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giovedì 20 marzo 2025

Rivista QUADERNI n. 4 del 2024 Ottobre Dicembre 2025 34° della Rivista

 


Nota redazionale:

 

Ultimo numero dell’anno 2024, riporta, dopo l’editoriale, l’intervento di presentazione del Calendari0 Azzurro del 2025 dedicato al Valore Militare nella Guerra di Liberazione da parte di Antonio Vittiglio. LO stesso Calendario, creato e predisposto da Antonio Daniele nella sua interezza tipografica.

 

Il Mondo da cui viviamo, la Memoria, in Approfondimenti, Giorgio Madeddu pone alla attenzione generale le sue ricerche in merito alle prime Medaglie al Valore Militare del Regno di Sardegna, sostenendo tesi tanto originali quanto documentate. In Dibattiti, affronto il tema dei Rapporti tra il partito d’Azione ed il partito comunista in piena Guerra di Liberazione, con materiali per approfondire i variegati apporti della sinistra italiana nella nascente democrazia repubblicana. Osvaldo Biribicchi, in Dibattiti, tratta di un argomento dedicato alla Resistenza nell’Alto Lazio con testimonianze di chi allora protagonista degli eventi. In Archivio, Marco Maria Contardi ci illustra, dal punto di vista architettonico, come l’Esercito Italiano curi il patrimonio artistico ereditato dalle scelte derivanti dalle Leggi Siccardi del 1854. Questa parte, infine, si conclude con l’intervento di Davide Corona con un articolo sulla Guardia alla Frontiera, il Corpo confinario esisto dal 1933 al 1946.

 

Il Mondo in cui viviamo, la realtà d’oggi, porta. In “Una Finestra sul Mondo” un contributo di Nicolò Paganelli, utilizzando il sistema parametrale, dedicato a Cuba, mentre Massimo Dionisi, in Geopolitica delle Prossime Sfide, ci proietta già nel nuovo anno con le eventuali minacce che il Giubileo 2025 innesca come derivazione dei conflitti sia nel Mediterraneo che nella instabilità del Sahel. In chiusura, in Scenari, Regioni, Quadranti, tre carte commentate in merito ai rapporti tra Cina e Russia, ed alla presenza di questa in Africa. Le rubriche di chiusura rispecchiano la tradizione della Rivista. Infine da notare che, come conclusione dei 10 anni del CESVAM (25 settembre 2014 -25 settembre 2024) la II e la III Pagina di Copertina della Rivista riporta la Presenza del CESVAM in Rete e l’elenco delle pubblicazioni attivate. Un augurio migliore per questa data anniversaria non ci si poteva aspettare.

(massimo coltrinari, direttore del CESVAM – Centro Studi sul Valore Militare)

 

 

I Pagina di  Copertina. “Medaglia del Decennale della Fine della Prima Guerra Mondiale (1928).Opera dello scultore Aurelio Mistruzzi, reca l’immagine  di “Roma communis Patria” e nel verso, l’apoteosi glorificatrice del Milite Ignoto

 In base ad un accordo con la S.I.A.M. 8Societa Italina per l’Arte della Medaglia riservò integralmente tutti gli utili della vendita di detta Medaglia a favore dell’Istituto del Nastro Azzirro.

IV di Copertina: I Libri del Nastro Azzurro.

 

 

domenica 9 marzo 2025

ANNESSO BOLLETTINO NOTIZIE ALBO D'ORO n. 2 Febbraio 2025

 

ANNESSO

A: BOLLETTINO NOTIZIE DEL CENTRO STUDI SUL VALORE MILITARE

Situazione bimestrale dello stato di sviluppo, approntamento e finalizzazione de:

ALBO D’ORO NAZIONALE DEI DECORATI ITALIANI E STRANIERI DAL 1793 AD OGGI

Email: albodoro@istitutonastroazzurro.org

 Indirizzo: Canale YOU TUBE: ISTITUTO NASTRO AZZURRO. CESVAM

ANNO III, N. 2, Febbraio 2025, 1  Marzo 2025

 

 III/2/451. La decodificazione di questi numeri è la seguente: III anno di edizione dell’annesso, 2 il mese di edizione di INFOCESVAM – ANNESSO ALBO D’ORO, 451, il numero della comunicazione dal numero 1 ad oggi, riferita ad ogni Federazione/Provincia citata o altra notizia. Il presente Bollettino svolge anche la funzione di informazione “erga omnes” dello stato, sviluppo e realizzazione del ALBO D’ORO NAZIONALE DEI DECORATI ITALIANI E STRANIERI DAL 1793 AD OGGI”. Dal mese di aprile 2024 riporta anche indicazioni e notizie su tutti i materiali editi dall’Istituto del Nastro Azzurro. Questo ANNESSO trova come naturale complemento la piattaforma www.cesvam.org. Dal 1 gennaio 2025 anche come report dei video pubblicati sul Canale You Tube dell’Istituto Nastro Azzurro - CESVAM

III/2/452 – Provincia di Fermo. È confermata la notizia che la nuova provincia delle Marche non ha alcun albo d’oro dei Decorati al Valor Militare.

