Traduzione

Il presente blog è scritto in Italiano, lingua base. Chi desiderasse tradurre in un altra lingua, può avvalersi della opportunità della funzione di "Traduzione", che è riporta nella pagina in fondo al presente blog.

This blog is written in Italian, a language base. Those who wish to translate into another language, may use the opportunity of the function of "Translation", which is reported in the pages.

lunedì 25 febbraio 2013

Un documento per i Soci della S&C


Pubblichiamo, come documento la relazione che il Direttore responsabile della rivista, in occasione di un Comitato Centrale della Associazione, per contribuire al dibattito sulle procedure in merito alla "Costituenda Sezione"
Relazione sulla Rivista “II Risorgimento”
Direttore responsabile
 Ten. Col. Sergio Pivetta
 2 Febbraio 2012

La Rivista “II Risorgimento d’Italia” rappresenta l’espressione della Associazione, ed è volta, oltre che ai Soci, anche all’esterno, soprattutto ai giovani e, attraverso il Progetto Storia in Laboratorio, alle Scuole. Esce 4 volte all’anno, potrebbe anche uscire 6 volte, ed è composta da 128 pagine + illustrazioni.
     
  1. Linea Gerarchico-Editoriale
Proprietario
La Proprietà della Rivista è del Gen. Luigi Poli, che è il proprietario-editore a fronte della legge sulla Stampa, e Presidente della Associazione .

Direttore Responsabile, Ten. Col. Sergio Pivetta, giornalista, iscritto all’albo dei Giornalisti, medaglia d’Argento.[1] Il Direttore Responsabile si interfaccia con il Gen. Poli, Presidente della Associazione per determinare la linea editoriale. Normalmente ciò si tramuta nell’articolo di fondo /editoriale. La Carica non è elettiva,ma soggetta alla norme sulla Legge della Stampa.

Direttore.
Gen. Dott. Massimo Coltrinari. Ha il Compito di organizzare la Redazione, individuare i Collaboratori, gestire i contributi, predisporre il Menabò pronto per la Tipografia.

Vice Direttore.
Dott. Alberto Marenga. Ha il compito di curare i rapporti con la Tipografia, curare l’Indirizzario, tenere i contatti con i presidenti di Sezione, curare la Rubrica “Vita Associativa”, espressione della vita interna della Associazione. Inoltre può curare rubriche della Rivista (Cronache, Miscellanea, Recensioni)

Redazione
E’ organizzata dal Direttore, aperta a coloro che vogliono dare un contributo scritto alla rivista. Al momento è composta da:
Carmelo Testa, Combattente, “Friulino” Responsabile dei Rapporti con la Scuola della Associazione, Dott. Emanuele Mastrangelo, direttore della Rivista “Storia in Rete”, Dott. Giovanni Cecini, Ricercatore, Collaboratore dell’Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell’Esercito.

Collaboratori.
Il Collaboratori possono essere stabili o occasionali.
Collaboratori Stabili. Sono quasi tutti i componenti della  Sezione Studenti e Cultori della Materia.[2] Si Possono indicare tra gli “Studenti” più attivi:
-        Dott. Matteo Marconi, Dottorato di Ricerca, Università di Sassari
-        Dott. Stefano Valente, Dottorato di Rcierca, Univesità Sapienza Roma
-        Dott. Francesco De Rienzi, Ricercatore Cemiss
-        Dott. Alesso Fiorentino, anche relatore al convegno di Firenze
-        Dott.ssa, Francesca Fini
-        Magg. Gianluca Bonci,
-        Dott. Federico Levy, anche relatore al Convegno di Firenze
-        Dott.ssa Alessandra Poggi
-        Dott.ssa Ilaria Indraccolo
-        Dott. Gennaro Guerriero, Società Editrice Nuova Cultura
-       
Tra i Cultori ovvero persone che ormai sono affermati e svolgono una professione, tra i più attivi:

-        Prof. Edoardo Boria, Università Sapienza
-        Prof. Paolo Sellari, Università Sapienza
-        Gen. Gianfranco Gasperini
-        Gen. Goffredo Mencagli. Già Vice Comandante Arma dei Carabinieri
-        Dott. Patrizio Colantuono, Direttore Museo di Anzio
-        Prof. Daniela Bravi, coordinatrice Progetto Storia in laboratorio
-        Prof. Maria Teresa Laudenzi, Progetto Storia in laboratorio
-        Ten. Col. Pierivo Facchini
-        Ing. GianCarlo Ramaccia
-        Ten. Col. Francesco Elia
-        Ten. Col. Cacciaguerra
-        Ten. Col. Coccia
(alcuni collaboratori hanno ritirato la loro adesione a fronte della attuale situazione nella Associazione ANC) 
Inoltre speciali contatti sono in essere con il Prof. Antonello Folco Biagini, Prorettore della Sapienza, ed i suoi ricercatori, in special modo il Dott. Battaglia.  con gli esperti Piero Crociani e Stefano Ales. Collaboratori degli uffici Storici di Forza Armata.

