nella terminologia militare americana erano chiamate Psychological Operations e che a partire
dal 2010 sono conosciute come MISO.[26] L’Italia riconosce quindi
in maniera esplicita l’utilità di questo tipo di operazioni specie se inserite
negli attuali scenari dove il fattore umano, lo Human Domain, avrà sempre maggiore importanza.
CONCLUSIONI
Le Operazioni Speciali e il complesso di unità deputate
alla loro conduzione e al loro supporto si sono dimostrate una componente di
enorme valenza strategica e di grande pregio all’interno di tutti i principali
strumenti militari mondiali. Naturalmente non fa eccezione il nostro Paese, il
quale le ha impiegate proficuamente nel corso degli anni riscontrando anche
stima ed apprezzamento da parte dei principali Paesi amici ed alleati vista
l’estrema professionalità degli operatori di questi reparti. Un utilizzo di
queste unità che, visti gli scenari futuri, non tenderà a diminuire ma bensì ad
aumentare portando con se nuove sfide legate ad esempio “all’usura” di uomini e
mezzi e al loro ricambio generazionale dato il progressivo trend di riduzione
quantitativa del personale appartenente alle Forze Armate. Bacino in cui questi
reparti traggono con non poche difficoltà la propria linfa vitale in termini di
volontari. E’ infatti la limitata consistenza numerica, derivante dall’estrema
severità nei criteri di selezione e d’addestramento, dovuta alla particolarità
dei profili psicofisico attitudinali, uno dei tratti distintivi di questi uomini
e donne. Queste forze, è bene ricordarlo, non sono riproducibili in massa e gli
operatori impiegano decine di mesi prima di raggiungere la prontezza al
combattimento.
Inoltre, è ora importante soffermarsi e riflettere su una
questione fondamentale e forse fin troppo sottovalutata: spesso vengono fatte
passare per Operazioni Speciali azioni che in realtà non lo sono, così come
specularmente, alcuni di questi reparti vengono impiegati in azioni fuori dal
loro campo d’applicazione. Un errore che deve essere assolutamente evitato: il
serio rischio è quello di vanificare le peculiarità di queste unità, giungendo
ad un utilizzo inefficace di questo vero e proprio strumento del potere
militare di una Nazione.
Per quanto concerne le operazioni indirette invece, il
nostro Paese prevede che queste vengano eseguite direttamente dalle Forze
Speciali: una postura perfettamente in linea con la dottrina NATO.
Addentrandosi più nel tecnico però ed assumendo una
postura propositiva:
·
vista la necessità di
una maggiore ottimizzazione delle risorse economiche nel campo della Difesa;
·
vista la ferma
intenzione da parte nazionale di continuare nell’integrazione degli Strumenti
Militari in ambito NATO/UE;
·
visto l’auspicio di
esercitare una funzione di deterrenza e di prevenzione dei conflitti in seno
alle alleanze costituite così come di essere in grado di fornire una risposta
multidimensionale alle crisi future;
Qualora venisse ritenuto operativamente rilevante uno
sviluppo ulteriore sia in termini qualitativi che quantitativi di queste
capacità indirette, rientranti appieno nel concetto di Special Warfare, , il nostro Paese potrebbe spingere verso una
maggiore integrazione di tipo interforze a livello intergovernativo NATO/UE.
Un’integrazione in grado di portare alla creazione di reparti ad hoc, ottenendo
così un output operativo ancora più elevato e perfettamente inserito nel
concetto di Global SOF Network, così
come aderente al massimo con gli
obiettivi del futuro “Libro Bianco della
Difesa”.
[1] Ministero della Difesa Italiano, www.difesa.it/SMD_/COFS/Pagine/Cosa.aspx e Esercito
Italiano, www.esercito.difesa.it/organizzazione/aree-di-vertice/stato-maggiore-esercito/Comando-delle-Forze-Speciali-dell-Esercito .
[2] Ronny
Modigs, Special Forces Capabilities of
the European Union Military Forces, Fort Leavenworth, School of Advanced Military
Studies United States Army Command and General Staff College, 26/05/2004.
[3] Esercito Italiano, http://www.esercito.difesa.it/organizzazione/aree-di-vertice/stato-maggiore-esercito/Comando-delle-Forze-Speciali-dell-Esercito/9-Reggimento-dAssalto-Paracadutisti-Col-Moschin/Pagine/La-Storia.aspx, Marina
Militare Italiana, http://www.marina.difesa.it/uominimezzi/corpispeciali/subinc/ilgoi/storia/Pagine/default.aspx e Jean-Pierre
Husson, Il 17°Stormo incursori, Chiavari,
Rivista Italiana Difesa, Maggio 2010, pag.24-30.