III/2/453 – Provincia di Sondrio. Affidato nel mese scorso a Luigi Marsibilio l’inserimento dati di questa Provincia, alla data odierna sono stati inseriti il 20% dei Decorati della Provincia

III/2/454 – Cruscotto inserimento dati – Home Page Variazione. 1. Albo d’Oro dei Decorati al Valor Militare Italiani e Stranieri dal 1792 ad oggi. Aggiornamento: Albo d’Oro Decorati Italiani e Stranieri dal 1792 ad oggi

III/2/455 – Provincia di Pordenone. Utente Monica Apostoli. Sono stati inseriti tutti i Decorati. Mancano circa 300 motivazioni annesse.

III/2/456 – Provincia di Ascoli Piceno. Utente Claudio Fiori. La ricerca delle fonti procede. L’inserimento dei dati sulla base della fonte in uso è del 20%

III/2/457 -  Provincia di Treviso. L ‘Utente Laura Monteverde ha iniziato inserimento dei Decorati. Fonte definita “Provincia del Piave

III/2/458 - Cruscotto inserimento dati – Home Page Variazione. 1 Decorazioni Individuali. Aggiunta: Assegnazione Decorazione al Valore di Forza Armata

III/2/459 - Provincia di Frosinone. L’Utente Roberta Bottoni ha inserito il 20% dei Decorati

III/2/460 – Aldo Belvederesi, in accordo con Claudio Fiori, è entrato come utente per la Provincia di Fermo e per la Provincia di Ascoli Piceno

III/2/461 - Cruscotto inserimento dati – Home Page Variazione 1. Decorazioni Collettive. Aggiunta: Assegnazione Decorazioni di Valore di Forza Armata.

III/2/462 - Il Blog di riferimento per l’Albo d’Oro continua ad essere associazionismomilitare.blogspot.com aggiornato alla data odierna

III/2/463 Provincia di Roma. L’Utente Laura Tomasini ha inserito il 25% dei Decorati di detta Provincia

III/2/464 - Cruscotto inserimento dati – Home Page Informazioni. Variazione. 1 Guida all’inserimento. Inserito il blog di riferimento: www.associazionismomilitare.blogspot.com

III/2/465 - Utente Carlo Maria Magnani. Alla data odierna risulta aver inserito 8466 (precedente 8266) Decorati

III/2/466 - Sito Albo d’Oro. Home Page. Attivazione nel mese di marzo del comparto Guida all’Albo d’oro Nazionale Decorati al Valor Militare. (Roberto Orioli)

III/2/467 - Alla data odierna sono stati inseriti Decorati per un totale di 43182 unità.

III/2/468 - Nel mese di febbraio le sessioni di lavoro per aggiornamento dell’Albo d’Oro sono state quattro (venerdì 14, martedì 18, venerdì 21 Lunedi 24). La stessa cadenza si pensa di tenerla nel mese di marzo 2025.

III/2/469 - Cruscotto inserimento dati – Home Page Informazioni. Variazione. 1 QUADERNI ON LINE. Inserito il blog di riferimento: www.valoremilitare.blogspot.com

III/2/470 - La Direttrice della Biblioteca di Ancona anche a gennaio 2025 ha comunicato che non è possibile accedere al Fondo Santini per avere documentazione sul Valore Militare di Ancona. Nel mese di marzo si procederà all’inserimento dei Dati in possesso (Testo Valore Anconetano)

III/2/471 - Cruscotto inserimento dati – Home Page Informazioni. Variazione Pubblicazioni Inserito il blog di riferimento: www.storiainlaboratorio.blogspot.

III/2/472 - Sito Albo d’Oro. Home Page. Attivazione nel mese di marzo del comparto Guida all’Albo d’Oro Nazionale Decorati al Valore di Forza Armata. (Roberto Orioli)

III/2/473 - Utente Roberta Bottoni. Alla data odierna sono stati inseriti 5050 (precedente 4027) Decorati relativi alle varie provincie, tra cui Vicenza e Frosinone

III/2/474 - Cruscotto inserimento dati – Home Page. Visualizzazione Variazione. Inserito il CANALE YOU TUBE - Per accedere voce ISTITUTO NASTRO AZZURRO CESVAM.

venerdì 28 febbraio 2025

Andrea Lopreiato. Un Parallelismo tra il nostro risorgimento e la guerra in Afganistan

 

QUI SI FA L’AFGHANISTAN O SI MUORE!

Un parallelismo tra il nostro Risorgimento e la guerra in Afghanistan.

 

LA NOSTRA PERCEZIONE DELLA STORIA E DEI FATTI

Nel suo libro “Apologia della Storia”, Marc Bloch, professore di Storia e padre dei moderni studi storici, narra un episodio da lui vissuto che può considerarsi l’incipit del libro stesso. Bloch, sottufficiale di leva, poi divenuto ufficiale durante il primo conflitto mondiale, era stato successivamente richiamato nell’Esercito francese anche durante la Seconda Guerra Mondiale, quale capitano addetto all’intelligence. La vita militare di Bloch influenzò molto il suo lavoro di storico e di patriota, tanto che egli perderà la vita, dopo aver combattuto come soldato in due guerre, quale membro della Resistenza francese. Insomma, una sorta di Indiana Jones ante litteram che scambiava libri e penna con fucili e bombe a mano con inusuale disinvoltura.

Quando nel giugno del 1940, l’Esercito francese si era rapidamente piegato all’avanzata tedesca, in quella che viene chiamata la “Campagna di Francia” o “Battle of France” dagli Alleati e mentre lo Stato Maggiore dell’Armata presso cui Bloch era inquadrato attendeva rassegnata il momento della cattura, trovandosi circondata a Dunkerque; in quel frangente un Ufficiale dello staff si abbandonava ad un commento: “Dobbiamo forse pensare che la storia ci abbia ingannati?”. Cosa non avevano capito i francesi della storia recente di conflittualità con la Germania?