I collaboratori occasionali per lo più sono studenti della Triennale o della Specialistica che, nelle ricerche per la loro tesi di Laurea, estrapolano un articolo di interesse per la Rivista, oppure Relatori di Convegni, come ad esempio, quelli svolti a Matino o a Firenze.

La redazione si riuniiva, generalmente, alla vigilia della venuta del gen. Poli a Roma; a cui seguiva l’incontro del Direttore e del Vice Direttore con il gen. Poli per la definizione di ogni questione. A volte, per questioni particolari, il Direttore  si recava a Firenze a conferire con il Gen. Poli.

Considerazione: La Rivista è aperta a tutti, ma è solidamente coperta per ogni forma di collaborazione, essendo questa organizzazione collaudata ed in essere da oltre cinque-sei anni. Ed è in grado di sostenere l’uscita bimestrale ( a 128 pagine) e può anche attivare il “Giornale”, sospeso dal 2002 (32 pagine + foto).

  1. Situazione.
La Rivista esce ogni trimestre, alla fine del terzo mese (30 marzo, 30 giugno 30 settembre, 31 dicembre. Normalmente nel numero 2 dell’anno sono riportate le risultanze della Assemblea associativa annuale, nel n. 4 la Cerimonia di San Paolo e nel n. 1 quella di Montelungo.
 Nel 2012 la Rivista è uscita regolarmente con il n. 1 e con il n. 2. In vista del 70° Anniversario del 1943, con accordi verbali, era stato inteso con il Gen. Poli che si pubblicassero due numeri integrativi nel 2012 dedicati a questi eventi, come nel 2011  Questa decisione era stato ribadita dal gen. Poli il 3 aprile 2012 in un incontro con il Sottoscritto a Firenze.
 Questo  a seguito del programma del 2011, che aveva visto la pubblicazione di 6 Numeri e che nessuno aveva contestato. Peraltro un Consiglio Nazionale aveva, a voce, autorizzato tale linea nel novembre 2011 per il 2012.

Nell’estate successiva, quanto l’impianto per sei numeri/anno era stato predisposto e raccolti tutti i contributi.
L’Intervento del Segretario Generale, volto a sottolineare che il Bilancio preventivo 2012 prevedeva l’uscita di 4 numeri, e presentata questa richiesta il 23 Maggio 2012, il gen. Poli disponeva l’uscita di 4 numeri. Nell’estate successiva un intervento del Segretario Generale presso la Tipografia, svolto senza interpellare  o metterne a conoscenza la Direzione e senza averne titolo, aggravava la situazione e solo a settembre si poteva pagare la Tipografia.[3] Proceduto ad un “merge” del materiale in possesso si è predisposto il n. 3, che è uscito il 20 Gennaio 2013.
Questa situazione è stata spiegata al Presidente f.f. il 28 settembre 2012 durante la visita al gen. Poli dal Direttore della Rivista.

E’ evidente che la somma delle diverse contraddittorie decisioni del gen. Poli, l’abbandono del programma 2011,  l’intervento maldestro del Segretario Generale, hanno prodotto ritardi e scompensi, oltre che perplessità.

La Direzione e tutti i collaboratori ancora si chiedono perché di tutto questo  e perché non si sono editi 6 numeri, anziché 4, nel 2012, in presenza di disponibilità finanziare certe.[4]

A ciò si deve aggiungere che il Calendario 2013, come esposto e presentato ieri, già pronto al visto si stampi il 3 ottobre 2013 in Tipografia, per decisione del Presidente f.f. il 21 novembre 2013 non veniva fatto stampare.
 I 500 Euro disponibili saranno utilizzati, come concordato con il Presidente f.f., a titolo di ripiego con una iniziativa sostituiva (manifesti/poster)
Anche questa decisione appare ai più incomprensibile. Le motivazioni sembrano molto labili.

La risultante di tutto questo è che l’Associazione, pur in presenza di risorse finanziarie certe, addirittura per il Calendario già pagate, ha rinunciato a 2 numeri della Rivista al Calendario 2013 ed ha ritardato di sei mesi l’uscita den n. 3 della Rivista, da sempre uscita in modo regolare.

