studentiecultori
BLOG DI RIFERIMENTO DELLE ATTIVITA' DEL GRUPPO "STUDENTI E CULTORI DELLA MATERIA" CHE SI E'AGGREGATO PER STUDIARE LE TEMATICHE INERENTI I VARI PERCORSI DI FORMAZIONE PERSONALE. IL GRUPPO NASCE NEL 2009 E DOPO L'APRILE 2013 SI E' APERTA ANCHE ALLA RICERCA ED APPROFONDIMENTO UNIVERSITARIO E POST DOTTORALE.SUSSIDIO DIDATTICO AI MASTER ATTIVATI. Spazio esterno del CESVAM per le relazione esterne (Curatore. Massimo Coltrinari. Info:didattica.cesvam@istitutonastroazzurro.org)
Traduzione
lunedì 29 settembre 2025
sabato 20 settembre 2025
Il Conte Rosso. L'azione di soccorso del Motoveliero ELSA
“L’AFFONDAMENTO DEL PIROSCAFO REQUISITO “CONTE ROSSO” - 24 MAGGIO 1941”.
APPENDICE 03/2025 DEL 01.07.2025
L’AZIONE DI SOCCORSO DEL MOTOVELIERO “ELSA”
Nell’ottobre del 2023 l’Istituto del Nastro Azzurro Fra Combattenti Decorati al Valor
Militare ha pubblicato, a cura del suo Centro Studi sul Valor Militare (CESVAM)
e per i tipi Archeoares, il saggio di Marco Montagnani,
“L’affondamento del Piroscafo requisito “Conte Rosso” - 24 maggio 1941”. Oramai
pressoché esaurito.
L’Autore
vuole divulgare, con cadenza mensile, salvo imprevisti o contingenze, appendici di ciò che per vari motivi non ha trovato posto nell’opera pur essendo
interessante, compresi aggiornamenti e correzioni ai suoi contenuti e le novità
importanti relative alla tragica storia del Piroscafo.
Ogni appendice è caratterizzata dalla
sintetica significatività dei suoi contenuti.
Chiunque volesse fornire a titolo gratuito
materiali per questa rubrica, la cui pubblicazione sarà insindacabilmente
valutata dalla Redazione, potrà scrivere all’indirizzo: federazione.asti@istitutonastroazzurro.org allegando la liberatoria che ne autorizza
la divulgazione. Detti materiali
non saranno restituiti salvo particolari accordi.
L’AZIONE DI SOCCORSO DEL
MOTOVELIERO “ELSA”
“Giuseppe Padovani, comandante del motoveliero “Elsa” – requisito
nel giugno del 1940 e messo a disposizione della Regia Marina Italiana – e i
suoi marinai riuscirono a salvare trentacinque naufraghi del transatlantico
“Conte Rosso”, affondato nel Mediterraneo centrale»
Il
grande piroscafo “Conte Rosso” era partito la mattina alle quattro del 24
maggio 1941 da Napoli […]. In occasione del suo affondamento, il motoveliero
Elsa del Compartimento di Rimini – che da circa un anno prestava servizio di
vigilanza antiaerea presso una base della Sicilia –, riceveva l’ordine di
salpare immediatamente per cooperare al salvataggio dei naufraghi. Gli
intrepidi marinai riminesi, ad onta del mare tempestoso avvolto nella più
assoluta oscurità, obbedivano all’ordine ricevuto e senza alcun indugio si
mettevano al seguito di una grossa unità navale per raggiungere il luogo.
Durante il tragitto, a causa del buio, perdevano il contatto. Privi della loro
guida e senza alcun orientamento di rotta, i nostri marinai vagarono sino alle
prime luci dell’alba, quando, fortunatamente, avendo scorto sul mare alcune
tracce del naufragio, riuscirono ad avere un punto di riferimento per
proseguire le ricerche e compiere l’atto altamente umano per cui si erano mossi
dalla base. Avvistata finalmente una zattera, con manovre assai difficili per la
furia degli elementi marini, riuscivano ad accostarla e a prendere a bordo del
loro motoveliero i ventuno uomini che vi si trovavano, alcuni dei quali feriti.
Successive ricerche portavano alla scoperta di un’altra zattera con altri
naufraghi che furono tratti a bordo dell’“Elsa”. Dopo aver scrutato ancora
invano la distesa infinita del mare per scorgere altri scampati al naufragio, i
nostri bravi marinai deliberarono di ritornare a terra, anche perché gli uomini
raccolti avevano bisogno di ristoro e di cure. Trentacinque furono le persone
salvate da Giuseppe Padovani e dai suoi valorosi marinai (dalla rivista
ARIMINUM – Anno XIX, n. 3, Maggio Giugno 2012).
martedì 9 settembre 2025
Monte Marrone. Premessa
Progetto 2024/3. Traccia.
Il presente volume intende procedere ad una analisi, secondo il metodo storico, degli avvenimenti che si sono succeduti tra il Comando Supremo del Regno d’Italia, ed il Comando del XV Gruppo di Armate Alleato al fine di prevedere, mantenere ed impiegare forze combattenti italiane come contributo alla lotta alla coalizione hitleriana nell’ambito di quello che è stata definita la “cobelligeranza” all’indomani della dichiarazione di guerra alla Germania del 13 ottobre 1943, sulla base dell’armistizio firmato a Malta dal Governo Italiano e dal Gen. Eisenhower, Comandante in Capo delle Forze Alleate in Mediterraneo.
