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mercoledì 19 dicembre 2018

Metodologia di Ricerca.


28 agosto 2014 Comune di Ponte di Legno e Temù



Ricercare un parente, un concittadino, un caduto,
tra i soldati della Grande Guerra



L’interesse che in questi ultimi anni si è manifestato nei riguardi degli uomini e dei fatti relativi alla Prima Guerra Mondiale, esula certamente dalle celebrazioni del centenario e appare sempre di più come una rilettura o una riflessione, circa valori e comportamenti che solo apparentemente sono a noi lontanissimi. Ne é testimonianza il fiorire di siti tematici e la nascita di associazioni ricche di appassionati che si occupano del difficile recupero delle memorie e delle opere presenti lungo tutto il fronte della guerra italo-austriaca. Fiere, mostre, eventi descrittivi e l’apertura di percorsi tematici, hanno contribuito a risvegliare l’attenzione verso il vissuto dei nostri nonni, suscitando domande e curiosità che stimolano la ricerca ben oltre l’ambito parentale. Da quella terribile esperienza di lotta infatti, non ci fu famiglia italiana che ne fu esclusa e la gran parte, vide almeno uno dei suoi componenti morire sul campo, coloro che rientrarono a casa, ne portarono per sempre con se le cicatrici.
La loro testimonianza e la memoria personale di quei fatti, è però svanita ben prima della loro dipartita; è un fatto noto che raramente i reduci rendevano partecipe i loro cari delle sofferenze e degli orrori di cui erano stati testimoni. Difficile spiegare le condizioni di vita, impossibile far immedesimare appieno chi di quella guerra aveva esperienza solo da qualche paragrafo scolastico o dai roboanti discorsi celebrativi che ammantavano di gloria anche gli episodi più spiacevoli. Per di più, i combattenti erano spesso umili gregari o generalmente illetterati, non potevano che lasciare poca memoria di quei quaranta mesi di dura lotta. Di quel poco, molto è svanito negli anni, spesso non sono rimaste che alcune medaglie in un cassetto, delle foto e qualche testimonianza tramandata ma generalmente di episodi slegati da qualsiasi contesto, anche temporale. Compito difficile quindi, ricostruire i loro passi, soprattutto a distanza di un secolo ma non per questo è un lavoro scevro di sorprese o di valore, non solo per il giusto risalto famigliare e documentaristico ma anche per i potenziali risvolti didattici e di ricerca.
Prima di iniziare il cammino, ricercando le tracce che ogni italiano mobilitato ha certamente lasciato dietro di se, occorre innanzitutto armarsi di pazienza e perseveranza. Districarsi tra le antiche scartoffie degli archivi pubblici e il personale che vi sovraintende, non è tra le cose più facili. Ancora di più muoversi in ambienti militari, mondo che possiede regole difficili da comprendere e solitamente estranee ai civili; occorre orientarsi tra gradi, reparti e combattimenti, cosa che presuppone una ostinata volontà di ricerca. Inoltre, l’Italia liberale d’inizio secolo, come gli usi e le consuetudini dei nostri nonni, è talmente lontana da noi che lo stesso linguaggio scritto, dei memoriali o nei documenti, è spesso poco comprensibile.
Lavoro improbo quindi, quello dell'aspirante ricercatore, tra fogli ingialliti e vecchie foto, archivi statali e biblioteche civiche. Al termine, anche per questo, vi consigliamo una salutare passeggiata sul Carso, sull’altopiano di Asiago o sul Grappa, a caccia delle emozioni ancora impigliate sul terreno e dove il vostro protagonista ha lottato aspramente. Ora sapete di più e potreste capire meglio l’importanza e l’orrore delle loro esperienze; risulterà difficile in quei luoghi, restare insensibili al richiamo della memoria.