  1. Situazione Programmatica.
La Direzione intende portare a termine il programma 2012, per impegni già presi ed approvati a suo tempo dal gen. Poli. In conseguenza di ciò la situazione dell’uscita della Rivista è la seguente:

1.     Numero 4/2012 Ottobre Dicembre 2012 Numero Speciale dedicato al gen. Li Gobbi
Accordi con il figlio del gen. Li Gobbi in corso da aprile 2012, hanno permesso di avere materiale sufficiente per dedicare un numero speciale al già Presidente della Associazione. Nel numero saranno presentati atti di Convegni, tra cui quello di Matino ( Soldati Salentini del 2011/12), molto atteso dalla sezione di Matino. Il numero è quasi completo ed uscirà presumibilmente, entro il 30 marzo 2012

2.     Numero 5/2012 – Numero Speciale dedicato al Gen Poli. Indici della Rivista 2001.2012.
Per rendere Omaggio alla figura del gen Poli, in vita come Editore, e promotore di Cultura, è stato predisposto un numero speciale dedicato alla Sua figura di presidente e di Editore, con la pubblicazione degli indici della rivista 2001-2012 ( 40 numero, 80 pagina, comprendete Copertina, e sommario) I Calendari (2001-2012) (Copertina e nota esplicativa ) 20 Pagine Atti dei Convegni di Firenze (Copertina e nota) 10 pagine. Il numero uscirà presumibilmente entro il 30 Giugno.

Numero  di Riserva per Chiusura Rivista
Occorre, per la legge sulla Stampa e per una questione di rispetto per i Collaboratori, tenere sempre pronto in tipografia un numero da dedicare alla Chiusa della Rivista. Questa è stata una decisione del Gen. Poli del 2006, e quindi la Convenzione in essere andava sempre all’anno successivo con un numero già pagato.
Qualora la convenzione con la Tipografia (vedi n.6.7) non dovesse essere rinnovata per il 2013, il numero di Chiusura uscirà il 30 settembre, in occasione dell’8 Settembre con articoli ad esso relativi.

Riassunto Programmazione Rivista
N. 3/2012 Giugno-Settembre 2012. Uscito il 20 Gennaio 2013
N. 4/2012 Ottobre-Dicembre 2013  Speciale Li Gobbi. Uscita 30 marzo 2013
N.  di Chiusura della Rivista

  1. Situazione 2013. Programmazione con Rinnovo Convenzione.
Qualora la Convenzione con la Tipografia fosse rinnovata (Vds punto n.6), come è  scritto nella Mozione Finale della Assemblea di Chianciano il 15 aprile 2012, la programmazione è la seguente:

Premessa. Pagamento della Fattura della Tipografia (10.000 euro anticipati)
N. 1 2013 . Omaggio al gen. Luigi Poli  Uscita entro il 28 Febbraio 2013.
N. 2 2013.  Numero dedicato agli eventi (Primavera) del 1043. Uscita 30 aprile 2013
                  (Ritirata di Russia. Caduta della Libia. Caduta della Tunisia9
N. 3 2013   Numero dedicato agli eventi del 25 Luglio e caduta del Fascismo  Uscita 30             
                  Giugno
                  (Sbarco in Sicilia. Caduta del fascismo. )  
N.4 2013    Numero dedicato a Armistizio e Montelungo Uscita 31 Dicembre 13
                  (Armistizio . Ricostruzione Esercito Montelungo)
N. a disposizione per Chiusura Rivista

  1. Aspetti Finanziario-gestionali
La programmazione di cui al punto 6, come ogni anno, sarà possibile se  la Convenzione con la Tipografia sarà rinnova. Il punto base della Convenzione è che, dando in anticipo annuale il totale della spesa,si spuntano pressi molto buoni che permettono di inserire altre spese che altrimenti sarebbero insostenibili. In nota 4 già esplicati i lineamenti della Convezione 2012. che scade il 30 giugno 2013.
 Quella del 2013 è da scrivere e decidere.

 Base di Convenzione ( da discutere con Dr. Iuppa)
Per ogni numero:
Materiale già su CD per Programma Mechintosch ( a cura della Redazione)[5]
I, II, III Bozza;
Cianografica,
Allestimento  a filo
Etichettatura,
Cellofanatura,
Spedizione  (indirizzario a cura Redazione: Resp. Alberto Marenga),
Ritiro rese
Consegna in sede.
Per Ogni numero, tiratura 1000 costo, di cui 700 spedite e 300 distribuite a mano,  da spuntare 2500 euro a numero..

Per il calendario, pronto ed approvato entro marzo/aprile, stessa procedura
Costo 500 Euro per 1000 Copie.