In particolare, dal punto di vista ordinativo, l’evoluzione delle forze combattenti italiane, prima il I Raggruppamento Motorizzato e poi il il Corpo Italiano di Liberazione (C.I.L.), la loro consistenza ed il loro impiego dalla sera del 16 dicembre 1943 fino al 30 aprile 1944. Ovvero dalla reale ipotesi dello scioglimento integrale di ogni unità combattente italiana all’inserimento della “Nembo”.
Costituiranno altresì oggetto di approfondimento le fasi dal ritiro dalla linea del I Raggruppamento Motorizzato, il suo riordinamento alle azioni attuate dal C.I.L. sul Monte Marrone (31 Marzo – 10 Aprile 1944), azioni che per il loro successo rappresentano la chiave di volta per comprendere come sia prevalso l’atteggiamento positivo alleato verso gli Italiani e il potenziamento delle iniziali forze combattenti, nonché i rapporti tra il C.I.L ed i Corpi di spedizione Francese e Polacco.
Suoi limiti di tempo e di spazio
Il periodo oggetto di studio decorre dalla seconda decade di dicembre 1943 e si conclude alla fine di aprile 1944 . In tale periodo ha operato militarmente il I Raggruppamento Motorizzato (dicembre 1943 – aprile 1944), vien ritirato dalla linea, le richieste di uomini per impieghi logistici degli alleati aumentano, la rivolta dei bersaglieri ed altre vicissitudini di carattere politico-disciplinare segnano la compattezza delle truppe, l’azione su Monte Marrone, la trasformazione del I Raggruppamento Motorizzato il 18 aprile 1944, denominato Corpo Italiano di Liberazione (C.I.L.).
Per un chiaro ed esauriente esame degli avvenimenti verrà brevemente con cenni richiamato il periodo storico antecedente fino all’8 settembre 1943, data dell’armistizio italiano con le forze alleate,
L’area delle operazioni esaminata, dopo un cenno alle varie linee di resistenza ed arresto organizzate dai Tedeschi a difesa di Roma, è incentrata sulla linea “GUSTAV” (cd. linea invernale), che corre lungo il Garigliano e il Sangro dal Tirreno all’Adriatico, per arrivare alla zona nord della regione Marche. Le singole operazioni analizzate hanno interessato il Monte Marrone, cima alta 1770 metri che domina la valle del Volturno, nella zona delle Mainarde.
Scopi e criteri dello studio
Lo studio dell’azione svolta sul Monte Marrone, intende consentire l’indagine sul valore morale e tattico nonché sulla credibilità della reale efficienza del soldato italiano presso gli Alleati e le conseguenze che questo ha determinato nei mesi successivi, fino alla trasformazione nel C.I.L. ( settembre 1944) ed, infine, nella creazione dei Gruppi di Combattimento. Queste forze combattenti rappresentano il contributo italiano alla Campagna d’Italia, accanto alla Divisioni Ausiliare ed alle Salmerie di Combattimento che, alla fine della guerra, aprile 1945, ammontano ad oltre 500.000 mila uomini
domenica 31 agosto 2025
INFOCESVAM N. 3 DEL 2025
INFOCESVAM
BOLLETTINO NOTIZIE DEL CENTRO STUDI SUL VALORE MILITARE
centrostudicesvam@istitutonastroazzurro.org
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ANNO XII, 65/66/, N. 3, Maggio - Giugno 2025, 1 luglio 2025
XII/3/1001 La decodificazione di questi numeri è la seguente: XII anno di edizione, 3 il Bimestre di edizione di INFOCESVAM, 1001 il numero della comunicazione dal numero 1 ad oggi. Il presente Bollettino svolge anche la funzione di informazione “erga omnes” dello stato, sviluppo e realizzazione dei Progetti dell’Istituto del Nastro Azzurro, in funzione del supporto scientifico alla offerta formativa dei Master. Inoltre dal gennaio 2023 ha assunto anche la funzione di aggiornamento delle attività di implementazione dell’Archivio Digitale Albo d’Oro Nazionale Dei Decorati al Valor Militare Italiani e Stranieri dal 1793 ad oggi, con la pubblicazione di un ANNESSO. L’ultima indicazione aggiorna o annulla la precedente riguardante lo stesso argomento
XII/3/1002 - La sessione estiva di Laurea (Anno Accademico 2024 – 2025 ed anni accademici precedenti) per i Master di 1° Liv. Storia Militare Contemporana e Politica Militare Comparata dal 1960 ad oggi si è tenuta in sede il giorno 16 giugno 2025. Di seguito i nomi dei laureati.
XII/3/1003 – Progetto 2020/2 Prigionia italiana in mano Britannica 1941 -1947. Il Primo volume Africa Orientale Italiana 1935-1940. “Impero: tra realtà e propaganda” è nella versione Bozza 1 Revisione. Compilazione Indici dei Nomi propri, geografici e militari. La copertina è stata composta ed edita.
XII/3/1004 - Collaborazione CESVAM – Associazioni. Roma. 26 giugno 2025 il Direttore del CESVAM, presso la sede del Gruppo Medaglie d’Oro ha presidetuo alla presentazione del Volume di Giovanni Cecini “ I grandi Eroi della Seconda Guerra Mondiale”
XII/3/1005 - I Laureati alla Sessione di Laurea estiva di Politica Militare Comparata (vds XII/3/1002) sono: Dr. Casamento; Dr. Corona. Si sono ritirati per questo anno accademico 4 frequentatori.