Innanzitutto, è indispensabile conoscere nome, cognome, anno e luogo di nascita, esatti del militare arruolato; risulta facile se è un famigliare di cui si è conservato il ricordo tra i parenti ma è certamente più sicuro e approfondito, aiutarsi con i dati reperiti presso l’Ufficio Anagrafe del comune (Archivio storico anagrafico) dove il soggetto è deceduto. Di solito è sufficiente motivare la richiesta come una ricerca storico-genealogica. Si possono inoltre ricercare i dati mancanti nei
registri della parrocchia o se si vuole risalire più a ritroso, anche nell’archivio della Curia Arcivescovile, questa volta però, dopo aver presentato una semplice richiesta scritta.
Oltre ad una visita orientativa presso gli Uffici Comunali, o se da essi si è ottenuto poco, si può richiedere anche gli estratti dei “Registri di Stato Civile”, presenti nelle cancellerie dei Tribunali Civili o negli “Archivi di Stato” provinciali dove, dopo settant’anni, tutti gli incartamenti vengono versati. Trascorso questo periodo, si possono avere copie scritte indipendentemente dal grado di parentela con il soggetto. (http://www.archivi.beniculturali.it/index.php/abc-degli-archivi/consultabilita ).
Nel caso non si sia trovato nulla, può essere utile anche una visita al cimitero del paese oppure all’ufficio del Comune che custodisce i dati degli inumati, sia quelli anagrafici che di morte. Esistono inoltre, molti elenchi genealogici a cui diversi "Archivi di Stato" italiani, hanno concesso la visura di dati, registri o documenti riguardanti le generazioni passate e salvandoli così con la microfilmatura. Il più noto, è il progetto americano: familysearch. org che è facilmente consultabile anche da casa, chissà se, con un po’ di fortuna…