(Nota per i soci della sezione non in relazione: E' evidente che se si chiedono a diverse tipografie preventivi eliminando i sopradetti punti il prezzo scende. Ad esempio se si usa la carta igienica, e non la carta normale, come  carta da stampa, la rivista costerebbe molto di meno; in più la rivista potrebbe avere un uso che in questo momento non ha. Quindi avrebbe due usi rispetto all'unico attuale. I vantaggi sono evidenti: minor costo per l'Associazione e doppio uso della rivista per il Socio. E' la tesi della Segreteria generale della Associazione la quale sostiene che altre tipografie potrebbero praticare costi inferiori a quello della convenzione, tesi peraltro sostenuta dal Vice Presidente ff (lettera del Direttore responsabile alla S&C del 22 febbraio 2013). Penso che Vice Presidente ff e Segretariato Generale  hanno proprio ragione. Occorre risparmiare. Nota per il dibattito)

  1. Compensi.
L’Associazione non può dare compensi per prestazioni. Ma Solo rimborso spese
 Fino ad oggi l’unica persona che riceva rimborso spese di tutte quelle sopra nominate era il Dr. Alberto Marenga  La spesa maggiore è i muoversi tra l’Abitazione e la Tipografia, situata a Portonaccio. Altre spese. Ufficio, collegamento ad internet, postali, di dattilografi uso dei mezzi e soprattutto telefoniche (cellulare) con i Soci.

Il Direttore Responsabile, il Direttore ed altri componenti la redazione non hanno mai avuto rimborsi spese negli ultimi anni, sostenendo in media dai 100/ai150 euro a numero per: collegamento ad internet, cellulari, stampanti, carta, cancelleria ed altro. Questo aspetto  delle spese minute per la edizione della Rivista dovrà essere riconsiderato.


Conclusioni finali.

Il quadro così delineato potrebbe diventare la base corretta della collaborazione tra i vari componenti e l’Associazione. Ognuno con suo Ruolo, come è sempre stato fato con il Gen. Poli.

Roma 2 Febbraio 2013.
( Il dibattito sulla collaborazione alla rivista è aperto. Note ed indicazioni secondo le note modalità) 

[1] Si attua così il principio che le massime cariche della Rivista sono ricoperte da Combattenti
[2] Gli Studenti collaborano per avere delle Pubblicazioni da inserire nel Curricula. Per questo la Rivista ha la forma di una Rivista Scientifica. Ed è il loro compenso. I Cultori pubblicano le loro ricerche e studi.
[3] La Convenzione in essere 2012 si basa sul fatto del pagamento anticipato dei numeri alla Tipografia. Ciò permette di abbattere i costi, ovvero con la Spesa di 2500 a Numero si hanno: I, II, III Bozza, Cianografica, Allestimento, Etichettatura, cellofanatura, spedizione, ritiro resi, e consegna presso la sede elle riviste non spedite. Ogni 4 numeri stampati, con l’aggiunta di 500 Euro, si aggiunge il Calendario (I, II, III Bozza; Cianografica, Allestimento con tre punti centrali, Etichettatura, Cellofanatura, Spedizione, Ritiro rese consegna in sede). Totale Convenzione 10000. Euro annui anticipati. Preventivi svolti presso altre tipografie, per quanto svolto sono più alti. Questo è possibile per il fatto che con il Dott. Iuppa, proprietario della Tipografia, con cui si collabora da oltre 10 anni, è particolarmente sensibile ai temi della Guerra di Liberazione e molto vicino alle Forze Armate.
[4] Il Costo aggiuntivo era di 5000 euro. Il programma del 2012, peraltro, era sulla base di quello del 2011
[5] Per ottenere questo gli articoli e le note devono essere inviati 75 giorni prima della uscita del numero, per dare la possibilità di inserirli nel programma e renderli atti per la Tipografia. ( A Cura della redazione: in ispecie si occupano di questo lavoro, oltre al Sottoscritto, Alberto Marenga, Osvaldo Biribicchi, Federico De Rienzi, e altri in modo occasionale).

venerdì 22 febbraio 2013

Corso di Storia Militare. 15°, VIII della Serie

Napoleone ed i principi dell’Arte della Guerra[1]

Le conclusioni e lezioni apprese
Luigi Manfredi

 Napoleone fu indubbiamente un grande tattico ma soprattutto fu un grande stratega. Si celebrano le sue battaglie ma si trascura il fatto che a quelle battaglie vinte Napoleone giunse attraverso concezioni strategiche ad amplissimo respiro, soprattutto per allora ([2]). In entrambe le campagne d’Italia non furono solo importanti le singole battaglie ma grandioso e ardito disegno strategico che ne fu la premessa.