Infatti, spesso la Storia viene studiata e non imparata, talvolta imparata ma non capita o ancor peggio, viene capita a modo nostro, ossia con i filtri dati dai nostri costrutti sociali e pertanto, difficilmente riusciamo a guardare la cosa da un’altra prospettiva o essere empatici con altre culture, col risultato di non capire la lezione, fallire il pronostico e non comprendere il perché un fatto si sia verificato, come fatto ottant’anni fa dall’Ufficiale citato da Bloch.

Ricordo che, nel 2014, un collega statunitense, davanti a una mappa del Medio Oriente, mi sottolineava come l’Iran fosse uno stato canaglia, inspiegabilmente a suo parere, nonché una minaccia per gli Stati Uniti. Gli risposi che io non ero un esperto di geo-strategia, tantomeno di geo-politica, però gli feci notare che c’erano truppe americane in Afghanistan, Iraq, Emirati del Golfo, una flotta che navigava nel Golfo Persico e una nel Mediterraneo, ossia quasi a circondare l’Iran per intero. Gli chiesi poi, “Se ci fossero truppe iraniane in Canada, in Messico, a Cuba e due flotte in navigazione nell’Atlantico e nel Pacifico, come americano, cosa penseresti? Chi sarebbe in quel caso sotto minaccia?”. La sua onesta risposta fu che non aveva mai osservato la situazione da quel punto di vista, ovvero dal punto di vista iraniano.

 

UN SINGOLARE PARALLELISMO

Le forze della coalizione a guida statunitense, dapprima con insegne nazionali e poi sotto i vessilli della NATO, hanno operato in Afghanistan per circa 20 anni dal 2001 al 2021, salvo poi terminare la missione con una ritirata fulminea, con i tratti drammatici di una rotta e con tanto di tragedia umanitaria di fuga di profughi e “collaboratori” disperati, le cui immagini hanno da subito fatto venire in mente la fuga americana da Saigon del 1975.

Ristudiando la storia dell’Afghanistan degli ultimi cinquant’anni, non ho potuto fare a meno di fare un parallelismo tra le vicende di quel tormentato Paese centrasiatico e il nostro Risorgimento.

Lungi da me paragonare il regime teocratico dei Talebani, che tanto si discosta dai nostri costumi, ai padri della Patria, ovvero di paragonare Massoud a Garibaldi; tuttavia ritrovo nello sviluppo politico-militare degli avvenimenti, volti alla riunificazione e indipendenza nazionale dei due Paesi, numerose affinità.

Verso la fine degli anni ‘70, l’Afghanistan è in balia di correnti interne che si dimenano tra chi vorrebbe modernizzare ed emancipare il Paese e chi lo vorrebbe ancorato alla tradizione agricola-feudale e ai ristrettivi precetti religiosi. Come spesso accade nei Paesi in via di sviluppo, il divario tra grandi città e campagne/montagne è abissale. I modernisti auspicano un futuro radioso per il loro Paese sotto le idee socialiste e i promessi principi di equità, abolizione di precetti e benefici feudali, ricevendo al contempo tecnologia e modernità. Complice di tutto, ovviamente, la confinante Unione Sovietica, portatrice internazionale di presunti valori sociali e morali, la quale avrebbero liberato tutte le nazioni del mondo dall’oppressione dei capitalisti, peraltro già cacciati dall’area un secolo prima quando si presentarono sotto forma di colonialisti britannici.

Dopo una serie di insurrezioni e mosse politiche poco chiare, nel 1979 l’URSS è “costretta” a intervenire a beneficio del vicino, caldamente invitata a Kabul dai comunisti locali, per portare il Paese verso la modernità e l’emancipazione. La cosa entusiasma forse un piccolo nucleo di “illuminati” cittadini, ma è ostile al clero e ai possidenti terrieri che subito mobilitano la popolazione nelle zone agro-pastorali dell’interno; tuttavia, il file rouge che unisce tutti i gruppi tribali, religiosi ed etnici non comunisti è cacciare lo straniero dal suolo patrio.

Non è uno scenario molto differente da quanto fatto da Napoleone nel 1796, quando entra in Italia con le armi portando i precetti della rivoluzione francese; acclamato da una frangia della borghesia italiana ma osteggiato dal clero e dai nobili, con popolani e contadini tiepidi poiché, col pragmatismo della povera gente, sanno che la loro vita non sarebbe assolutamente cambiata.

L’intervento sovietico in Afghanistan chiede subito un tributo di soldati locali per combattere la “reazione” dei Mujaheddin sostenuti dal clero e dagli altri oppositori, supportati, sebbene tiepidamente all’inizio, dalla potenza rivale dell’URSS: gli Stati Uniti. Ciò alla stregua della “Legione Italiana” che Napoleone portò a combattere sino in Russia, senza peraltro mai concedere al forte contingente il rango di Corpo d’Armata. Diciamo che più che i principi e la morale, alla Grand Armée così come all’Armata Rossa serviva “carne da cannone”.

In Afghanistan, nel 1989, dopo dieci anni di lotta, la “reazione” non è domata e anzi, gli Stati Uniti forniscono sempre nuovi e più potenti armamenti, anche se da soli non sarebbero decisivi, poiché l’URSS non impiega che il 2% delle sue forze nel Paese e un repentino surge di truppe sovietiche potrebbe ribaltare in un attimo la situazione. La vera differenza la fanno i Mujaheddin afgani; dei guerrieri indomabili che non danno tregua ai sovietici.