Conosciute le generalità precise, ora si può accedere ad un altro livello di ricerca: la documentazione militare. Le “liste di leva” sono state ormai versate da tempo dai Comuni negli “Archivi di Stato” provinciali, così come gran parte della documentazione dei disciolti Distretti militari ora divenuti "Centri documentali". Questi uffici periferici del Ministero della Difesa, di tutto il materiale consegnato (fogli di congedo, ruoli, ecc) hanno mantenuto comunque copia in microfilmatura.
La ricerca è però più agevole presso gli "Archivi di Stato", e la si deve orientare principalmente all’acquisizione del “Ruolo Matricolare”, sono pochi fogli che riportano sinteticamente i dati del soldato in questione, E' stato redatto inizialmente dal Distretto (Deposito) all’atto dell’arruolamento e aggiornato poi, dal reparto presso il quale ha militato.
Attraverso internet si interpella l’”Archivio di Stato” della città di morte o di nascita, anche se è bene sapere che raramente è possibile trovarlo anche in quello della città capoluogo di regione.
La richiesta deve essere dettagliata e contenente tutti i dati in vostro possesso, possibilmente con paternità e maternità del soggetto. I tempi di risposta sono tra i più variabili ma non eccessivi, anche se l’accuratezza della ricerca, qualche volta, può lasciare a desiderare. Di persona, se vi sono state difficoltà o lentezze, è comunque possibile consultare direttamente, presso gli “Archivi di Stato”, la rubrica che raccoglie tutti i nominativi ordinati per “classe di nascita, matricola e nome”. Vi si troverà il così necessario riferimento numerico che indica il faldone contenente il "Ruolo Matricolare" del soggetto. Se non reperibile, è bene controllare anche i due anni successivi, in quanto il soldato se riformato, potrebbe essere stato arruolato anche con altra classe. Meglio sarebbe acquisire il "Foglio Matricolare" che è ancor più approfondito del "Ruolo Matricolare", ma ormai sono di ben difficile reperimento, se lo trovate diventerà comunque uno strumento ancora più prezioso.
Sul “Ruolo Matricolare” vi si trovano indicati dunque, solo i dati anagrafici salienti, una breve descrizione del soggetto, la data del richiamo e dell’incorporazione nel reparto addestrativo e soprattutto la “destinazione”, ovvero il corpo e il Reggimento a cui il militare era stato inviato. La sua vita militare vi è descritta con brevi note complete di eventuali trasferimenti o provvedimenti successivi (ospedali, convalescenze, prigionia, promozioni e decorazioni, congedo, ecc.) particolari utilissimi per ricostruirne le vicende in guerra. Questa documentazione è comunque prettamente di carattere militare, non ci si deve aspettare da essa, né aspetti sociologici, né accenni documentaristici. Occorre allora integrare i brevi cenni con l'interessante materiale che possiamo trovare in parte in rete ma soprattutto depositato presso le "Biblioteche civiche" dei capoluoghi di provincia. In esse, si trovano i “Riassunti storici” dei reparti coinvolti nel conflitto, per lo più redatti negli anni "30. Di solito sono divisi per Reggimenti (135) o, come per gli alpini, in reparti organicamente ancora più piccoli: i Battaglioni. Risulta così agevole far collimare date del “Ruolo
Matricolare” del soldato, con quelle degli avvenimenti salienti della vita del suo reparto, integrando poi i dati con lettere, decorazioni e tutti i ricordi di famiglia.
Comincia così a prendere corpo una vicenda che è spesso una scoperta ma alcune volte anche un crescendo di avvenimenti tragici e toccanti. Nei “Riassunti storici” dei reparti, sono elencati in modo sommario i principali avvenimenti, i turni di riposo, i servizi, i combattimenti ma ovviamente non gli eventi complessivi di quel tratto di fronte o quelli più generali dell’intera guerra. Per capire di più, non resta che documentarsi presso librerie, rivenditori specializzati o biblioteche dove sono depositati i testi o i memoriali, relativi alle vicende più generali del conflitto. Non sarà difficile trovare nell’enorme mole di documenti dati alle stampe in questo secolo (40.000 titoli) testimonianze relative proprio a quel ristretto fronte e ricostruire così, in modo più completo, la storia del reparto e di riflesso, del soldato in questione.
Per una ulteriore completezza generale, è possibile anche richiedere la visura del “Diario storico” del reparto in oggetto e che riporta gli avvenimenti più dettagliati, come il tempo atmosferico o il numero dei feriti. Sono stati scritti in quei momenti, sul posto, dal comandante del reparto o dagli ufficiali del suo Stato Maggiore e riportano dunque, anche pareri personali, giustificazioni o visioni parziali e storicamente anche discordanti ma ricche di particolari e di vita vera. Molti giacciono ancora depositati, e in copia unica, presso "l’Archivio dello Stato Maggiore dell’Esercito" a Roma, consultabile solo in quella sede e previo appuntamento.
Ulteriori indizi possono essere rintracciati facilmente da documenti conservati dai parenti come l’attestato delle decorazioni, che spesso riportano data e luogo in cui sono state concesse. Se non vi sono impresse "le motivazioni", è sempre possibile ricercarle nelle biblioteche provinciali, dove le potrete trovare su testi che riportano, qualche volta, anche le foto dei decorati ("Nastro azzurro", "Albo d'Oro provinciale", ecc). Per le caratteristiche delle decorazioni, di solito presenti sulle divise sottoforma di nastrini, vi invitiamo a vistare i tanti siti specialistici o i testi descrittivi, spesso ricchi di foto di equipaggiamenti, uniformi, mostrine, gradi, ecc. Semplice e adeguato è “La guerra Italo-austriaca” di Marzetti, (Albertini edit.) o la completissima guida di Sancimino (2011) oppure attraverso i consigli dell'interessante sito www.cimeetrincee.it
Grazie a questi contributi, le foto tirate fuori dal baule risulteranno molto utili: vi si potrà leggere specialità, reparto, decorazioni e molti altri elementi interessanti, reperibili su di una semplice divisa. Meno preziose, per una ricostruzione storica, sono le cartoline postali o le lettere ai congiunti, (se caduti, almeno una è custodita dal comune stesso) che sono spesso testimonianza della volontà di tranquillizzare le famiglie e risultano poco utili per scovare dati identificativi o avvenimenti. Sono necessariamente concise e commuoventi ma i soldati non vi potevano certo indicare, luoghi, nomi o date, vista la presenza di una rigida censura anche postale.
Nel caso che il basilare "Ruolo Matricolare" non sia più rintracciabile negli “Archivi di Stato”, si può effettuare una ricerca presso il “Fondo Ufficio per le notizie alle famiglie dei militari 1915-18” dell’”Archivio di Stato” di Bologna o nell' “Archivio Centrale” di Roma magari ampliando le richieste anche ad altri documenti.
Presso gli “Archivi Storici Comunali” (ACS) invece, sono depositate molte pratiche, liste, polizze, dichiarazioni e tutte le richieste e comunicazioni intercorse tra il comune di appartenenza del soldato e le autorità militari di allora, documenti che sono generalmente di libero accesso. Sono dati prettamente burocratici ma possono aiutare a collocare dei tasselli mancanti nella ricostruzione di una storia o di un periodo. Alcuni Comuni possono rigettare la vostra richiesta ma sono obbligati a permettere la consultazione se essa è stata concessa dalla “Sovrintendenza archivistica regionale”, occorre semmai ricorrere a questo semplice “stratagemma” per visionare il tutto.
Per quanto riguarda invece gli Ufficiali, il documento da trovare è lo "Stato di Servizio" e va richiesto a: Ministero della Difesa, Direzione Generale per il personale, 5° Reparto, Centro Direzionale per il Personale militare, Viale dell’Esercito 186, Roma.
Se il parente o colui che ricerchiamo, è invece deceduto per cause belliche, di regola il suo nome è sulla lapide che ogni comune d’Italia ha inciso per i militari che non sono tornati. Vi sono però lacune, omonimie e dimenticanze; ad esempio, non ci sono i fucilati.
Le circostanze della morte, il luogo e altre informazioni più approfondite, le ricercheremo invece presso l’“Albo d’Oro” dei caduti a Roma (Centro Direzionale Personale Militare, ecc), dove per ognuno di essi, esiste un fascicolo personale. Un elenco completo dei caduti della Provincia è rintracciabile in ogni Prefettura.
Si può ricercare anche il luogo di sepoltura, se reperibile, inviando una richiesta completa di tutte le generalità, al “Commissariato Generale per le onoranze ai caduti in Guerra”, via XX settembre 123 Roma, o ricercando direttamente nel data base del sito. Se il soldato è uno dei 100.000 deceduti in prigionia, è possibile richiedere informazioni al corrispettivo ufficio austriaco: la “Croce Nera”.
Altre notizie che si possono rilevare in Prefettura, sono quelle relative ai carteggi che riguardano i figli orfani dei combattenti (Uff. Territoriale del Governo - UTG - Sez. Orfani di Guerra) o pratiche assicurative per soldati che risultarono mutilati o invalidi per cause di servizio. La concessione delle pensioni di guerra ha determinato invece la creazione di un fascicolo personale presso la “Direzione provinciale del Tesoro” -fascicolo pensioni militari-.
Anche per coloro che caddero in stato di prigionia, è possibile ricercarne il nome e il destino, pur con maggiore fatica. Nell' “Archivio Centrale dello Stato” di Roma, ad esempio, esiste un elenco completo dei catturati durante il conflitto ma purtroppo la consultazione può avvenire solo di persona. Nello stesso Archivio vi sono depositate anche tutte le sentenze emesse dai Tribunali Militare, parimenti sono recuperabili a fatica a causa dei molti fattori da interpretare.
Stesso problematico aspetto, si riscontra se si vuole inseguire le tracce del prigioniero nei registri redatti allora a Lubiana o in Vaticano, dove i criteri di accesso sono però ancora più restrittivi. Lungo, e a pagamento, la ricerca presso la sede internazionale della "Croce Rossa" di Ginevra ma possibile però, senza recarsi in quella sede. Per avere informazioni e fare richieste circa tutte le sedi elencate, non c’è che da consultare i loro siti istituzionali. Bisogna ricordare inoltre, che al loro rientro dai terribili campi di prigionia, i soldati furono prima interrogati e il loro transito è testimoniato negli atti depositati presso l' "Uf