Le vicende della prima e della seconda campagna d’Italia ([3]) insegnano che tra i principi dell’arte della guerra sia da aggiungere “saper approfittare della fortuna” e non è un paradosso. Essa ha giocato un ruolo molto importante in queste due campagne e non solo in queste: a Marengo Desaix avverte il rombo del cannone e arriva in tempo mentre a Waterloo Grouschy, inviato da Napoleone fuori dell’area della battaglia, sente il rombo del cannone ma non rientra, ritenendo di dover eseguire il primitivo ordine dell’imperatore. Gli esiti furono ovviamente opposti.

Emblematica, sotto questo profilo, l’operazione Voltri nella prima campagna, voluta dal suo predecessore, da lui non condivisa ma utilizzata per distrarre forze nemiche dalla direttrice di gravitazione dello sforzo ([4]).
Adottò sempre rapidi mutamenti degli schieramenti e delle direzioni d’attacco in funzione dell’evolvere delle situazioni ([5]) ([6]).

Seppe con intelligenza suddividere i reparti sul territorio, mantenerli leggeri per muovere più agevolmente ([7]), per sopravvivere con approvvigionamenti e saccheggi e per confondere il nemico sulla direzione dello sforzo principale, e concentrarli nel momento decisivo per realizzare la massa facendo leva sulla velocità di spostamento delle truppe ([8]).

“L’Imperatore fa la guerra con le nostre gambe” dicevano i “grognard”([9]). I soldati francesi erano in prevalenza contadini di leva, che muovevano solo con l’armamento, il munizionamento e quei pochi viveri che venivano distribuiti, dormivano all’addiaccio al fuoco dei bivacchi quando non trovavano case coloniche dove rifugiarsi ([10]).
Ciò, al contrario degli austriaci, militari di carriera i quali, come scrisse Napoleone a Sant’Elena, non si capiva come facessero a combattere così appesantiti.

Aveva un rapporto privilegiato con i soldati che a Lodi lo soprannominarono “il piccolo caporale” e che chiamava i miei figli, anche se poi non esitava a sacrificarli a migliaia, anziché con i generali che teneva piuttosto a distanza, e visitava i reparti con frequenza (a differenza degli austriaci) ([11]).

Una sua costante preoccupazione fu la ricerca della sorpresa attraverso la scelta di linee d’operazione alternative  e dovunque mantenendo il segreto sulle proprie intenzioni ([12]).

Ebbe l’intuizione e sperimentò l’impiego delle artiglierie a massa anziché disperderle a supporto diretto dei singoli reparti ([13]). Privilegiò anche l’impiego a massa della cavalleria; nell’Armata di riserva la cavalleria era tutta al comando di Murat, mentre gli austriaci, pur avendo reparti di cavalleria ben più efficienti ed equipaggiati dei francesi, non seppero impiegarla a massa, cosa che avrebbe cambiato l’esito della battaglia ([14]).

Napoleone può essere considerato l’inventore delle unità complesse pluriarma (Divisioni e Corpi d’Armata) da utilizzare come pedine autonome, mentre gli austriaci consideravano il reggimento solo come unità organiche e non necessariamente operative, che in combattimento potevano essere scisse per ricostituire altri reparti “ad hoc”.

Per quanto riguarda l’organizzazione di Stato maggiore, è’ noto che Berthier fu il Capo di Stato maggiore per eccellenza di Napoleone, bravo a tavolino, meno quale Comandante. Occorre però precisare che Bonaparte utilizzò gli Stati maggiori quasi esclusivamente come organi per la redazione e la diffusione delle sue direttive verbali, piuttosto che come organo di consulenza in senso moderno.

La consapevolezza della sua superiorità oppure l’urgenza gli faceva spesso scavalcare lo Stato maggiore e colloquiare direttamente con i Comandanti in sottordine. Inoltre, sovrapponeva più canali per far giungere lo stesso ordine, a causa del rischio che i corrieri a cavallo potessero essere intercettati.

La logistica e l’organica non dovevano costituire un ostacolo al perseguimento dei movimenti e delle operazioni: l’armata di riserva che scavalcò le Alpi fu completata e approvvigionata marcia durante e ancora quando era giunta di a sud dei passi alpini.

In sintesi, Bonaparte applicava i principi fondamentali della guerra in modo intuitivo con audacia e grande flessibilità, contro avversari lenti e metodici, che operavano con concezioni mutuate dai loro predecessori ([15]) ([16]). Sostanzialmente nessun nuovo principio ma una determinata pragmatica e realistica applicazione degli stessi. Perseguiva i propri obiettivi con grande determinazione, senza mai darsi per vinto, costi quel che costi anche in vite umane.

Curiosamente ed inspiegabilmente, Napoleone non promosse l’innovazione nei mezzi e nei materiali: il fucile era quello del 1777 ad avancarica e laborioso da impiegare (Mod. Charleville), con una gittata utile di 100 metri, così come le artiglierie che risalivano alle realizzazioni di Gribeauval.