XII/3/1006 - XII/2/984 – Progetto 2024/4 “Dal Corpo di Liberazione ai Gruppi di Combattimento” Predisposto il Manoscritto 1. Chiesto preventivo di Spesa alla Casa Editrice. Predisposta Bibliografia, Prefazione, Premessa, Ringraziamenti
XII/3/1007 - In distribuzione il n. 2 del 2025 della Rivista QUADERNI. Numero Copie su carta 250, di cui 200 in distribuzione, 10 Archivio Emeroteca, 40 a disposizione. Richiedere copie su carta a: segreteriagenerale@istitutonastroazzurro.org
XII/3/1008 - E’ in preparazione il “CESVAM REPORT” Settembre 2021 – Agosto 2025. N 4 della Rivista QUADERNI” che completa i Report Settembre 2014 – Agosto 2019 (2019) e Settembre 2019 – Agosto 2021 ( 2021). Richiesto preventivo di Spesa. Edizione speciale della Rivista “QUADERNI”
XII/3/1009 - I Laureati alla Sessione di Laurea estiva di Storia Militare Contemparane dal 1792 ad oggi (vds XII/3/1002) sono: Dr.ssa Pasin; Dr. Rustioni, Dr.Boldrini, Dr. Piccione, Dr. Picchierri, Dr.Foria. Si sono ritirati per questo anno accademico 5 frequentatori. Tutti i laureati hanno manifesto l’intenzione di continuare a collaborare con il CESVAM
XII/3/1010 – Castelferreti (AN) - Collaborazione CESVAM – Associazioni. Roma. 26 giugno 2025 il Direttore del CESVAM, insieme al presidente della Federazione Regionale delle Marche, MAVM Claudio Fiori, il 13 giugno 2025 ha presenziato al Convegno “81° anniversario del passaggio del Fronte 1944- 2025. E’ stata svolta la Relazione “Il valore militare al femminile durate la Guerra di Liberazione 1943 – 1945”. Ricordata la staffetta partigiana Teresa Vergalli.
XII/3/1011 - Canale You Tube dedicato all’Istituto del Nastro Azzurro. Mese di Maggio, 4 Video, mese di Giugno, 4 video. Redazione ed edizione a cura del CESVAM I video sono trasmessi ogni giovedì, (ore 08.00). Titolo Canale ISTITUTO NASTRO AZZURRO CESVAM
XII/3/1012 – In occasione della presentazione (Vds. XII/3/1004 del Volume di Giovanni Cecini il 26 giugno 2025 è stato consegnato l’Emblema Araldico al Dott. Goffredo Zignani, nipote della MOVM Goffredo Zignani, fucilato dai tedeschi il 19 novembre 1943 ad Elbassan (Albania). Il Dott. Goffredo Zignani ha chiesto di iscriversi alla Federazione Provinciale di Ancona, per continuare la collaborazione con il CESVAM.
XII/3/1013 - Progetto 2024/2 – Progetto “ 80° della Liberazione. 1944. I Martiti di Fiesole e gli Eccidi in Toscana”. Collaborazione con la Federazione Regionale della Toscana. Coautore Manuel Vignola. Predisposto il Manoscritto 2. Acquisti i dati della II e III Parte ( Vittine da 2 a 9 e Vittime da 10 a 49) Si hanno quindi tutti gli episodi (1415) in cui si sono avute vittime plurime
XII/3/1014 - Collaborazione CESVAM – Associazioni. Associazione Ex Allievi della Nunziatella Sezione del Lazio. Cinema in Divisa. Dato il contributo alla presentazione dei fil di carattere storico. Ed al Giornale illustrativo. Svolto mercoledi 11 giugno 2025 l’incontro di presentazione, alla Scuola Ufficiali dei Carabinieri, di Roma, l’incontro di presentazione per il 2025/2026.
XII/3/1015 - La sessione estiva di Laurea (Anno Accademico 2024 – 2025 ed anni accademici precedenti) per i Master di 1° Terrorismo ed Antiterrorismo Internazionale si è tenuta in sede il giorno 30 giugno 2025. Di seguito i nomi dei laureati.
XII/3/1016 - Progetto 2024/3 – Progetto “ Il Valore Militare e le Fosse Ardeatine”. Collaborazione con Aladino Lombardi. Contatti diretti con la Direzione del Museo della Liberazione di Via Tasso a Roma. Predisposto il Manoscritto n. 3. Predisposto i materiali per tutti i decorati. Predispostta Bibliografia, Premessa, Nota Autore, Presentazione e Prefazione .
XII/3/1017 – Pesaro – Collaborazione CESVAM Federazioni. Federazione Provinciale di Pesaro. Federazione Provinciale di Teramo, 13 giugno 2025. “ Lassu dove volano gli eroi. Storie di aviatori pesaresi e teramani. Il Presidente della Federazione Regionale delle marche dell’Istituto MAVM Claudio Fiori ha svolto un intervento sui temi del Valore Militare e suoi significati. Presentata una vetrina con alcune le pubblicazioni del CESVAM e del materiale divulgativo.
XII/3/1018 – Nel prossimo numero si darà conto delle CHAT attivate per agevolare la comunicazione circolare tra tutte le componenti CESVAM
XII/3/1019 - Gli articoli, note ed altro materiale per la rivista QUADERNI devono essere inviati alla Redazione (quaderni.cesvam@istitutonastroazzurro.org) entro il 15 luglio 2025 p.v., per la valutazione e la preparazione del N. 3 del 2025. (Uscita luglio 2025)
XII/3/1020 – Progetto 2024/1 – “80° della Guerra di Liberazione. Monte Marrone. 1 -10 Aprile 1944. la svolta”. Predisposto in bozza i capitoli I, II, III, IV, e la Bibliografia generale e di pertinenza. Compilati La Premessa, Introduzione, Bibliografia, Nota dell’Autore. Richiesto il preventivo alla Casa Editrice. Predisposto il Manoscritto 2.