Tuttavia Gorbaciov nel 1989, come un novello Napoleone a Waterloo, ha a che fare con più grossi stravolgimenti politici interni ed è costretto a ritirare la sua Grand Armée, in realtà eufemisticamente chiamata “Contingente limitato di forze sovietiche in Afghanistan”.

Come il ritiro di Napoleone lascia due regni filo-napoleonici in Italia, appunto il Regno d’Italia e il Regno di Napoli, anche Gorbaciov lascia in Afghanistan uno stato filo-sovietico retto dal presidente Najibullah; in entrambi i casi i destini di questi Stati fantoccio sono segnati in partenza e resistono poco tempo senza il supporto della potenza che li ha istituiti.

Nel 1992, Najibullah lascia il potere e la “reazione” guidata dai Mujaheddin riprende il controllo della nazione, riportando tutto ad un’era pre sovietica, proprio come il Congresso di Vienna aveva fatto dopo le guerre napoleoniche, riportando grossomodo l’Europa al pre 1789.

Come avvenne in Italia per i moti del 1820-1821 e 1830-1831 che cercavano di stravolgere lo status quo dei regni italiani dall’interno, anche l’Afghanistan nel 1996 dovette assistere ad un radicale cambio di regime interno, quando il governo dei Mujaheddin venne sostituito violentemente con il regime dei Talebani.

Ritornando in Italia nel 1815; ecco che dove aveva perso il predominio la Francia napoleonica si affrettava ad arrivare l’Austria o meglio l’Impero Asburgico; come nello scenario centrasiatico moderno arrivano gli Stati Uniti, storici avversari dell’URSS. Quest’ultima era infatti già stata piegata nel confronto della “guerra fredda” e poi era implosa politicamente e si era successivamente disgregata in 15 realtà nazionali, nel 1991; cosa che lasciava gli USA, nel 2001, anno dell’intervento in Afghanistan, incontrastata guida del mondo, così come l’Austria, piegato Napoleone, divenne egemone in Europa.

Gli americani, così come a suo tempo avevano fatto i sovietici, raccolgono subito un esercito di afgani filo-statunitensi e promettono rapide vittorie e un ancor più rapido sviluppo delle attività socio-economiche. La realtà sul terreno però è ben diversa; le forze della coalizione sono osannate da pochi, osteggiate da molti e in generale nessuno in Afghanistan vede di buon occhio gli stranieri; per questo perdura la guerriglia costante e implacabile dei Talebani.

Una vera e propria similitudine con la situazione italiana tra il 1820 e il 1848, dove gli austriaci costantemente piegano con la forza i moti insurrezionali, ma sempre di nuovi se ne generano per tutta la penisola, spesso avendo come protagonisti gli italiani all’interno delle forze armate, anche quelle asburgiche. Come gli Stati Uniti, anche l’Austria infine cede ma non solo per scontro diretto contro l’avversario insorgente o gli animosi patrioti; semplicemente lascia la presa a causa di una congiuntura internazionale che, nel caso appunto degli asburgici era rappresentato dai vari moti indipendentisti/nazionalisti in corso nell’Impero e dalla costante situazione di confronto con Prussia, Russia e Francia; mentre nel caso degli USA nel 2021 era rappresentato dallo scacchiere asiatico (crisi Taiwan-Cina), europeo (crisi Russo-Ucraina e Repubbliche baltiche), epidemia di COVID e connessa crisi economica. In entrambi i casi, la superpotenza di turno è stata presa per stanchezza, data l’ostinazione, degli abitanti dei rispettivi domini, a governarsi da soli.

 

ULTERIORI SIMILITUDINI

Leggendo le pagine del Pieri e della sua “Storia del Risorgimento italiano”, in più occasioni egli narra di come gli italiani in forza nell’Esercito asburgico, alla prima occasione passassero con gli insorti italiani, se non addirittura con l’Esercito piemontese. Una cosa ritenuta quasi normale, tant’è che in alcune occasioni gli imperiali svincolarono gli ufficiali italiani dal giuramento all’imperatore, lasciandoli liberi di agire secondo coscienza. Un simile comportamento letto con le “lenti” più recenti dovute alle esperienze della Seconda Guerra Mondiale ci appare quantomai singolare. Ritengo altamente improbabile che le forze occupanti del Terzo Reich in Italia nel 1943-1945 abbiano mai concesso a qualcuno di raggiungere la Resistenza o le Forze Armate Cobelligeranti.

Per contro, numerosi report delle truppe della coalizione riportano di “cambi di casacca” frequenti nelle file dell’ANA (Afghan Natianal Army), ovvero di famiglie sparse su entrambi gli schieramenti per motivi economici o infine, soldati che telefonavano a parenti dell’altra fazione per notificare un bombardamento e far sgomberare la popolazione a premessa di un attacco.

Sicuramente, anche a fine guerra in Afghanistan i “capi” avranno subito la rappresaglia dei vincitori, ma il grosso della popolazione si è riunificato dopo quasi 45 anni di guerra ininterrotta; o come l’Italia dopo la seconda guerra mondiale, dove con l’amnistia Togliatti si è cercato di pacificare e non di vendicare.

