| L’inaugurazione della via dei
  Trionfi – Adunata Nazionale dei decorati al Valore Militare. Roma 28 ottobre
  1933. Giorgio Madeddu Il 28 ottobre 1933, in occasione
  dell’undicesimo anniversario della “Marcia su Roma”, ai decorati al Valore
  Militare fu concesso il privilegio di inaugurare, nella capitale del Regno,
  la Via dei Trionfi. La strada, oggi in parte deviata dal suo percorso
  originario, si sviluppava lungo le attuali via di San Gregorio e via dei
  Verbiti, passando intorno all’Arco di Costantino andando a confluire
  nell’attuale via dei Fori Imperiali (già via dell’Impero, inaugurata nel
  1932). (Fig. 1) L’istituto del Nastro Azzurro
  organizzò la partecipazione all’evento in maniera magistrale, decine di
  migliaia di decorati confluirono nella Capitale provenienti da ogni parte
  d’Italia per partecipare a quella che venne anche denominata “Prima Adunata
  Nazionale”.  Per l’occasione, ad ogni decorato
  partecipante all’evento fu assegnata una “Tessera – Adunata” nominativa e
  numerata che costituiva il titolo di viaggio gratuito per recarsi a Roma sui
  treni ordinari o speciali. Treni speciali partirono da Trieste (N.1), da
  Bolzano (N.2), da Milano (N. 3), da Torino (N. 4), da Reggio Calabria (N.5)
  ed infine da Lecce il Numero 6. (Fig. 2, 3, 4). A tutti i partecipanti, oltre la
  Tessera, venne distribuita la medaglia commemorativa dell’evento (Fig. 5) e
  un distintivo rappresentante l’Emblema Araldico dell’Istituto. Il Popolo d’Italia del 27 ottobre
  riportava le immagini degli oggetti distribuiti ai decorati. (Fig. 6) Nella prima mattinata del 28
  ottobre, presso la Stazione Termini, iniziarono ad affluire le bandiere delle
  Forze Armate e i gonfaloni dei Comuni decorati al Valore Militare, migliaia
  di decorati si ammassarono in perfetto ordine nel piazzale antistante la
  stazione. Mentre il corteo iniziava a comporsi per lo sfilamento, la banda
  dei Carabinieri a cavallo, con l’esecuzione della Marcia Reale annunciava
  l’uscita dalla stazione delle 25 bandiere decorate al Valore che si avviavano
  per prendere posto alla testa del corteo. I reparti schiarati presentarono le
  armi e, contemporaneamente, le rappresentanze dei decorati e le folle
  presenti si posizionavano sull’attenti. Le bandiere di esercito, marina,
  aereonautica, truppe coloniali e Comuni decorati al Valore Militare, nel
  rispettivo ordine di sfilamento, erano precedute da uno squadrone di
  Carabinieri a cavallo e dalla banda musicale dei Carabinieri, dietro le
  bandiere seguiva un reggimento di formazione. Il corteo proseguiva con il
  labaro del “Partito”, scortato del segretario on. Starace e dal
  vicesegretario on. Marpicati, nonché dalla 112a Legione della Milizia, dietro
  di questi, il labaro con il Direttorio del Gruppo Medaglie d’Oro e il labaro
  con il Direttorio del Nastro Azzurro.  Perfettamente inquadrati seguivano
  i Gruppi degli ufficiali, dei cappellani e dei sottoufficiali decorati. Un
  plotone di Carabinieri a cavallo chiudeva il corteo. Il corteo iniziava il percorso
  dirigendo, tra file festanti di cittadini, verso piazza dell’Esedra passando
  per via Principessa di Piemonte dove era schierata una centuria di Balilla
  moschettieri che, al passaggio del corteo, presentava le armi. In via
  Nazionale, balconi con drappi tricolori e con i colori della Capitale,
  facevano da cornice a due ali di folla esultante che si prolungavano sino a
  piazza Venezia.  Al Vittoriano erano schierati, da
  un lato le Giovani Italiane mentre sul lato opposto trovavano spazio i
  Marinaretti, i Balilla, gli Avanguardisti e i Giovani Fascisti, di fronte a
  questi erano schierate oltre 40.000 Camice Nere appartenenti ai gruppi
  rionali romani. L’ Associazione dei Mutilati, quelle dei Volontari, dei
  Combattenti, le diverse Associazioni d’Arma nonché le organizzazioni
  sindacali e dopolavoristische, erano invece schierate sulla via dell’Impero
  sino alla Basilica di Massenzio, dove era stato eretto il palco reale,
  addobbato di velluto cremisi e di un baldacchino con la corona reale ricamata
  in oro. Seguivano le tribune per le autorità, il corpo diplomatico e gli
  invitati. Sul lato opposto, davanti al palco reale, prendevano posto le madri
  e vedove dei Caduti in guerra e le donne decorate al Valore Militare. Prima dell’Arco di Costantino,
  prendevano posto i presidenti di Senato e Camera, Ministri e Sottosegretari,
  Senatori e Deputati nonché le alte cariche dello Stato decorate al Valore
  Militare. Duecento tra labari e fiamme delle sezioni del Nastro Azzurro erano
  schierati assieme ai componenti del Consiglio nazionale dell’Istituto, ai
  mutilati, arditi e volontari decorati al Valore Militare. Attraversato l’Arco di Costantino,
  il corteo si schierava e si disponeva ad ascoltare il messaggio del Capo del
  Governo, letto dal Segretario del Partito. Alle 11,15 gli squilli degli
  “attenti” avvisavano dell’arrivo del Re che veniva accolto dalle autorità
  presenti.  Montato a cavallo il Re passava in
  rassegna i reparti e i gruppi schierati per “saluto al Re!”, la rassegna
  terminava intorno alle 12. Conclusa l’inaugurazione della nuova
  via dei Trionfi, le autorità e il Direttorio del Nastro Azzurro si spostavano
  nella già gremita piazza Venezia dove, dopo aver reso omaggio al sacello del
  Milite Ignoto, assistettero al discorso del Duce. In questa occasione venne
  consegnato al Direttivo del Nastro Azzurro il nuovo labaro nazionale. La cerimonia ebbe grande risalto
  nella cronaca dei quotidiani nazionali che dedicarono la prima pagina, quanto
  nei periodici (si tralascia in questa sede ogni commento sulla stampa durate
  il ventennio); anche La Tribuna Illustrata, l’Illustrazione del Popolo e La
  Piccola Italiana, dedicarono la prima pagina corredata da rappresentazioni
  della cerimonia (Figg. 6,7,8,), l’Archivio Storico dell’Istituto Luce
  conserva decine di fotografie dell’evento. Per il Nastro Azzurro fu un momento
  di grande esposizione mediatica, ma anche di definitivo assoggettamento al
  regime, durante il conferimento del nuovo labaro nazionale “all’aristocrazia
  della guerra”, il Capo del governo stabilì la nuova consegna: “… Fate che le glorie
  del passato siano superate dalle glorie dell’avvenire!”. Fonti Archivio Storico della Stampa, 28 e
  29 ottobre 1933 Archivio Storico del Popolo
  d’Italia 27, 28,29 ottobre 1933 Archivio Storico Corriere della
  Sera, 13, 28, 29 ottobre 1933 | 

 
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