Voglio terminare con un’altra caratteristica di genialità di Bonaparte, la sua capacità di rappresentare gli eventi a proprio uso e consumo, con una maestria nell’arte della comunicazione che aveva già messo in luce nella prima campagna, modificando fatti, tempi e perdite, ad uso della fama delle sue truppe ma soprattutto sua ([17]).  Ciò che non gli riuscì sul campo gli riuscì nella propaganda.

Il resoconto francese della battaglia di Marengo (ma dovrei dire i resoconti perché ne esistono ben quattro, l’ultimo dei quali presentato a Napoleone Imperatore proprio a Marengo nell’anniversario della vittoria) fu via via addomesticato, stravolto e mistificato sin dal primo momento e negli anni successivi; furono redatte quattro relazioni successive francesi, nelle quali si volle dimostrare che l’esito della battaglia non fu dovuto al caso ma a una precisa decisione strategica del Primo Console. Lo scopo era evidente: si trattava di una provvidenziale vittoria che consentiva al Primo Console di consolidare il proprio potere in Francia, anche se non concludeva la guerra contro l’Austria.

Sotto il profilo della mitizzazione del Personaggio, è emblematica la rappresentazione del passaggio del Primo Console sul Gran San Bernardo: il famoso quadro di David con Napoleone su un cavallo bianco. La realtà è ben diversa: lo superò a dorso di mulo e rischiò pure di cadere in un burrone.

( Il Corso di Storia Militare all'ISSMI è iniziato in data odierna. Chi ne è interessato può visionare i materiali al blog www.coltrinarimassimo.blogspot.com) 





[1] Libera trascrizione da appunti dalla Lezione Tenuta dal  Sen. Gen. Luigi Manfredi al 10 Corso ISSMI, Corso di Dottrine Strategiche e Storia Militare
[2] La campagna d’Egitto aveva l’ambizioso obiettivo di colpire La Gran Bretagna nelle Indie.
[3] Gli austriaci le definiscono “campagna 1796-97 in Italia” e “campagna 1800 in Italia”.
[4] La guerre ne se compose que d’accidents. Bien que tenue de se plier à des principes généraux, un chef ne doit jamais perdre de vue tout ce qui pet le mettre à même de profiter de ces accidents. Le vulgaire appellerait cela bonheur, et ce ne serait pourtant que la propriété du génie.
[5] Un plan de campagne doit avoir prévue tout ce que l’ennemi peut faire et contenir en lui-même les moyens de la déjouer. Les plans de campagne se modifient à l’infini, selo les circonstances, le génie des chefs, la nature des troups et la topographie du théâtre de la guerre.
[6] L’on pourra m’accuser de témérité: jamais de lenteur.
[7] Il est cinq choses que ne doit jamais quitter le soldat: son fusil, ses cartouches, son sac, ses vivre pour quatre jours au moins, et son outil de pionnier.
[8] Le secret des grandes batailles consiste à savoir s’étendre et se concentrer à propos …… Ce n’est pas en disséminant le troupes et en les éparpillant q’on arrive à un résultat…. Ce ne sont pas le troupes qui vous manquent, c?est la manière de le réunir et d’agir avec viguer. La vitesse, à la guerre, est la moitié du succès.
[9] Nome gergale degli orgogliosi veterani delle guerre napoleoniche.
[10] Le mellieur soldat n’est pas tant celui qui se bat que celui qui marche…… Chaque soldat a troi paires de souliers: une aux pieds, deux dans le sac.
[11] Un homme qui n’a pas de considération pour les besoins du soldat de devrait jamais le commander.
[12] Il n’y a pas nécessité de dire ce que l’on a l’intention de faire dans le même moment où on le fait.
[13] Le canon, comme toute les autres armes, doit être réunie en masse si l’on veut obtenir un résultat important.
[14] La méthode de mêler  des pelotons d’infanterie avec la cavalerie est vicieuse, elle n’a que d’inconvénients; la cavalerie cesse d’ètre mobile. Elle est gênée dans tous ses mouvements, elle perd son impulsion, et l’infanterie est compromise; au premier mouvement de la cavalerie, elle est sans appuis.

