di Mirko Molteni
Erede di Augusto, Tiberio divenne imperatore in età'
avanzata, ma dominò Roma a lungo, alimentando una fama di vizi e malvagità' che
forse gli fu cucita addosso per volere dei suoi detrattori
“Poiché l'atroce
destino mi ha rapito i figli Gaio e Lucio, che Tiberio Cesare sia mio erede per
due terzi”. Con queste parole, vergate nel testamento consegnato alle Vestali
nel 13 d.C., un anno prima di morire, Augusto decise di nominare suo successore
il figlio adottivo: Tiberio Giulio Cesare.
UN SUCCESSORE MATURO
Tiberio non era
un giovanotto: aveva 56 anni, essendo nato il 16 novembre del 42 a.C. , ed era
più vicino alla categoria del senex; l'anziano piuttosto che a quella
del giovane uomo. Quella che cadde su di lui non fu una scelta facile. Augusto
che di anni ne aveva una ventina in più, aveva trascorso gli ultimi decenni
afflitto da numerose malattie e letteralmente ossessionato dal problema della
successione. Alla ricerca affannosa di un erede, aveva sposato nell'ordine:
Clodia Pulcra, figliastra di Marco Antonio, poi Scribonia e infine Livia
Drusilla; ma tali matrimoni avevano prodotto soltanto una figlia femmina,
Giulia Maggiore, e nessun maschio. Augusto aveva quindi cercato di garantirsi
un successore per mezzo delle adozioni (lui a sua volta, era stato adottato da Giulio
Cesare), ma tutti i suoi figli adottivi, dal nipote Marco Claudio Marcello
(figlio di sua sorella Ottavia) ai giovanissimi Gaudio e Lucio Cesare, nati da
Giulia Maggiore e Agrippa, erano morti
prematuramente. E questi ultimi non senza che si sospettasse un coinvolgimento
di Livia Drusilla, intenzionata a spianare la strada al figlio di primo letto
avuto con Claudio Nerone: Tiberio.
Il 27 giugno del
4 d.C. Augusto adottò quindi Tiberio, e con lui anche Agrippa Postumo, fratello
dei defunti Gaio e Lucio. Il carattere violento e problematico di Agrippa,
però, ne decretò, ben presto il confino all'isola di Pianosa, Nel 13, quando
sentiva che gli rimaneva poco da vivere,
Augusto concesse a Tiberio il potere di amministrare le province, comandare gli
eserciti ed esercitare pienamente il potere esecutivo, elevandolo, di fatto, il
suo co-reggente.
La morte colse
l'imperatore a Nola il 19 agosto del 14, all'età di 70 anni. Tiberio, rientrato
in tutta fretta dall'Illirico, dov'era stato inviato per riorganizzare la
provincia, fu raggiunto dalla notizia del misterioso assassinio di Agrippa
Postumo da parte del centurione che lo aveva in custodia. Temendo la stessa
sorte, assoldò una scorta militare e si diresse in Senato, convocando
l'assemblea affinché leggesse pubblicamente il testamento del patrigno. I
rotoli che Augusto aveva affidato alle Vestali acclararono coram populo che
Tiberio e Livia Drusilla (la quale assumeva il nome di Augusta) erano gli eredi
designati del defunto princeps.
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