Consiglio nazionale tenutosi a Chianciano nei giorni 14 e 15 aprile 2012.
Caro Presidente ho letto la tua lettera e
vorrei aggiungere alcune osservazioni.
Pur non essendo addentro alle regole, né alle
dinamiche o alle questioni inerenti alla gestione dell'Associazione, terrei a
dire alcune cose che non mi è sembrato opportuno esprimere nell'ambito di una
riunione che ha avuto a tratti toni molto accorati.Come appassionato di storia italiana contemporanea, da qualche anno collaboro, nell’ambito dell’Associazione, con la Rivista “Il Secondo Risorgimento d’Italia” da Te diretta curando tra l'altro, il Progetto “Storia in Laboratorio”. Probabilmente, non tutti sanno che tale progetto, specificatamente destinato agli studenti delle Scuole di ogni Ordine e Grado, ha l’obiettivo di far conoscere loro la Guerra di Liberazione 1943 – 1945. Gli studenti, opportunamente coordinati dai loro insegnanti, possono svolgere ricerche, fanno interviste, raccolgono materiali, informazioni e testimonianze a partire dall’ambiente familiare, di coloro che hanno vissuto il periodo tragico compreso tra l’8 settembre 1943 ed il 25 aprile 1945. Il materiale raccolto viene poi sistemato in maniera organica secondo tassonomie stabilite in precedenza al fine di attribuire ad esso un preciso valore semantico e di valenza storica. Alcuni elaborati finali, scelti tra i migliori, vengono presentati nel corso di incontri tenuti in occasione di date significative. Tutti i lavori degli studenti vengono, comunque, pubblicati sulla Rivista “Il Secondo Risorgimento d’Italia”, di cui Tu, oltre che apprezzato Direttore, ne costituisci l’anima vitale, il trascinatore entusiasta ed instancabile, l’inesauribile fonte di idee e progetti.
La Rivista dell’Associazione, ovviamente, oltre a supportare il Progetto “Storia in Laboratorio” rivolto agli studenti, ho potuto constatare che è un formidabile mezzo e strumento a disposizione di chi si occupa di studi storici riferiti al suddetto periodo per divulgare e far conoscere (sotto la tua guida e supervisione scientificamente rigorosa ed attenta) il frutto delle proprie ricerche sia ai soci delle Sezioni ed ai frequentatori, a vario titolo, delle stesse sia al personale degli Istituti scolastici, degli Enti ed Organismi militari in cui circola la Rivista.
Bene, alla luce di questa premessa e con il pensiero agli studenti dell’Istituto “Colomba Antonietti” di Roma o agli studenti delle scuole medie di I e II grado di Spoleto o, ancora, a quelli di Matino in provincia di Lecce, solo per citarne alcuni, che con il loro giovanile entusiasmo hanno partecipato al Progetto “Storia in Laboratorio”, quando nel corso del Convegno ho sentito ventilare l’ipotesi di chiudere/ridurre la Rivista dell’Associazione ho pensato fosse un atto ingiustificato e inopportuno. Un vero peccato cioè. Istintivamente ho rivisto i volti di quegli studenti, orgogliosi delle loro interviste, dei loro “pezzi” pubblicati sulla Rivista e mi sono chiesto perché. Perché, seppure in previsione di una ulteriore riduzione di fondi, accelerare la chiusura di un’ottima rivista?
La gestione della rivista inoltre non è assolutamente scriteriata o, ancor peggio, clientelare, Tu apri a chiunque voglia pubblicare articoli o saggi di qualche interesse o valore storico, sempre ovviamente operando una seria e scientifica supervisione. Non poche volte, infatti, la rivista ha costituito per giovani laureati o ricercatori occasione per far conoscere il proprio lavoro laddove altri canali sarebbero stati loro preclusi.
Stessa cosa posso testimoniare per quanto riguarda la partecipazione e il coinvolgimento a convegni ed incontri dove ho visto chiamare a partecipare come relatori oltre che studiosi anche testimoni, appassionati e, come dicevo prima, intere scolaresche.
Desidero infine che chi dovesse leggere queste mie riflessioni, tenga presente che esse nascono da un giudizio oggettivo di quanto ho potuto vedere e conoscere e non, come alcuni potrebbero credere, dall'amicizia e dalla stima che nutro indubbie nei confronti di Massimo Coltrinari.
Dott. Osvaldo Biribicchi
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