[15] La perte du temps est irréparable à la guerre; les raisons que l’on allègue sont toujour mauvais, car le opérations ne manquent pas que par les retards.
[16] À la guerre, l’audace est le plus beau calcul du génie.
doit la diminuer de la moitié ou d’un tiers; à la guerre tout est moral.
 [17] Rien n’est plus contraire aux regles militaires que de faire connaître la force de son armée ….. lorsqu’on est conduit à parler de se forces, on doit les exagérer à les rendre redoubtable en doubland ou en triplant le nombre; et, au contraire, lorsq’on parle de la force de l’ennemie, on doit la diminuer de la moitié o d’un tiers: à la guerre, tout est moral.

martedì 19 febbraio 2013

Il Blog del Centocinquantesimo "Montello"

2012: tante luci, troppe ombre

Il quarto anno di vita del nostro Blog si è appena concluso.
Il 2012 è stato un anno ricco di eventi; sarebbe stato un anno da ricordare tra quelli più significativi, se l’ombra nera della scomparsa del nostro amato Comandante, Alessandro Duranti, non ne avesse offuscato, praticamente cancellato, la gioia.
Con Lui, è scomparso l’ultimo punto di riferimento di un periodo, entusiasmante, della nostra vita: l’ultimo cordone ombelicale con un passato irrepetibile che ha condizionato l’esistenza di tutti Noi.
In questo 2012, il 150° “Montello” è stato protagonista attivo di iniziative che non trovano eguali negli altri Corsi.
Si è incominciato con il doveroso saluto al nostro Capo Corso che lasciava il Servizio attivo; poi sono venute  le “Vacanze sarde”, splendidamente e perfettamente organizzate da Piero Franco; si è proseguito con la meritoria raccolta-fondi a favore  della “Junior Finale”, culminata e suggellatacon la cerimonietta in Accademia, sicuramente “semplice nella forma ma profonda nel significato”; si è concluso con “l’Addio alle Armi” che ci ha visti, commossi partecipanti, uniti al cospetto della Sacralità del Milite Ignoto.
E’ evidente che tutte queste iniziative non avrebbero potuto raccogliere l’adesione della totalità, per motivi vuoi finanziari, vuoi motivazionali, vuoi di età; motivi, certo, tutti legittimi, tutti “giustificabili” che, però, perdono molto del loro valore se rapportati alla finalità dell’iniziativa.
Prendiamo la nostra “Facciamo giocare i ragazzi” che avrebbe dovuto sconvolgere le coscienze di ognuno, inducendo una spinta partecipativa spontanea ed immediata, tale da far compilare bonifici a spron battuto,  senzase e senza ma; eppure la risposta è stata fiacca, stiracchiata, talvolta “spintanea” e comunque  tale che non ci avrebbe permesso di raggiungere una cifra decorosa senza le generose donazioni “esterne”. Diciamocelo, Ragazzi: non ci abbiamo fatto una bella figura, anche perché le “pensioni” che percepiamo ( e che sappiamo l’uno dell’altro)  ci avrebbero consentito di avere ben altro peso!
Ma, se questo (gretto) episodio può esser rapportato alla lunghezza del “braccino” di ciascuno, riesce difficile trovare “giustificazioni” alla scarsa partecipazione al Raduno ottobrino che era stato indetto per dare testimonianza, nel luogo più sacro alla Patria, di una vita vissuta  nel rispetto di quel Giuramento prestato quarantaquattro anni prima.
Si pensava, infatti, che uomini che, a prescindere dalla durata,  avevano avuto il privilegio di indossare l’Uniforme sentissero l’imperativo morale di “riconsegnare” simbolicamente quell’uniforme a Colui che li rappresenta tutti.
Purtroppo, non è stato così; purtroppo, a fronte dei pochi che “avrebbero voluto manon hanno potuto”, ci sono stati molti che “avrebbero potuto ma non hannovoluto”, senza avere nemmeno la dignità di rispondere all’invito, magari adducendo una delle tante scusanti che l’età ci mette a disposizione.
Sinceramente, si è portati ad un moto di pietosa comprensione nei loro confronti; una profonda pietà per l’occasione che hanno volutamente gettato al vento e che, ahiloro, non potranno più cogliere.
Questi preoccupanti e pericolosi scricchiolii nella tanto decantata “saldezza” del Corso hanno avuto, purtroppo, un brutto epilogo in occasione della scomparsa del Comandante.
Nonostante infatti, tuttifossero stati avvertiti, nonostante la triste notizia fosse stata pubblicata sul Blog, nonostante tutto questo, nemmeno il 10% è riuscito a trovare due minuti due da dedicare ad un Suo necrologio scritto che poi avrebbe costituito una raccolta da inviare a Figli, quale ultima testimonianza del nostro affetto e della nostra gratitudine nei Suoi confronti.
Vabbè che la posta elettronica non tutti la aprono, vabbè che il Blog pochissimi lo leggono, vabbè tutto quello che vi pare ma….possibile che in tutte e tre dicasi tre manifestazioni dove avrebbe dovuto essere straripante il trasporto, l’afflato morale, possibile che ci sia stato un siffatto menefreghismo? Possibile che la grande maggioranza abbia preferito chiamarsi fuori o meglio, rimanere nel suo baccello di egoismo? O, magari, si è trattato di un preoccupante ma significativo segnale che quel “meraviglioso” con cui amiamo autodefinire il Corso, forse, sarebbe meglio ridimensionarlo?
In questo, per certi versi sconsolante contesto, non si può dimenticare la scarsa –ma grandemente qualificata- partecipazione al Blog; questo strumento che ci eravamo regalati, demandandogli l’arduo compito di mantenere vivi e saldi antichi legami, rinnovati in occasione dei Quarantennali. Anche in questo settore, non è che le cose siano incoraggianti: coloro che intervengono sono sempre gli stessi e decisamente pochini,  anche se quanto da Loro esternato ha sempre costituito eccellente base di interessanti e proficue discussioni, nonché occasione di approfondimento culturale.
Ciò non significa che molleremo, anzi; anche se rimanesse solo uno ad intervenire, continueremmo lo stesso a tenerlo in vita, perché, forse, è l’unica fiammella che ci permette di ricordare il grande incendio che ci coinvolse tutti il 22 ottobre 1968.
In definitiva, il 2012 è stato un anno decisamente entusiasmante sul versante propositivo ma, onestamente, deprimente su quello partecipativo e non solo fisicamente.
In genere, difronte a simili conclusioni, si fanno auspiciper un miglioramento futuro; ce lo auguriamo di vero cuore ma…potremo reggere la concorrenza dell’anagrafe e dell’egoismo?!
Q.d.B.