XII/3/1021 - In occasione della Conferenza (Vds. XII/3/1010) il 13 giugno 2025 è stato consegnato l’Emblema Araldico al Dott. Carlo Mariotti Zignani, nipote del pludecorato Carlo Mariotti, combattente della I e della II guerra mondiale Il Dott. Carlo Mariotti è socio della Federazione Provinciale di Ancona dell’Istituto del Nastro Azzurro
XII/3/1022 - I Laureati alla Sessione di Laurea estiva di Terrorismo ed Antiterrosimo (vds XII/3/1015) sono: Dr.ssa Bernardini; Dr. Sprenberg, Dr.Speranza, Dr. Garbo, Dr. Alfano , Dr.Revelli. Dr.Avallone, Dr. Aldramaki. Si sono ritirati per questo anno accademico 6 frequentatori. Alcuni di loro hanno manifesto l’intenzione di continuare a collaborare con il CESVAM
XII/3/1023 - Progetto 2024/3 – Titolo. “Dal Corpo Italiano di Liberazione ai Gruppi di combattimento”. Terminata la raccolta del materiale documentario e di quello iconografico. Predisposto il manoscritto 3. da predisporre la Copertina.Predisposto Nota Autore e Ringraziamenti. Predisposta Bibligrafia
XII/3/1024 – Indirizzo del Canale You Tube dell’Istituto Nastro Azzurro. La parola da digitare sulla icona di ricerca è CESVAM
XII/3/1025 - Prossimo INFOCESVAM (luglio - agosto) sarà pubblicato il 1 settembre 2025. I precedenti numeri di INFOCESVAM (dal gennaio 2020) sono pubblicati su www.cesvam.org e sul sito dell’Istituto del Nastro Azzurro/ comparto CESVAM. e sui vari blog sia storici e che geografici.
(a cura di Massimo Coltrinari) info: centrostudicesvam@istitutonastroazzurro.org
venerdì 22 agosto 2025
mercoledì 20 agosto 2025
“L’AFFONDAMENTO DEL PIROSCAFO REQUISITO “CONTE ROSSO” - 24 MAGGIO 1941”. APPENDICE 02/2025 DEL 01.06.2025 MORTI E DISPERSI DEL “CONTE ROSSO” SUDDIVISI PER PROVINCIA DI NASCITA
“L’AFFONDAMENTO DEL PIROSCAFO REQUISITO “CONTE ROSSO” - 24 MAGGIO 1941”.
APPENDICE 02/2025 DEL 01.06.2025
MORTI E DISPERSI DEL “CONTE ROSSO” SUDDIVISI
PER PROVINCIA DI NASCITA
Nell’ottobre del 2023 l’Istituto del Nastro Azzurro Fra Combattenti Decorati al Valor
Militare ha pubblicato, a cura del suo Centro Studi sul Valor Militare (CESVAM)
e per i tipi Archeoares, il saggio di Marco Montagnani,
“L’affondamento del Piroscafo requisito “Conte Rosso” - 24 maggio 1941”. Oramai
pressoché esaurito.
L’Autore
vuole divulgare, con cadenza mensile, salvo imprevisti o contingenze, appendici di ciò che per vari motivi non ha trovato posto nell’opera pur essendo
interessante, compresi aggiornamenti e correzioni ai suoi contenuti e le novità
importanti relative alla tragica storia del Piroscafo.
Ogni appendice è caratterizzata dalla
sintetica significatività dei suoi contenuti.
Chiunque volesse fornire a titolo gratuito
materiali per questa rubrica, la cui pubblicazione sarà insindacabilmente
valutata dalla Redazione, potrà scrivere all’indirizzo: federazione.asti@istitutonastroazzurro.org allegando la liberatoria che ne autorizza
la divulgazione.
Detti materiali
non saranno restituiti salvo particolari accordi.
sabato 9 agosto 2025
Tesi di Laurea. Traccia. Gli Ebrei in Ancona e nelle Marche Storia di una Comunità
L’epoca precisa in cui nell'antichità i primi
ebrei presero stabile dimora ad Ancona, non possiamo affermarla con certezza.
Potremmo supp01Te comunque che, dati i secolari contatti commerciali della
città con i lontani Paesi del Mediterraneo orientale, alcuni mercanti ebrei di
quei luoghi fossero approdati nel porto di Ancona per effettuarvi scambi di
merci varie e che alcuni di essi vi si siano addirittura rifugiati fin
dall'epoca della distruzione di Gerusalemme, voluta da Tito Flavio Vespasiano
nell'anno 70 d.C. Risulta, comunque, che piccole comunità ebraiche erano già
presenti da lungo tempo in varie località del te1Tit01io italiano, specialmente
nel meridione. Sembra addirittura che a Roma la presenza di ebrei risalga al II
secolo a.C. e cioè quando Giuda Maccabeo attinse alleanza con i romani stessi.
Tornando ad Ancona, la presenza nella nostra città dei primi ebrei viene
collocata dalla Sacerdoti[1] presumibilmente prima dell’anno
1000. Se invece dobbiamo attenerci a documentazioni certe, risulta che la
presenza ebraica ad Ancona e nelle Marche in genere, viene fatta risalire ad
epoca relativamente tarda. Abbiamo infatti notizie sc1itte della presenza di
comunità ebraiche nel territorio di Montegiorgio nei primi decenni del 1200,
ove queste comunità vi esercitavano l'industria del lino, della lana e della
concia delle pelli. Sempre nella stessa epoca, troviamo comunità ebraiche a
Camerino, Pesaro e Recanati[2].