martedì 18 dicembre 2018

Unicusano. Innaugurato l'Anno Accademico 2018-2019



La Cerimonia di Inaugurazione dell'anno accademico 2018-2019 presso l'Università Unicusano si è svolta oggi presso l'Aula Magna dell'Università.
Ha preso per prima la parola il Ministro per la Pubblica Amministrazione Sen. Giulia Bongiorno, svolgendo la prolusione "Il crimine più antico del mondo:violenza e provocazione". Poi è intervenuto il Magnifico Rettore Prof. Fabio Fortuna, il cui testo è disponibile presso il CESVAM, Centro Studi sul Valore Militare. A seguire l'intervento del prof.Puoti, Presidente della fondazione UNicusano e del Consiglio di Amministrazione, che ha dato un quadro realistico della situazione odierna della Università in Italia. 
 In modo estemporaneo ha poi preso la parola Il Presidente della Società di Scienze Umane, di cui Unicusnao è una diretta emanazione, Stefano Bandecchi, che in modo molto appassionato ha dato un quadro generale dei rapporti tra l'Università Unicusano e la Pubblica Amministrazione Italiana. Ha anche sottolineato il rapporto con il mondo universitario inglese (Unicusano Italia ha una Università in Gran Bretagna) ed altre notizie sullo sviluppo di Unicusano tra cui la possibilità di innaugurare la nuova sede entro la primavera 2018.

Il tradizionale lunch natalizio è seguito nei locali della Mensa universitaria con il taglio della torta, che rappresentava la sede di via Don Carlo Gnocchi. 
Nel pomeriggio alle 15 Don Domenico Repice, Cappellano della uninversità, ha celebrato la Santa Messa in preparazione del Natale 2018.


domenica 16 dicembre 2018

Rivista L'Internazionale Ottobre 2018





Le notizie tratte da questa rivista sono su

www.coltrinariatlantegeostratetgico.blogspot.com
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domenica 9 dicembre 2018