 

UN’OVVIA CONCLUSIONE

Ribadisco; vorrei mantenere la discussione su un piano storico-militare, lungi da me paragonare il regime dei Talebani ai valori dell’Italia risorgimentale, tuttavia una miglior analisi storica dell’Afghanistan avrebbe potuto portare a differenti valutazioni iniziali e a diverse conclusioni. Forse un consistente raid o azione rapida e decisiva, mordi e fuggi dell’Occidente avrebbe potuto poi mantenere una sorta di deterrenza, con spese enormemente minori e senza spargimento di sangue; ovvero, inserire una piccola, ma specializzata, componente straniera (statunitense o NATO) a guida di forze locali, come peraltro avvenuto positivamente nelle fasi iniziali dell’intervento statunitense; azione che sarebbe stata forse più costo efficace che mantenere migliaia di uomini sulle montagne afgane.

D’altra parte non era stato proprio Carlo Angelo Bianco, nei suoi trattati sulla guerra insurrezionale (asimmetrica) a indicare come fosse impossibile per una potenza, per quanto armata, equipaggiata e forte, vincere su una popolazione desiderosa di battersi per l’indipendenza? Nel lungo periodo l’occupante sarebbe stato destinato a soccombere.

Se l’Italia risorgimentale raccoglieva sempre più proseliti alla causa dell’Indipendenza, dapprima solo borghesi, ma poi anche fasce più basse di cittadini e infine la popolazione tutta, fino a mettere in crisi il confinante impero Asburgico, come potevano non farcela gli afgani, forti peraltro di aver sconfitto britannici e sovietici, a non battere gli Stati Uniti e l’Occidente? Questi per di più lontani mille miglia dalla Madrepatria con un grande sforzo logistico per mantenere un Esercito in armi in Asia centrale.

Il mio parallelo tra Francia napoleonica/Unione Sovietica e tra Impero Asburgico/Stati Uniti si esaurisce al periodo risorgimentale, pertanto non considero la prima guerra mondiale, glorioso periodo durante il quale il Regno d’Italia, in un confronto peer-to-peer, ha sconfitto definitivamente l’Impero Asburgico e suggellato, il 4 novembre 1918, l’Unità d’Italia. Un evento quindi non accostabile alla situazione centrasiatica, a meno che l’Afghanistan non decida di attaccare la Russia o gli Stati Uniti…e batterli!

Tuttavia, data la celerità e la confusione con cui le potenze occidentali hanno lasciato le guarnigioni dell’Afghanistan verrebbe proprio da dire: “I resti di quello che fu uno dei più potenti eserciti del mondo, risalgono in disordine e senza speranza, le rampe degli aerei da trasporto che avevano disceso con orgogliosa sicurezza”.

 

LA STORIA CI HA INGANNATI?

Tornando alla domanda del capitano francese, “Dobbiamo forse pensare che la storia ci abbia ingannati (in Afghanistan)?” o forse  non siamo stati in grado di capire quello che ci voleva dire e applicare le preziose lezioni del Risorgimento che, sebbene a livelli differenti, dovrebbero essere patrimonio comune di ogni italiano.

Ma in realtà cosa sappiamo esattamente del Risorgimento e ancora, cosa ne abbiamo capito? Se avessimo carpito i punti salienti, ossia che un popolo che si vuole affrancare dal giogo straniero ed è concorde, prima o poi ci riesce; peraltro come avvenuto nella totalità di casi simili perlomeno nel XIX secolo, forse non saremmo partiti così baldanzosi per l’Afghanistan. Perché non avrebbe dovuto infine trionfare la guerriglia afgana che aveva comunque già sconfitto Britannici e Sovietici? Vero è che noi avevamo nobilissimi propositi ma forse, se mai avessimo potuto fare due chiacchiere col Radetzky ci avrebbe chiaramente enunciato i suoi altrettanto nobili intenti nel pacificare il Regno Lombardo-Veneto.

Sicuramente non è quel glorioso periodo che è il Risorgimento ad averci ingannati, ma delle sue preziose lezioni su come abbiamo costruito la Patria poco ci resta come patrimonio culturale se non una serie di nomi come Mazzini, Cavour, Garibaldi, Pastrengo, Goito, Custoza e altri, forse oggi più noti come vie di centri storici italiani e che attirano il nostro interesse, non in base all’eroismo o all’epicità degli eventi occorsi, ma piuttosto in base al fatto che ci sia una telecamera che sorveglia la locale zona a traffico limitato.

 

Andrea LOPREIATO

 

 

 

mercoledì 19 febbraio 2025

ANNESSO. BOLLETTINO NOTIZI ALBO D'ORO NAZIONALE DEI DECORATI ITALIANI E STRANIERI DAL 1793 AD OGGI ANNO III N. 1 GENNAIO 2025

 

INFOCESVAM

BOLLETTINO NOTIZIE DEL CENTRO STUDI SUL VALORE MILITARE

centrostudicesvam@istitutonastroazzurro.org

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ANNO XII, 57/58 N. 6, Novembre – Dicembre  2024, 1 Gennaio 2025

ANNESSO

A: BOLLETTINO NOTIZIE DEL CENTRO STUDI SUL VALORE MILITARE

Situazione bimestrale dello stato di sviluppo, approntamento e finalizzazione de:

ALBO D’ORO NAZIONALE DEI DECORATI ITALIANI E STRANIERI DAL 1793 AD OGGI

Email: albodoro@istitutonastroazzurro.org

 Indirizzo: Canale YOU TUBE: ISTITUTO NASTRO AZZURRO. CESVAM

ANNO III, N. 1, Gennaio 2025, 1  Febbraio 2025

 