Ad Ancona,
sappiamo per certo, infine, che gli ebrei avevano una loro comunità nella
seconda metà del sec. XIII e precisamente nell'anno 1269. Infatti, un'elegia
composta in occasione di un forte terremoto che investì Ancona, veniva recitata
dagli ebrei di Ancona nella loro sinagoga[3]. Detta
elegia, può essere considerata come la più antica testimonianza scritta
esistente sulla presenza degli ebrei ad Ancona; essa si trova conservata,
secondo il Rosenberg, nella Biblioteca Palatina di Parma.
Se vi era dunque
una comunità ebraica, con relativa sinagoga, già nel 1269, ciò significa che
gli ebrei si trovavano certamente ad Ancona in epoca precedente quella data.
Col passare
degli anni, la comunità ebraica anconitana aumentò considerevolmente di numero
e già nel 1300 era seconda solo a quella di Roma. Data la consistenza numerica
non indifferente degli ebrei nel suo territorio, Ancona si vantava pe1fino di
essere una delle p1incipali sedi rabbiniche d'Italia.
Dalla seconda
metà del sec. XV, affluivano poi in grande numero i profughi coinvolti dalle
grandi espulsioni decretate dal Portogallo e dalla Spagna ed anche quelli
provenienti dalle zone dell'Italia meridionale.
Quando, nel
1532, la Chiesa sottomise Ancona al suo dominio, la città fu l'unica, con Roma,
in cui gli ebrei vi potevano rimanere indisturbati e fu in quell'epoca che
venne istituito il Ghetto, onde riunirli ed alloggiarli in un'area ben
circoscritta, pur lasciandoli libe1i di esercitare il loro mestiere ovunque. Ma
non passò molto tempo che gli ebrei ad Ancona conobbero un periodo di vita
assai travagliato. Se si eccettua il regno di Paolo III, il quale protesse gli
ebrei e ne incoraggiò perfino lo stanziamento, e anche del papa Giulio III, che
confermò le bolle e previlegi del suo predecessore, il periodo più sofferto fu
quello sotto il papato di Paolo IV, Gian Pietro Caraffa, ex Arcivescovo di
Napoli e poi capo dell'Inquisizione.
Questo Pontefice, a dire il vero, appena
salito al soglio dimostrò di essere benigno verso gli ebrei, ma ben presto
emanò ordini severissimi contro di loro: gli ebrei vennero rinchiusi nel
Ghetto, che fu munito di un solo ingresso e di una sola uscita; dovevano
portare un segno di colore giallo al cappello; dovevano vendere tutte le loro
merci nel giro di soli 10 giorni; non dovevano tenere né servi né bàlie; gli
stabili ed i rustici di loro proprietà dovevano essere venduti entro sei mesi
ed infine, non dovevano intraprendere nessuno studio, salvo l'arte medica, che
però doveva essere esercitata verso loro stessi.
Inoltre, ad aggravare vieppiù le cose, nel
1556, venticinque marrani di origine portoghese, avendo 1ifiutato di rinnegare
la loro fede, furono impiccati e i loro corpi bruciati in località Campo della
Mostra, l'attuale Piazza Malatesta; fra loro vi era pure una donna, tale Donna
Miora, detta la Prudente[4]. Questo tragico evento
scosse profondamente le comunità ebraiche di tutta l'area del Mediterraneo, che
si mobilitarono per la difesa dei loro c01religionaii perseguitati; fu deciso
di boicottare le relazioni commerciali con il p01to di Ancona ed ottennero
anche l'adesione del sultano turco Ottomano il Magnifico; tutto il traffico
controllato dagli ebrei venne dirottato nel vicino porto di Pesaro. Questo
sollevamento in massa ebbe la durata di ben due anni e fu da tutti considerato
come il primo gesto di difesa degli ebrei contro lo strapotere esercitato dal
papato di allora.
Tale periodo storico fu in sostanza il più
sofferto per tutti gli ebrei di Ancona.
In epoca successiva, si ebbe una relativa
tranquillità. Nel 1586, il Papa Sisto V, il marchigiano di Grottammare, Felice
Peretti, con editto del 22 ottobre permise agli ebrei di abitare finalmente in
ogni città dello Stato Ecclesiastico, lasciandoli liberi di praticare il loro
culto nelle scuole e sinagoghe in loro possesso e persino decretò l'abolizione
del segno distintivo voluto allora da Paolo IV.
A seguito di tali libertà, gli ebrei
anconitani uscirono ben presto dallo squallore e si portarono ovunque a
mercanteggiare; di contro parecchi loro c01Teligionari di altre città si
trasferirono ad Ancona, aumentando così notevolmente il numero delle presenze
in città a tal punto che, dopo due anni, e precisamente nel 1588 bisognò
allargare l'area del Ghetto.
Nel 1595, Clemente VIII, avendo constatato
l'enorme vantaggio derivante allo Stato della Chiesa dal fl01ido commercio
degli ebrei, concesse la franchigia al porto di Ancona, autorizzò la Università
dei Mercanti ad istituire un loro consolato e concesse agli ebrei stessi di
poter godere di tutte le agevolazioni avute ai tempi di Paolo III.
