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martedì 13 maggio 2014

Riflessioni. Master in Geopolitica e Sicurezza Globale.


 modulo in dottrine strategiche e storia militare

Caro dott.  Mariutti.
 Grazie per le sue domande che ho trovato interessanti oltreché pertinenti. Sollevandole in sede di  presentazione avremo per certo stimolato il dibattito in ambito seminario , che avrebbe tuttavia richiesto , per una trattazione esaustiva qualche ora. veniamo al dunque , partendo da un caveat sui numeri , nel nostro caso costi annui per la stabilità dell'area del Golfo,  tema centrale degli interessi USA nel Golfo = Middle East. Mi sembrano a dir poco eccessive , se si considera che il costo gli aiuti internazionali per l'assistenza allo sviluppo dell'Afghanistan  e per la Security Assistence (costruzione Forze Armate e di Polizia , circa 400. 000 unità tra forze armate e polizia , ammontano complessivamente a 30 + 243 miliardi di STERLINE (International Affairs  89:4 (2013) pag 845). 
Partendo dalla premessa e a mente del mio schema concettuale con cui  la Sicurezza viene  declinata  attraverso con le sue funzioni principali ( l'ho scritto su Appunti di Politica Militare , pamphlet per ISSMI, base per un libro che sto per completare). La Difesa, sulla base delle 4 missioni definite dalla legge  331/2000, assicura la protezione contro la minaccia esterna e contribuisce (funzione concorsuale) all'interno con specifiche capacità di conoscenza (es dispositivo integrato di sorveglianza marittima, di consequence management in settori di nicchia (es Protezione NBCR) , controllo del territorio/ infrastrutture critiche ( attività DIFESA ambito  funzione prevenzione ). Un ulteriore contributo della Difesa alla Sicurezza consiste nella Soluzione delle crisi (attraverso l'intervento e la ricostruzione di capacità di sicurezza nazionali dei paesi colpiti da crisi; non più gestione dunque) e nel  concorso alla energy security (la sola diversificazione fonti e rotte di approvigionamento non basta pertanto )  sempre attraverso l'intervento  in area e la presenza costante  negli snodi del traffico marittimo mondiale (lotta alla pirateria nell'Oceano Indiano, Golfo di Aden) per prevenire il formarsi di ungoverned spaces .Fin qui nulla di nuovo , anche perché le missioni hanno un taglio securitario come si può vedere e, di conseguenza sono delineate in un quadro di sinergie con altri attori (x governance , economia, crescita socio-culturale, sistema di sicurezza ) sia in ambito nazionale sia multinazionale . 
Gli scenari che portano alla definizione delle opzioni\missioni , e quindi alla configurazione degli strumenti miliari (come da me illustrata come risposta al quesito cosa avere e come impiegarlo (per Italia Modello di Strumento di Difesa). Esse(caso NATO,Future Environment) elaborate da apposite strutture (Per NATO , Comando Strategico per la Trasformazione) che si avvalgono di Istituti di ricerca con interscambio tra esperti civili e militari, mondo accademico, i cui elaborati sottoposti al vaglio delle singole nazioni sono  approvate al più alto livello politico .
Premesso che, come ammette lo stesso von Clausewitz non ci sono soluzioni esclusivamente militari a problemi strategici, le teorie, cui accenna , sono trasformate in concetti operativi e sottoposte a processi di sperimentazione e validazione attraverso tecniche avanzate di modeling and simulation.  le accresciute capacità di data collection e di elaborazione con opportuni metrics possono dare segnali di preavviso su crisi ecc, Ma la tecnologia , come si é visto,  non sostituisce i boots on the ground , o staying power che dir si voglia. La violenza non si può che contrastare con la "forza organizzata"e legittima degli stati, Pensi a cosa sarebbe accaduto in Mali nel genn 2013 senza il deciso intervento francese (operazione Serval). Nessuna strategia di sicurezza nazionale , sia occidentale che orientale, esclude le possibiltà di confronto tradizionale . Alla riduzione degli arsenali Occidentali si accompagna peraltro la crescita delle spese militari degli emergenti , In più tutte , ripeto tutte le strategie di Sicurezza non escludono le maggiori possibilità di essere coinvolti in conflitti regionali Indurendo i punti di contatto nel possibile dominio di scontro non basta,i n concetti e sottoposte a valutazione e validazione derivano da proiezioni future ( es citato  future Environment), come affermava B. Posen a metà degli anni 80, “finché tecnologia, geografia ed economia consentiranno agli stati di aggredirsi vicendevolmente, fintantoché non vi sarà un’autorità internazionale credibile che protegga quelli soddisfatti con lo status quo e sanzioni i violatori dello stesso, gli stati saranno incoraggiati a continuare a prendere misure per proteggersi[1]”. Da qui il cosiddetto "balancing behaviour" cui vi ho fatto cenno. Certamente la pianificazione ( e la Grande Strategia altri non é che un incrocio di pianificazioni) cerca di pervenire  sorprese . L'importante é non essere ingabbiati nelle regole/rituali. Il mio background francese mi porta a considerare A. Malraux, che di guerre e rivoluzioni se ne intendeva. Egli   vedeva nella guerra il motore del progresso che, a sua volta  genera la deregulation, come si direbbe oggi per cui  "vince chi rompe le regole per primo ed é deciso ad andare  fino in fondo". 
Questo è quanto , e , spero, di essere stato di ausilio.  Cordialità
Ammiraglio Mario Rino Me (MRM)

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