 III/1/426. La decodificazione di questi numeri è la seguente: III anno di edizione dell’annesso, 1 il mese di edizione di INFOCESVAM – ANNESSO ALBO D’ORO, 401, il numero della comunicazione dal numero 1 ad oggi, riferita ad ogni Federazione/Provincia citata o altra notizia. Il presente Bollettino svolge anche la funzione di informazione “erga omnes” dello stato, sviluppo e realizzazione del ALBO D’ORO NAZIONALE DEI DECORATI ITALIANI E STRANIERI DAL 1793 AD OGGI”. Dal mese di aprile 2024 riporta anche indicazioni e notizie su tutti i materiali editi dall’Istituto del Nastro Azzurro. Questo ANNESSO trova come naturale complemento la piattaforma www.cesvam.org. Dal 1 gennaio 2025 anche come report dei video pubblicati sul Canale You Tube dell’Istituto Nastro Azzurro - CESVAM

III/1/426 - Utente Carlo Maria Magnani. Alla data odierna risulta aver inserito 8266 Decorati

III/1/427 – Luigi Marsibilio. Provincia di Sondrio. Albo d’Oro della Provincia di Sondrio. Inizio alla data odierna

III/1/428 - Utente Monica Apostoli. Alla data odierna risulta aver inserito 1107 Decorati. Provincia di Pordenone. Lavoro all’80%

III/1/429 -  Provincia di Genova. Esiste la possibilità di un nuovo Utente che inserisca i dati della Provincia. In Coordinamento con altri Utenti della Regione, Manuel Vignola e Nicolò Paganelli.                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                         

III/1/430 – Guida Generale. La Milizia Volontaria Sicurezza Nazionale. Questo Corpo Disciolto il 6 Dicembre 1943 aveva le Milizie di Specialità che erano: Confinaria, Ferroviaria, Universitaria, Stradale, Postelegrafonica, Artiglieria da Costa, Artiglieria Contraerea.

III/1/431 – Utente Vincenzo Santoro. Alla Data odierna sono stati inseriti 2556 Decorati della provincia di Catanzaro.

III/1/432 – Provincia di Como, Alla data odierna non si hanno notizie della esistenza di un Albo d’Oro della Provincia.

III/1/433 - Utente Roberta Bottoni. Alla data odierna sono stati inseriti 4027 Decorati relativi alle varie provincie, tra cui Vicenza e Frosinone.

III/1/434 – Corpo Disciolti. Corpo Forestale dello Stato. Esiste dal 15 ottobre 1822 (Regie Patenti del Re Carlo Felice al Decreto legislativo 19 agosto 2016 n.17, quando transita nell’Arma dei Carabinieri

III/1/435 – Provincia di Aosta. Si conferma che la Provincia di Aosta non ha un albo d’oro di pertinenza. Tutti i Decorati sono stati ineriti negli albi d’oro della provincia di Torino.

III/1/436 – Utente Davide Truscello. Alla data odierna sono stati inseriti 3138 Decorati della provincia di Messina.

III/1/437 – Provincia di Sondrio. Nel marzo 2023 affidato ad un utente che non ha proceduto all’inserimento di alcun dato. In data odierna affidato ad altro Utente per inserimento dei Dati Individuali

III/1/438 – Milizia Volontaria Sicurezza Nazionale. Per la Mobilitazione per la Guerra in Africa Orientale ha usato il seguente criterio: ai reparti mobilitati si da lo stesso numero dei reparti di mobilitazione aumentati di 100. Esempio: la Legione di Bergamo 14°, diede vita alla 114m Legione  oer l’esigenza A.O.

III/1/439 Utente Alessia Biasiolo- Alla data odierna sono stati inseriti 3019 Decorati relativi alla Provincia di Brescia.

III/1/440 – Provincia di Catania. Sono Stati inseriti i decorati del Albo d’Oro “Gli Azzurri dell’Etna”.

III/1/441 -  Corpo Veterinario Militare. Istituito con R. D. il 27 Giugno 1861Fonte: Del Giudice V. Silvestri A., Il Corpo veterinario militare. Storia.                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                     

III/1/444 - La Direttrice della Biblioteca di Ancona anche a Gennaio 2025 ha comunicato che non è possibile accedere al Fondo Santini per avere documentazione sul Valore Militare di Ancona

III/1/445- Provincia di Cremona. Sono Stato ineriti tutti i Decorati della provincia sulla base della Fonte “ I Decorati della Provincia di Cremona”

III/1/446 - Sito Albo d’Oro. Home Page. Storia del Valore Militare. A Gennaio 2025 sono iniziati gli inserimenti relativo dedicati ai congressi di Sassari, Torino, Siena, oltre a note riguardanti il 50° Anniversario della Fondazione dell’Istituto  del 1973 a Roma

III/1/447 – Utente Laura Monteverde. Alla data odierna sono stati inseriti 4461 Decorati.

III/1/448 - Il Blog di riferimento per l’Albo d’Oro continua ad essere associazionismomilitare.blogspot.com aggiornato alla data odierna

III/1/449 - Utente Mastrantonio Chiara. Alla data odierna risulta aver inserito 1899 Decorati.