Allorché Papa Clemente venne ad Ancona,
nell'aprile del 1598, “le nazioni ebraica italiana e levantina” - scrisse il
Saracini[5] - “che hanno in essa città
le loro scole, o sinagoghe separate, per la strada suddetta larga di Capo di
Monte e in quel sito di essa di S. Marco, con li loro abiti senza cappello gli
italiani e turbante li levantini in testa, tutti genuflessi e in grandissima
quantità rive1irono e adorarono il Papa”.
In questo modo gli ebrei di Ancona vollero
dimostrare al Papa la loro riconoscenza per le riconquistate libertà.
Altro periodo nero sopravvenne nel 1659,
quando Papa Alessandro VII, il senese Fabio Chigi, decretò che gli ebrei non
dovessero tenere “botteghe, fondachi, magazzeni o rimesse fuori del Ghetto”;
era vietato “pernottare fumi del Ghetto” dove ciascuno doveva rientrare “non
più tardi dell'una di notte e la mattina non poteva uscirne prima del giorno”
sotto pena di “scudi 50 e tre tratti di corda in pubblico gli uomini e dalla
frusta le donne”.
Dopo un lungo periodo di vicende tristi e meno
tristi, arriviamo agli ultimi anni del secolo XVIII e precisamente nel 1785. In
quell'anno si verificò nel Ghetto di Ancona una sommossa popolare che qui ci
piace ricordare: alcuni ebrei di povera condizione, che erano sistemati in
abitazioni malsane ed anguste, protestarono vivacemente contro quei loro
correligionari che, al contrario, occupavano case confortevoli e spaziose, per
di più composte da numerosissime stanze e usufruivano perfino del diritto di
pagare canoni bassissimi; ciò a causa dell'antica istituzione del “Jus Cazacà”
istituzione che pe1metteva loro di poter riaffittare a terzi anche patte di
queste grandi abitazioni, ricavandoci introiti assai esosi. A seguito di tale
fo1te malcontento dei ceti poveri residenti nel Ghetto, l'autorità
ecclesiastica, a cui si rivolsero con ripetute petizioni, fu costretta ad
intervenire nella vertenza e fu quindi concesso di allargare l'area del Ghetto
verso la zona alta di Capodimonte acquistando alcune case di cristiani, per poi
riaffittarle ai più poveri. Nel 1793, accadde un altro fatto increscioso, che
provocò una vera e propria insurrezione popolare contro gli ebrei di Ancona.
Infatti, un ricco ebreo, Sanson Costantini,
proprietario di una casa prospiciente la Chiesa della SS. Annunziata,
nell'attuale via Podesti, aveva fatto togliere dalla facciata di detta casa una
statuetta della Madonna e l'aveva fatta collocare, a sue spese, nel palazzo
comunale. Tale atto irritò enormemente un forte gruppo di popolani, la maggior
parte facchini e marinai che, rimossa la statua dalla sede comunale, volle riportarla
in solenne processione alla p1imitiva collocazione[6].
E così, dopo poco tempo, la comunità
israelitica di Ancona, che alla fine del 700 contava ben 1400 anime, si
apprestava ad accogliere la venuta di Napoleone Bonaparte in Italia.
Quando il 10 Febbraio 1797 giunse ad Ancona,
il Generale Bonaparte soppresse ogni antica istituzione, compresa la S. Inquisizione;
emanò un’ordinanza in cui all’articolo primo decretò che la città di Ancona
doveva essere amministrata da una Municipalità composta da quindici memb1i e
all'articolo tredicesimo si fissavano i nominativi dei componenti tale
Municipalità. Fra essi vi erano compresi ben tre cittadini ebrei: Sanson
Costantini, di cui abbiamo parlato sopra, David Morpurgo ed Ezechia Morpurgo, ricchi
esponenti dell'economia cittadina. Ezechia Morpurgo divenne poi Tribuno del
Dipartimento del Clitumno e in seguito fu anche nominato Senatore della
Repubblica Romana del 1798.
Uno dei primi atti della Municipalità, fu
quello di rimuovere i cancelli del Ghetto e di lasciar liberi tutti gli ebrei
di abitare ed esercitare i loro mestieri in qualsiasi luogo della città.
Purtroppo, questo aureo periodo, che veniva salutato dagli ebrei di Ancona con
manifestazioni di giubilo, doveva cessare dopo poco tempo. Infatti,
ripristinato il potere della Chiesa, il Cardinale Annibale Sermattei della
Genga, salito al trono col nome di Leone XII nel 1823, mise in uso tutte le
proibizioni di alcuni suoi predecessori: furono ricollocati i cancelli al
Ghetto; gli ebrei dovevano rientrare alle loro vecchie abitazioni nel recinto
del Ghetto stesso; era loro vietato pernottare fumi di detto recinto; furono ripristinati
gli antichi tributi.
Con le rivoluzioni del 1831 e del 1848, gli
ebrei anconitani riassaporarono ancora le bramate libertà, sebbene non
completamente come speravano. Ma finalmente, con la liberazione delle Marche da
parte delle truppe piemontesi e la successiva annessione di Ancona al regno
d'Italia nel 1860, fu suggellata la completa e stabile emancipazione
israelitica.
I periodi successivi, dalla prima Gue1rn
mondiale, dove molti ebrei anconitani si distinsero per esemplare patriottismo,
al periodo della dittatura fascista e nella seconda Guerra Mondiale, ove non
pochi nostri concittadini ebrei patirono sofferenze e umiliazioni, lasciando,
alcuni di essi, la vita nei campi di sterminio tedeschi, rientrano ormai nella
storia moderna.
[1] Annie Sacerdoti.
Guida all'Italia ebraica. Genova, 1986.
[2] Rosenberg H.