[4]
Ronny Modigs, Special Forces
Capabilities of the European Union Military Forces, Fort Leavenworth,
School of Advanced Military Studies United States Army Command and General
Staff College, 26/05/2004.
[5] Gli esempi
storici sono numerosi: basti pensare all’azione della X Flottiglia MAS del
dicembre 1941 nei confronti delle unità inglesi ad Alessandria d’Egitto, all’Operazione
Jonathan, ovvero Raid di Entebbe condotto dalle IDF il 4 luglio 1976 o ancora
all’operazione Neptune Spear del 2 maggio 2011 condotta da DEVGRU e CIA.
[6] Ronny
Modigs, Special Forces Capabilities of the European Union Military Forces, Fort
Leavenworth, School of Advanced Military Studies United States Army Command and
General Staff College, 26/05/2004.
[7] Ibidem e William H.
McRaven, The Theory of Special Operation,
Monterey, Naval Postgraduate School, 1993.
[8] Ivi.
[9] United
States Joint Chiefs of Staff, Joint
Publication 3-05 Special Operations, Washington, Joint Chiefs of Staff, 16/07/2014.
[10] NATO,
Allied Joint Publication (AJP) 3.5,
Dicembre 2013 citato in Lars H. Ehrensvärd Jensen, Special Operations - myths and facts, Copenhagen, Royal Danish
Defence College, Aprile 2014.
[11] U.S. House
of Representatives, Posture Statement of
Admiral William H. McRaven, USN Commander, United states Special Operations
Command, Before the 113th Congress House Armed Services Committee,
Washington, 06/03/2013.
[12]
Raymond T.Odierno, James F.Amos, William H. McRaven, Strategic landpower: Winning the Clash of
Wills, Washington, U.S. Army TRADOC.
[13]
U.S. House of Representatives, Posture
Statement of Admiral William H. McRaven, USN Commander, United states Special
Operations Command, Before the 113th Congress House Armed Services Committee,
Washington, 06/03/2013.
[14] Raymond
T.Odierno, James F.Amos, William H. McRaven, Strategic landpower: Winning the Clash of Wills, Washington, U.S.
Army TRADOC.
[15]
Joseph D.Celeski, SOF, the Human
Domain and the Conduct of Campaigns, Fort Bragg, Special Warfare,
Luglio-Settembre 2014.
[16]
Jim Thomas Christopher Dougherty, Beyond
the Ramparts: The Future of U.S. Special Operations Forces, Washington,
Center for Strategic and Budgetarian Assessments, 10/05/2013, pag.13,19,43.
[17] U.S. House
of Representatives, Posture Statement of
Admiral William H. McRaven, USN Commander, United states Special Operations
Command, Before the 113Congress House Armed Services Committee, Washington,
06/03/2013.
[18]
Jim Thomas Christopher Dougherty, Beyond
the Ramparts: The Future of U.S. Special Operations Forces, Washington,
Center for Strategic and Budgetarian Assessments, 10/05/2013, pag. 91.
[19] United
States Army Special Operations Command, ARSOF 2022 CHANGING THE INSTITUTION,
Fort Bragg, Special Warfare, Luglio-Settembre 2014.
[20]
Department of the Army, ADP 3-05
Special Operations , Washington, August 2012, pag 9. http://armypubs.army.mil/doctrine/DR_pubs/dr_a/pdf/adp3_05.pdf
[21] Ministero
della Difesa, Convegno Nazionale sulla
Sicurezza Internazionale e la Difesa Relazioni dei partecipanti, Roma,
2014, pag 40. www.difesa.it/News/Documents/Convegno%20Nazionale%20Sic.%20e%20Difesa%20-%20Relazioni.pdf
[22] Ministero della Difesa, Linee Guida del Libro Bianco per la Sicurezza Internazionale e la Difesa,
Roma, 20/06/2014, pag 7,8. www.difesa.it/News/Documents/Linee%20Guida.pdf,.
[23] Stato Maggiore
della Difesa, Investire in sicurezza Forze
Armate: uno strumento in evoluzione, Piedimonte Matese, Imagina Media S.r.l.,
Ottobre 2005.
[24] Ministero della Difesa Italiano, www.difesa.it/SMD_/COFS/Pagine/Cosa.aspx
[25] Esercito
Italiano, www.esercito.difesa.it/organizzazione/aree-di-vertice/stato-maggiore-esercito/Comando-delle-Forze-Speciali-dell-Esercito
[26] AnalisiDifesa,
Il 28° reggimento Psy Ops tra le forze
per operazioni speciali, 01/07/2014 www.analisidifesa.it/2014/07/il-28-reggimento-psy-ops-tra-le-forze-per-operazioni-speciali/