III/1/450 - Prossimo INFOCESVAM – ANNESSO PER ALBO D’ORO sarà pubblicato il 1 MARZO 2025.  Precedenti numeri di Infocesvam (dal gennaio 2023) ANNESSO  sono,  pubblicati su www.cesvam.org e sul sito dell’Istituto del Nastro Azzurro/ comparto CESVAM e sui blog: www.associazionismomilitare e su www.valoremilitare.org. Dal gennaio 2024 L’ANNESSO al Bollettino Infocesvam ha cadenza mensile ed uscirà in modo autonomo.

domenica 9 febbraio 2025

Sergio Benedetto Sabetta. I nostri confini occidentali messi in discussione nel 1945

 

L’ OCCUPAZIONE FRANCESE IN VAL DI SUSA E NELL’ ALTA VALLE DEL CHISONE NELL’ APRILE 1945

Confine Occidentale – Confine Orientale - Sicilia

Prof. Sergio  Benedetto Sabetta

 

            Alla fine dell’aprile 1945, mentre le armate tedesche abbandonavano le valli del Piemonte, alcuni reparti di Chasseurs Alpins francesi scesero ed occuparono la valle di Susa e l’alta valle del Chisone. Questo con una duplice motivazione, sia di punire l’Italia per la sua dichiarazione di Guerra nel giugno 1940, la famosa “pugnalata alla schiena”, che per riprendersi i territori ceduti al Piemonte di Vittorio Amedeo II di Savoia con il trattato di Utrecht del 1713, relativi alle alte valli di Susa, del Chisone e del Varaita.

            Questa occupazione faceva parte in realtà di un piano più vasto rientrante in un documento conosciuto come “Memorandum d’Alger”, elaborato da alcuni intellettuali francesi e consegnato a De Gaulle nell’autunno 1943, in cui era prevista l’occupazione e l’annessione come riparazioni di guerra della Val d’Aosta, il Tendasco, di Torino e di Ventimiglia, oltre alle valli già menzionate.

            I servizi segreti francesi prepararono quindi tre apposite missioni, la Mission Mt. Blanc, la Mission Bananiers e la Mission Escartons, rivolte rispettivamente alla Val d’Aosta, al Tendasco e alle valli occidentali, affidando ai reparti dell’esercito l’occupazione materiale dei territori.

            Solo la Missions Bananiers ottenne qualche risultato le altre fallirono immediatamente per l’opposizione della popolazione locale, ma anche per la ferma resistenza dei reparti partigiani italiani e la disapprovazione degli alleati, USA e Inglesi.

            Il comportamento delle truppe francesi nella loro permanenza, che effettuarono tra l’altro delle puntate anche nella bassa val Sangone fino alle porte delle città di Caseletto, Giaveno e Rivoli, non fu dei migliori, circostanza che creò notevoli attriti con la popolazione e il desiderio di un loro allontanamento, impedendo la prospettiva di una veloce annessione.

            Vi furono atti di violenza oltre che di semplice intimidazione da parte di alcuni militari francesi, questo sia in termini di violenza fisica su donne come a Cesana e a Granges di Pragelato, che di razzie e furti in case e alberghi, come segnalato nella relazione a firma dell’ispettore del CLN Maggiorino Marcellin.

            Inoltre avvennero casi di insensibilità verso gli stessi partigiani italiani, come nel caso accaduto il 12 maggio in cui un autocarro partigiano che trasportava le salme appena riesumate di tre partigiani italiani caduti nell’agosto 1944 fu fermato da alcuni soldati francesi a Sestriere e requisito, scaricando le tre salme trasportate. Recuperato con difficoltà dallo stesso Marcellin riprese la corsa ma fu nuovamente bloccato a Fenestrelle, per proseguire tra molte altre difficoltà.

            In uno scambio epistolare tra l’ispettore italiano e il comandante delle forze francesi per l’accaduto, l’ispettore invitò il comandante francese all’osservanza di alcune regole comportamentali, minacciando altrimenti di rivolgersi agli alleati presenti nella zona con un numero notevole di uomini.

            La violenza da parte francese si rivolse anche verso gli stessi partigiani italiani, come accadde a Exilles il 21 maggio 1945, quando il comandante partigiano Giovanni Gonella ( “Ferrua” ) venne malmenato da quattro militari del 159° Chasseurs Alpins mentre transitava in auto. La stessa sorte riguardò anche il suo aiutante Riccardi, anch’esso percosso da altri soldati dello stesso reparto mentre cercava soccorso, solo l’intervento di alcuni militari alleati arrivati nel frattempo a bordo di una camionetta risolse la situazione.

            Tale condotta provocò una forte reazione sia della cittadinanza che dei partigiani, come nel caso di Gonella dove nello stesso luogo ove era stato malmenato, due giorni dopo, una vettura francese con un ufficiale e due soldati di scorta fu fatta saltare su una mina, l’ufficiale riportò l’amputazione di una gamba mentre i due soldati perirono.

            Altro episodio drammatico avvenne il 23 giugno 1945 a Susa dove un attentato terroristico causò la morte di due militari francesi e una cameriera italiana, anche all’Albergo del Sole, oggi Hotel Napoléon, una bomba nella stufa del ristorante esplose causando il ferimento di altri sei militari francesi.

            La reazione delle truppe francesi occupanti fu rabbiosa, la mattina successiva all’uscita dalla Messa domenicale alcuni abitanti vennero prelevati come ostaggi e solo l’intervento personale del Vescovo Carlo Marra portò allo loro liberazione, nella città si verificarono alcune sparatorie tra le truppe francesi e i Carabinieri italiani, venne imposto il coprifuoco ad oltranza, una laboriosa trattativa tra le autorità alleate dell’AMGOT (Allied Military Government of Occupied Territory) e quelle francesi riuscì a limitare il provvedimento alle sole ore notturne per farlo ritirare del tutto successivamente.         