Cenni biografici di alcuni Rabbini e letterati della comunità israelitica di
Ancona. Casale Monferrato, 1932, pag. VI.
[3] Laras G. Una
composizione poetica del sec. XIII per un terremoto ad Ancona, Rassegna mensile
di Israele, XXXIX (1973).
[4] Feroso G. Gli ebrei portoghesi giustiziati in Ancona sotto Paolo IV, Foligno, 1884, pag. 7.
[5] Saracini
Giuliano. Notitie Historiche della città d'Ancona, Roma, 1675, pag. 402.
[6] Albertini
Camilla. Storia di Ancona, Libro XIII, parte seconda, pagg. da 193 a 198.
mercoledì 30 luglio 2025
domenica 20 luglio 2025
TESI DI LAUREA La battaglia di Vittorio Veneto. Considerazioni
Oreste Bovio
Diaz
vide allora la possibilità di rompere il fronte avversario in corrispondenza della
zona di sutura delle due armate austriache (5a e 6a) del Piave, agendo a
cavaliere della direttrice di Vittorio Veneto, centro logistico di grande
importanza sulla linea di operazioni della 6a armata austriaca. Effettuata la
rottura e separate le due armate avversarie, puntando su Feltre, gli italiani
avrebbero aggirato le truppe austriache attestate al Grappa e dato sviluppo
alla manovra dirigendosi sia per la Valsugana su Trento, sia verso il Cadore.
La manovra avrebbe dovuto avere inizio il giorno 16 ottobre, ma la piena del
Piave ne fece spostare la data al 24. Questo lieve ritardo permise di
perfezionare il piano d'operazione: anche la 4a armata del Grappa ebbe ordine
di agire offensivamente, concorrendo all'azione principale affidata all'8a,
impegnando le riserve nemiche che avrebbero potuto ostacolare l'avanzata su
Vittorio Veneto.
La
battaglia fu iniziata pertanto proprio dalla 4a armata, che protrasse i suoi
attacchi sino al giorno 27, riuscendo nell’intento di richiamare ed assorbire
le riserve austro-ungariche.
Nella
notte tra il 26 ed il 27, l'8a armata, la 12a armata - comandata dal generale
francese Graziani, e costituita da 1 divisione francese e 3 italiane - e la 10a
- comandata dal generale inglese Cavan, e costituita da 2 divisioni inglesi e
da 2 italiane - gettarono i ponti sul Piave e passarono il fiume.
L'irruenza
dell’attacco costrinse il comando della 6a armata austriaca ad ordinare, il
giorno 28, la ritirata sul Monticano.
Il
giorno 30, l’8a armata occupò, con le proprie avanguardie, Vittorio Veneto; la
12a armata superò la stretta di Quero verso Feltre; la 10a varcò il Monticano
in direzione di Sacile.
Nella
serata dello stesso giorno si presentava al Comando Supremo il generale austriaco
Weber per trattare la resa. Le trattative però non furono molto spedite perché
il governo austriaco non voleva filmare una capitolazione completa, ma solo una
tregua d'armi. Durante la discussione le operazioni continuarono ed il 31 le truppe
austriache del Grappa cedettero, infine, all'irruenza dell'azione della 4a
armata che mosse allora su Arsié; la 12a armata si diresse su Feltre; l’8a
sboccò nella valle del Piave a Ponte delle Alpi; la 10a, affiancata dalla 3a,
raggiunse la Livenza e la cavalleria il Tagliamento; si mise in moto anche la
6a armata lungo la Valsugana, per intercettarvi la rotabile e dirigersi verso
Trento-Egna.
Il
3 novembre la 1a armata entrò a Trento, tutte le altre armate raggiunsero i
rispettivi obiettivi e, mentre la cavalleria si spingeva fino a Palmanova, Udine,
Stazione per la Carnia e Gradisca, un apposito distaccamento sbarcò a Trieste.
La
sera del 3 novembre fu finalmente concluso l 'armistizio: alle ore 15 del 4 novembre
1918 vennero sospese le ostilità su tutto il fronte italiano.
Nell'intento
di limitare il valore determinante della battaglia di Vittorio Veneto, alcuni
critici hanno tentato di ridurne l'importanza, attribuendo un peso eccessivo
alla crisi morale e materiale che indubbiamente scuoteva l'esercito austriaco
alla fine del 1918.
Questa
affermazione, persino offensiva per l 'esercito austriaco, ostinato e valoroso,
è decisamente smentita dai fatti. Spinto dall'odio secolare, dalla salda
disciplina, dal sentimento dell'onor militare, l 'esercito imperiale si batté
assai coraggiosamente anche nell'ultima battaglia, tanto che le perdite degli
attaccanti furono sensibili: 36.498 Italiani e 2.498 Alleati.
Con
la battaglia di Vittorio Veneto l'Italia non sconfisse soltanto "uno dei
più potenti eserciti del mondo”, provocò il crollo totale dell'Impero degli
Asburgo.
Lo
sforzo italiano fu immenso - 5 milioni di uomini mobilitati, 900.000 militarizzati
nelle industrie di guerra, 680.000 caduti, oltre 1.000.000 feriti e mutilati - ma
il ciclo storico del Risorgimento italico si concludeva finalmente con la scomparsa
del secolare nemico e con il raggiungimento dei confini naturali.
mercoledì 9 luglio 2025
Marco Maria Montagnani. Ricerca ed aggiornamenti sulla vicenda del "Conte Rosso"
“L’AFFONDAMENTO DEL PIROSCAFO REQUISITO
“CONTE ROSSO” - 24 MAGGIO 1941”.