martedì 5 febbraio 2013

Un invito non arrivato

Dopo oltre due mesi, è arrivata una email del Presidente ff che, per competenza, è stata inoltrata a chi di dovere. Comunico a tutti i Soci che questo evento è da sottolineare in quanto da metà novembre non si era avuto alcuna risposta. Le comunicazioni dovevano essere veramente in seria difficoltà in quanto nulla è giunto in merito alla Cerimonia di Montelungo. Nessuno si è fatto vivo. Eppure ai primi di ottobre era stata diramata una circolare da parte della Segretaria Generale, inviata a tutti i maggiore Comandi, da quello dei Carabinieri a tutti gli Stati Maggiori, con la quale si annunciava all'urbe ed al mondo che per l'8 Dicembre si sarebbe tenuto un "Rancio d'Onore" per i Combattenti della Guerra di Liberazione, presso una caserma di Cassino. Richiamo, come Presidente, tutti i soci a non commentare in modo non accettabile simili iniziative, ancorchè facendo i conti dell'Età dei Combattenti e la loro presenza a Montelungo in pieno inverno, più che un "Rancio d'Onore" si può parlare di incontro tra pochi.
Forse proprio per questo, non essendo noi excombattenti non siamo stati invitati. Aggiungere qualcuno di noi avrebbe potuto far lievitare e tutti sappiamo quanto ci si tiene a risparmiare, anche l'ultimo centesimo. Avremmo anche potuto far presente che la Sezione, sia quando era in vita, sia adesso che è "Costituenda" poteva far presente che a Chianciano ha presentato una mozione in cui tutti i costi delle manifestazioni devono essere sostenuti da chi vi partecipa, sia esso Presidente, Segretario, Vice Presidente, Consigliere o Socio Semplice. Una mozione che ha fatto inorridire ed abbiamo sentite le rampogne del Segretario generale in merito. In ogni caso noi insistiamo nel dire che per trasferte, alberghi, pranzi ed altro, ancorchè organizzati per cerimonie come quelle di Montelungo, l'Associazione non deve pagare al singolo nulla. Se la "spendw review" deve essere applicata, si deve iniziare da queste cose. 
In ogni caso l'invito non è giunto e noi come Sezione siamo rimasti a casa. Ma la cosa che più ci ha fatto dispiacere e leggere l'Elenco della Sezioni ANCFARGL, nel quale non compare la Sezione "LI Bersaglieri Montelungo", il cui Presidente Bedina in questo momento ammalato,  ha dato ogni suo contributo. Proprio L'Anno scorso il gen. Marzollo era con noi, e dopo la sua morte, un tratto di penna, ed è già dimenticato. Lui che a Montelungo si commuoveva sempre ricordando le gesta della 2 Compagnia, quella decimata sul 2° Peccia.
Forse è stato un bene che l'invito a Montelungo non sia arrivato. Troppi i bei ricordi degli anni passati. (Tofone che ci indica dove è partito per dare l'assalto al primo roccione) per poter poi mettersi in fila in una "messline" per consumare un "Rancio d'Onore" per i Combattenti della Guerra di Liberazione.