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mercoledì 9 febbraio 2022

Tiberio il Perverso. I Parte

 

di Mirko Molteni


Erede di  Augusto, Tiberio divenne imperatore in età' avanzata, ma dominò Roma a lungo, alimentando una fama di vizi e malvagità' che forse gli fu cucita addosso per volere dei suoi detrattori

 

“Poiché l'atroce destino mi ha rapito i figli Gaio e Lucio, che Tiberio Cesare sia mio erede per due terzi”. Con queste parole, vergate nel testamento consegnato alle Vestali nel 13 d.C., un anno prima di morire, Augusto decise di nominare suo successore il figlio adottivo: Tiberio Giulio Cesare.

UN SUCCESSORE MATURO

Tiberio non era un giovanotto: aveva 56 anni, essendo nato il 16 novembre del 42 a.C. , ed era più vicino alla categoria del senex; l'anziano piuttosto che a quella del giovane uomo. Quella che cadde su di lui non fu una scelta facile. Augusto che di anni ne aveva una ventina in più, aveva trascorso gli ultimi decenni afflitto da numerose malattie e letteralmente ossessionato dal problema della successione. Alla ricerca affannosa di un erede, aveva sposato nell'ordine: Clodia Pulcra, figliastra di Marco Antonio, poi Scribonia e infine Livia Drusilla; ma tali matrimoni avevano prodotto soltanto una figlia femmina, Giulia Maggiore, e nessun maschio. Augusto aveva quindi cercato di garantirsi un successore per mezzo delle adozioni (lui a sua volta, era stato adottato da Giulio Cesare), ma tutti i suoi figli adottivi, dal nipote Marco Claudio Marcello (figlio di sua sorella Ottavia) ai giovanissimi Gaudio e Lucio Cesare, nati da Giulia Maggiore  e Agrippa, erano morti prematuramente. E questi ultimi non senza che si sospettasse un coinvolgimento di Livia Drusilla, intenzionata a spianare la strada al figlio di primo letto avuto con Claudio Nerone: Tiberio.

Il 27 giugno del 4 d.C. Augusto adottò quindi Tiberio, e con lui anche Agrippa Postumo, fratello dei defunti Gaio e Lucio. Il carattere violento e problematico di Agrippa, però, ne decretò, ben presto il confino all'isola di Pianosa, Nel 13, quando sentiva  che gli rimaneva poco da vivere, Augusto concesse a Tiberio il potere di amministrare le province, comandare gli eserciti ed esercitare pienamente il potere esecutivo, elevandolo, di fatto, il suo co-reggente.

La morte colse l'imperatore a Nola il 19 agosto del 14, all'età di 70 anni. Tiberio, rientrato in tutta fretta dall'Illirico, dov'era stato inviato per riorganizzare la provincia, fu raggiunto dalla notizia del misterioso assassinio di Agrippa Postumo da parte del centurione che lo aveva in custodia. Temendo la stessa sorte, assoldò una scorta militare e si diresse in Senato, convocando l'assemblea affinché leggesse pubblicamente il testamento del patrigno. I rotoli che Augusto aveva affidato alle Vestali acclararono coram populo che Tiberio e Livia Drusilla (la quale assumeva il nome di Augusta) erano gli eredi designati del defunto princeps.

Testo Tratto da Civilta Romana. Conoscere la Storia NUmero Speciale. info: www.conoscerelastoria.it


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