            Nel frattempo procedeva un’intensa azione di propaganda tra la popolazione a favore dell’annessione, i francesi a tal fine non esitarono di avvalersi degli elementi nazionalisti della ex Repubblica di Salò, al fine di contrastare questa propaganda i circoli filoitaliani fecero circolare numerosi dossier contenenti le schedature dei fascisti conosciuti che si pensava fossero passati al servizio di Parigi.

            A questi mezzi si aggiunsero i volantini filo francesi passati di mano in mano, schede di adesione ad un futuro plebiscito per l’annessione, l’introduzione della toponomastica francese, l’affissione di manifesti propagandistici, alcuni firmati da un fantomatico “Comitato di Liberazione delle Valli Piemontesi e Francesi”.

            In queste operazioni si venne ad una interferenza tra militari francesi e i loro servizi segreti, neppure l’area geografica su cui operare risultò definita, tanto che alcuni ufficiali francesi manifestarono nel frattempo uno scarso entusiasmo per la loro iniziativa che già dalla fine del maggio 1945 portò al fallimento della Mission Escartons, con il richiamo dei reparti  francesi a Briancon.

            Anche sul confine orientale si venne a creare un conflitto con i reparti partigiani di Tito, i quali, occupata l’Istria e Trieste puntavano ad annettere tutto il territorio del Friuli fino al Tagliamento. In questo scontro rientrano le foibe e la storia della Brigata “Osoppo”, nonché l’occupazione alleata di Trieste con la successiva suddivisione nelle Zone A e B affidate rispettivamente agli alleati e alle forze di Tito.

            Solo l’inizio della Guerra Fredda bloccò l’annessione di Trieste alla Jugoslavia, considerando l’importanza del porto per il retroterra balcanico.   

            Anche in Sicilia con lo sbarco alleato del luglio 1943 si crearono dei problemi territoriali, basta considerare il comportamento dei militari italiani nel settore occidentale della Sicilia in cui il 70% dei soldati delle divisioni “Assietta” e “Aosta” il 21 luglio 1943, a sbarco avvenuto, si dissolse senza lasciare traccia, si trattava dei militari siciliani.

            Al contrario non avvenne una simile diserzione di massa nella divisione “Livorno”, in cui i soldati siciliani erano appena il 9%, e nella divisione “Napoli” in cui i soldati siciliani erano il 60%, divisioni che si trovavano nella Sicilia orientale quindi al di fuori della sfera di influenza del baronato latifondista che aderiva al MIS (Movimento per l’Indipendenza della Sicilia). Queste due divisioni si batterono eroicamente per fermare l’avanzata alleata, al contrario delle altre due divisioni il cui scioglimento compromise l’intero apparato difensivo.

            A supporto della problematica relazione tra il MIS e i servizi segreti USA vi sono i massacri di 76 prigionieri italiani da parte americana a Biscari, degli 8 carabinieri di Gela passati per le armi sebbene si fossero arresi, come a Comiso per i 50 prigionieri italiani e 60 soldati tedeschi, anch’essi arresi, si considerava la loro resistenza un puro voltafaccia.

 

Bibliografia

 

·        G. Aimino – G. Avondo – C. Rolando , Cronache della Liberazione in Piemonte, 69 – 75, Edizioni del Capricorno, 2015;

·        M. Avagliano – M. Palmeri, Paisà, sciuscià e signorine. Il Sud e Roma dallo sbarco in Sicilia al 25 aprile, ed. Il Mulino, 2021;

·        A. Calore, Lo sbarco alleato del 1943 in Trinacria/ Sicania/Sicilia, 19- 21, in Liberi ( ANRP) n. 4-5 del 2022.

           

 

venerdì 31 gennaio 2025

CENTRO STUDI SUL VALORE MILITARE - CESVAM - CATALOGO

            LE EDIZIONI A STAMPA 2014 - 2024

CATALOGO

(A cura di Massimo Coltrinari)

L’Istituto del Nastro Azzurro fra Combattenti Decorati al Valore Militare, nelle sue molteplici attività nel campo di diffondere dei valori statutari, si è impegnato, dal 2014, nella promozione culturale, finalizzata alla conoscenza storica, attraverso anche l’attività editoriale.

 

I volumi che sono stati pubblicati, oltre 50 titoli, che sono le risultanze delle attività di ricerca e studio attivate tramite progetti, riguardano i variegati aspetti della storia militare e, in generale, la storia contemporanea attraverso la particolare ottica del Valore Militare, sia espresso che non riconosciuto.

 

Questo percorso editoriale ha l’intento di valorizzare e stimolare la conoscenza del Valore Militare italiano, soprattutto verso le generazioni più giovani, come contributo e sostegno alla loro formazione di uomini e di cittadini nell’esempio e nel ricordo di chi ci ha preceduto.

 

E’ disponibile, DAL GENNAIO 2025  un Catalogo, dal titolo “ Le edizioni a stampa 2014 -2024” edito dal Centro Studi sul Valore Militare – CESVAM che si può chiedere a: centrostudicesvam@istitutonastroazzurro.org. Per ogni altra informazione: segreteriagenerale@istitutonastroazzurro.org.