APPENDICE 01/2025 DEL 01.05.2025
MORTI – DISPERSI –
SOPRAVVISSUTI: NUOVO COMPUTO ALL’8 APRILE 2025
Nell’ottobre
del 2023 l’Istituto del Nastro Azzurro Fra Combattenti Decorati al Valor
Militare ha pubblicato, a cura del suo Centro Studi sul Valor Militare (CESVAM)
e per i tipi Archeoares, il saggio di Marco Montagnani, “L’affondamento del
Piroscafo requisito “Conte Rosso” - 24 maggio 1941”. Oramai pressoché esaurito.
L’Autore vuole divulgare, con cadenza
mensile, salvo imprevisti o contingenze, appendici di ciò che per vari motivi
non ha trovato posto nell’opera pur essendo interessante, compresi
aggiornamenti e correzioni ai suoi contenuti e le novità importanti relative
alla tragica storia del Piroscafo.
La
sintetica significatività dei suoi contenuti la caratterizza.
Chiunque volesse fornire a titolo
gratuito materiali per una rubrica*, la cui pubblicazione sarà
insindacabilmente valutata dalla Redazione, potrà scrivere all’indirizzo: federazione.asti@istitutonastroazzurro.org
allegando la liberatoria che ne autorizza la divulgazione. Detti materiali non
saranno restituiti salvo particolari accordi.
comparto CESVAM: ogni 30 di ciascun mese.
inizio:30 aprile 2025
info:quaderni.cesvam@istitutonastroazzurro.org
lunedì 30 giugno 2025
Rivista QUADERNI N. 2 DEL 2025 Aprile Giugno 2025
Nota Editoriale
Il N. 2 del 2025, 36° della Rivista, si apre in
Approfondimenti con il contributo di Giovanni Riccardo Baldelli “Il Regio
Esercito e la Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale: dicotomia o
scomoda convivenza?” un'analisi interessante di questa forza armata durata
vent'anni dal 1923 al 1943 qui nella sua prima parte. la seconda la M.V.S.N.
nella seconda guerra mondiale invece verrà pubblicata nel prossimo numero.
Segue in Dibattiti il contributo di Davide Corona: “L'attacco sulle Alpi,
Giugno 1940. L’Impresa della colonna “Boccalatte”; Alessia Biasiolo ci propone,
poi, un'articolo sulla “Rivoluzione in musica”. Andrea Lopreiato, fresco
laureato nel Master di storia militare presenta la sintesi della sua tesi “I
bombardamenti alleati durante la campagna d'Italia. Viterbo. Un'esemplare di
Case Study.; sempre in dibattiti “Una pagina di storia attraverso una mostrina”
articolo proposta da Leonardo Prizzi che ci dà un bel quadro
uniformologico del periodo preso in
esame, la guerra di liberazione. In Archivio Davide Dragonetti, anche lui
fresco laureato del Master di Storia Militare contemporanea ci propone una
ricostruzione attenta della “Operazione “Colossus” il primo raid britannico di
paracadutisti in territorio nemico”. Sempre in Archivio
Antonio Zoccola, su indicazione di Stefano Mangiavacchi, ci invia un bello
studio su “Mario Battisti, un eroe senza medaglia. 13 Aprile 1944 Badia
Prataglia (Arezzo). Passiamo quindi a Musei Archivi Biblioteche dove Giorgio
Madeddu ci illustra “Il primo numero de il “Nastro Azzurro”, la prima edizione
del 1924.
Nel Mondo in cui viviamo: la realtà d’oggi. la rubrica Una
finestra sul mondo’ ci offre una nota di Mario Pietrangeli che descrive “Il
ruolo delle ferrovie nel teatro di guerra del Medio Oriente (Prima Guerra
Mondiale) Eventi storici che sono alla base dell'attuale crisi
Palestinese-Israeliana” a cui segue l’articolo di Andrea Ciaverini, anche lui
di recente laureato al Master di Terrorismo ed Antiterrorismo. con la sintesi
della sua tesi “Il golpe di agosto del 1991 e il ruolo del KGB” presentato in
Geopolitica delle prossime sfide; chiude questa parte in Scenari, Regioni,
Quadranti, Guido Andrea Caironi, anche lui alumno, “Soccorsi con elicottero e
organizzazione sanitaria durante il conflitto coreano 1950 – 1953: nascita ed
implementazione dei sistemi strutturati di Medical Evacuation. Il Post
editoriale di Antonio Daniele, le tradizionali rubriche, con un interessante
intervento di Osvaldo Biribicchi in “Segnalazione Librarie”, Notizie CESVAM
chiudono questo numero, che ha in I di Copertina una foto di legionari della
M.S.V.M, impegnati nella guerra contro l’Etiopia (1935-1936), che rinvia
all’articolo di Giovanni Riccardo Baldelli sul tema tutto italiano di
Ordinamenti delle Forze voluti dalla Politica
in contrasto con le reali necessità militari e conseguente sperpero di
risorse ed indebolimento dello strumento militare; la IV di copertina dedicata alla Federazione
di Asti e a Marco Montagnani e al bel progetto realizzato dedicato alla tragica
del Piroscafo Requisito “Conte Rosso”. (massimo coltrinari,
direttore)
I di Copertina: “ Elementi
della M↓V.S.M in Africa Orientale Italiana 1935-1936.
IV di Copertina La
Copertina del Volume “L’affondamento del piroscafo requisito Conte Rosso 24
maggio 1941”
Il
presente numero è stato chiuso in tipografia il 28 maggio 2025